Esercitazione «Canale 13»: il Mare Nostrum è in ottime mani

Ieri ha avuto luogo a Malta l’esercitazione multinazionale nelle acque e nello spazio aereo dell’isola, alla quale è stato invitato anche il nostro giornale

Ieri ha avuto luogo a Malta, a bordo della nave della Marina militare «Comandante Cigala Fulgosi», ancorata nel porto Grand Harbour, il «Distinguished Visitor e Media Day», a conclusione delle attività addestrative della «Canale 13», l’esercitazione multinazionale e interforze italo-maltese nelle acque e nello spazio aereo limitrofo l’isola di Malta, alla quale è stato invitato anche il nostro giornale.
Nell'ambito delle iniziative esistenti tra i Paesi del Mediterraneo, particolare rilevanza assumono le attività di cooperazione bilaterale condotte tra le Marine Militari degli stessi Paesi.
Tra queste si inquadra quella in atto da molto tempo tra le Forze Armate maltesi e quelle italiane, identificabili nell'esercitazione multinazionale e interforze denominate «Canale».
Si tratta di una delle principali esercitazioni militari organizzate e condotte da Malta e Italia con la finalità di promuovere la cooperazione, la sicurezza e il mantenimento della pace nell'Area del Mediterraneo.
La «Canale», programmata nello spirito dell'accordo bilaterale di cooperazione e assistenza tecnico-militare in atto tra Italia e Malta, è effettuata con cadenza annuale dai due Paesi che, ad anni alterni, ne curano la pianificazione e la condotta.
La gestione dell'edizione di quest'anno, la «Canale 13», è stata affidata a Malta.
 

 
L’esercitazione è condotta da 19 anni ed è aperta ai Paesi aderenti all’Iniziativa "5+5": Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Malta, per la sponda mediterranea europea; Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia, per la sponda mediterranea dei paesi del Maghreb arabo.
Quest’anno hanno aderito 7 paesi su 10 e l’esercitazione ha coinvolto unità navali e mezzi aerei dei paesi partecipanti.
L’addestramento è un esempio molto efficace dell’importanza di un dialogo operativo e concreto fra le Forze Navali dei paesi dell’area mediterranea, che si trovano a dover lavorare in sinergia con tutti gli altri comparti della Difesa e Sicurezza, quali i Carabinieri, la Guardia Costiera, la Guardia di Finanza, l’Aereonautica, oltre a unità e personale di Paesi del Mediterraneo.
Il coinvolgimento di assetti e personale di questi comparti nell’esercitazione e l’apertura ai paesi del Maghreb arabo, rappresenta un modo per rafforzare la collaborazione tra i militari dei diversi paesi, creare sinergia, uniformare le procedure e ottimizzarle, nella ricerca della migliore soluzione sul campo, al momento di un’operazione, che in questo modo diventa «congiunta».
  

 
In particolare, quest'anno la «Canale» si è svolta dal 16 al 21 giugno, pianificata e coordinata dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI) e condotta con il supporto del Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (COMFORPAT) di Augusta.
L'esercitazione prevedeva la condotta di eventi addestrativi nel settore del contrasto dei traffici illeciti con attività mirate anche al settore del controllo dei flussi migratori via mare, alle operazioni di «Maritime Law Enforcement» e «Peace Support» per finire con eventi nel campo della ricerca e soccorso nel più ampio quadro della salvaguardia della vita umana in mare.
L’esercitazione, dalle caratteristiche preminentemente marittime, si è sviluppata in due fasi distinte.
La prima prevede lo svolgimento di una serie d’incontri di pianificazione tra i rappresentanti delle due parti, finalizzati alla definizione degli obiettivi, dei temi di comune e condiviso interesse degli assetti partecipanti all’esercitazione nonché alla standardizzazione delle procedure e delle normative impiegate.
La seconda vede i mezzi partecipanti operare congiuntamente in mare, secondo un programma di attività che, attraverso l’utilizzo di procedure multinazionali ormai standardizzate, permette di incrementare le capacità e la flessibilità nei più ampi interventi di cooperazione.
  
