«La colonna Gamucci - Alla ricerca della verità» (Alcione)

La vertià scomoda sulla colonna Gamucci ricostruita in un libro da Tullio e Laura Mereu presentato oggi nella biblioteca di Avio

Titolo: La Colonna Gamucci
            Alla ricerca della verità
 
Autori: Tuttio Mereu e Laura Mereu
Editore: Alcione
 
Presentato oggi da Tullio Mereu
alla Biblioteca Comunale di Avio
 
A volte la verità storica è scomoda e gli eroi vanno fatti dimenticare.
Questa è la storia raccontata nel libro «La colonna Gamucci - Alla ricerca della verità» (ed. Alcione), di Tullio e Laura Mereu, figli del capitano dei carabinieri Stefano Mereu, che fu ucciso in Albania nel '43 da partigiani locali assieme ad altri 119 compagni.
 
Uno dei tanti episodi brutali della seconda guerra mondiale, che emergono dal silenzio in cui a tutt'oggi erano stati confinati.
Perchè non se ne è mai saputo praticamente nulla? Il libro intende esere appunto non solo un doveroso omaggio a quei 120 sventurati carabinieri che non fecero più ritorno a casa, ma anche un documento che riannoda i fili spezzati della Storia, che colma una lacuna imperdonabile.
 
In qualche modo, questo libro è un atto di accusa: contro i troppi silenzi, contro chi sapeva e ha minimizzato o taciuto.
Il libro è stato presentato oggi da Tullio Mereu nella Biblioteca comunale di Avio.
 
La storia che il libro ricostruisce è altamente drammatica.
Quei 120 carabinieri che con 10 ufficiali, al comando del colonnello Giulio Gamucci, lasciarono Tirana il 23 settembre 1943 sotto scorta tedesca, erano diretti al nodo ferroviario di Bitola, in Bulgaria.
Erano muniti di armi leggere e sarebbero stati disarmati prima di salire sui vagoni ferroviari che li avrebbero portati a nord verso la Polonia.
Lungo il percorso però vennero attaccati e catturati dai partigiani albanesi.
 
Dopo un mese di cattività nell’Altopiano di Cerminike, vennero incamminati attraverso i boschi, denudati e uccisi a circa un’ora di distanza dai luoghi dove erano stati tenuti prigionieri.
I giornali albanesi in data recente hanno trattato questi fatti come un atto criminale.
Il governo e la stampa italiana invece, come si diceva, hanno dato a questi fatti scarsissimoo rilievo.
Un pietoso silenzio ha dunque coperto un episodio di barbarie che era imbarazzante per il movimento partigiano come pure per gli alti comandi italiani.
 
Per arrivare ad una completa ricostruzione dei fatti, Tullio e Laura Mereu hanno lavorato su fonti istituzionali, quali l’archivio del Ministero degli Esteri Italiano, l'Archivio di Stato Albanese, deposizioni e diari di vari testimoni.
I mandanti, il movente, e le modalità dell'eccidio sono ora noti.
 
Il libro costruisce adesso un'occasione preziosa per aprire, nel vero senso della parola, pagine inedite di una guerra che ancora oggi ha tanto da raccontarci.