Inaugurata a Cavareno una stazione fotovoltaica rivoluzionaria

Trentino Rainbow Energy ha realizzato l'impianto di energie rinnovabili «Archimede»: massima efficienza, sostenibilità e riduzione dei costi

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E' stata inaugurata ufficialmente questa mattina a Cavareno la stazione fotovoltaica sperimentale cofinanziata dal Consorzio Bim Adige e progettata dalla Trentino Rainbow Energy: un impianto rivoluzionario per efficienza, costi e sostenibilità ambientale nel campo dello sfruttamento di energia solare.
A presentare il progetto c'erano Giuseppe Negri, presidente generale del Consorzio Bim Adige, Donato Preti, presidente della Vallata del Noce del Consorzio Bim Adige, il presidente della Comunità della Val di Non Silvano Dominici, il vicesindaco di Cavareno Luca Zini, e i due soci di Trentino Rainbow Energy, Paolo Decarli e Michele Tonezzer.
La società ha le sue radici negli studi universitari dei due fondatori alla facoltà di ingegneria dei materiali dell'Università di Trento, quando nel 2010 la T.R.E. viene fondata anche grazie a 150 mila euro di contributi all'avvio dell'impresa nell'ambito del bando Seed Money di Trentino Sviluppo.
La start-up parte proprio con l'obiettivo di progettare un modello innovativo di impianto fotovoltaico, con un'efficienza più che doppia rispetto ai pannelli tradizionali in silicio, a una capacità di concentrazione della luce solare di circa 600 volte, con una conseguente drastica riduzione della superficie captante e dei costi relativi.
 
In più, il 95% dei materiali utilizzati in questo tipo di impianti è smaltibile e addirittura riciclabile, trattandosi di vetro o plastica, a differenza dei normali pannelli fotovoltaici, classificati in genere come rifiuti speciali.
La stazione installata a Cavareno è costata 230 mila euro di investimento, finanziati per metà dal Consorzio Bim Adige e per l'altra metà dall'impresa stessa, con un intervento del Comune per la concessione dell'area, la recinzione e la videosorveglianza dell'impianto.
In tutto si tratta di una stazione da 8,9 kiloWatt potenza installata, con una potenzialità produttiva pari a 21 mila kilowattora: l'impianto ha cominciato a funzionare nello scorso autunno, con un monitoraggio in remoto da parte dell'Università di Ferrara, che consente già da adesso di testarne l'efficienza e l'operatività in vista di una industrializzazione del prodotto su cui la Trentino Rainbow Energy è già al lavoro. 


 
«Dopo altri test in Egitto, Giordania ed Emirati Arabi – spiega il cofondatore di T.R.E. Michele Tonezzer -, abbiamo già ricevuto diverse manifestazioni di interesse di imprese italiane e internazionali per l'applicazione su larga scala della nostra tecnologia e, quindi, per la sua commercializzazione. L'interesse è molto forte, visto che il payback time dell'impianto si aggira intorno ai due anni e mezzo, oltre al fatto che si tratta di un sistema enormemente più produttivo ed efficiente rispetto ai pannelli fotovoltaici tradizionali.»
 
In sostanza, si tratta di un sistema ottico a doppia riflessione che concentra la luce solare su celle di dimensione molto inferiore rispetto all'area captante, con le celle stesse di dimensione ridottissime – circa un centimetro quadrato – e un'efficienza del 42% contro il 15/18% di quella del silicio tradizionale.
Inoltre, l'impianto ha un sistema di inseguimento della luce solare estremamente preciso, oltre a un costo di realizzazione in termini di consumo di energia del 20% in meno rispetto ai normali pannelli, e a una quasi completa sostenibilità ambientale dei materiali utilizzati, riciclabili al 95%.
«Questo progetto si innesta perfettamente nelle politiche della nostra Comunità di Valle – ha affermato il presidente Silvano Dominici -. Abbiamo da poco siglato un patto tra tutti i sindaci nonesi per fissare e conseguire diversi obiettivi da punto di vista dell'efficientamento energetico e dell'utilizzo delle fonti rinnovabili.»
Anche il presidente della Vallata dell'Adige del Bim Donato Preti ha sottolineato come «da tempo il Consorzio è impegnato in investimenti sulle energie rinnovabili e alternative», mentre il presidente generale Giuseppe Negri ha ricordato come «questo progetto nasca da uno studio sullo sfruttamento dell'energia solare in Alta Val di Non cofinanziato da Bim Adige e Fondazione Caritro, e che vede oggi i suoi frutti concreti».