 
 
In occasione della giornata conclusiva dell’addestramento, i massimi responsabili di quest’operazione, si sono resi disponibili alla stampa per illustrarne i punti di forza e i risultati raggiunti.
La cerimonia ufficiale si è svolta su nave «Comandante Cigala Fulgosi», al comando del Capitano di Fregata Massimiliano Lauretti.
L’unità dal 2004 è stata continuativamente impiegata in molteplici attività operative, addestrative e di cooperazione. Tra tali attività sono particolarmente significative le regolari missioni di «Vigilanza Pesca» e di «Controllo Flussi Migratori» svolte nel Canale di Sicilia e, le attività di cooperazione bilaterale e multilaterale condotte con le altre Marine del Mediterraneo ed in particolare con quelle del Nord Africa.
Quello che emerge da questa giornata è l’esistenza di una spiccata coesione di Forze che va di là delle singole nazionalità.
L’impressione è che, attraverso l’istituzione di questa esercitazione, sia stato dato negli anni avvio e stabilità ad una profonda collaborazione fra Stati, ma soprattutto fra addetti, in termini di comprensione, superamento dei limiti, potenziamento dei punti di forza dei singoli paesi e dei singoli operatori che lavorano sul campo. Il tutto permeato da una grande cordialità, fraternità e umanità, necessari soprattutto nelle difficili operazioni di recupero a mare dei migranti clandestini.
Più in generale, quello che emerge sono proprio una grande cordialità, stima reciproca e un profondo spirito di collaborazione a partire dalle due massime autorità presenti alla cerimonia conclusiva sulla nave: per l’Italia l'Ammiraglio Filippo Maria Foffi che dal 25 gennaio 2013 è il Comandante in Capo della Squadra Navale e per Malta, il Comandante delle Forze Armate maltesi (AFM), Brigadiere Generale Martin G. Xuereb. 
 

 
Con il sopraggiungere dell'estate, che comporta condizioni meteo-marine favorevoli, i flussi dei migranti che partano dell’area africana si intensificano.
Abbiamo chiesto all’Ammiraglio F.M. Foffi quali siano le principali difficoltà operative nell’ambito dei soccorsi marittimi, sia in fase di recupero e salvataggio, sia nelle fasi successive di smistamento dei migranti naufraghi.
«Le difficoltà sono molteplici – spiega l’Ammiraglio, – se guardiamo l’aspetto tecnico del recupero di uomini e donne, spesso in difficili condizioni di mare, è stato raggiunto un buon coordinamento fra le marine interessate in quest’area. Quest’esercitazione consente di contare su operazioni efficaci, che consistono soprattutto nel togliere le persone dal pericolo di vita.
«Una volta accolte a bordo delle unità, esse sono trasportate a terra, dove è necessario organizzare un’opportuna accoglienza, verificando se sussiste il diritto di queste persone a raggiungere le loro destinazioni. In questo caso, la competenza non è più tecnico-militare a carico della Marina militare e della Guardia Costiera e non è di facile soluzione, come abbiamo visto.»
L'Ammiraglio Foffi sottolinea inoltre la grande importanza della «Canale 13», che significa soprattutto «la partecipazione congiunta di Paesi appartenenti alle diverse aree del Mediterraneo, che hanno imparato a lavorare «insieme», in quanto questi sforzi, spesso ingenti, possono essere difficilmente gestiti da una sola Forza Armata.
«In questo caso invece – precisa l’ammiraglio Foffi, – noi vediamo l’azione congiunta di diverse Forze e Paesi, cioè di un vero e proprio team, abituato a lavorare insieme giorno dopo giorno, con continuità, che va oltre le competenze di ogni singola nazione. Questo è uno dei risultati più importanti che sono stati conseguiti».