«Fare memoria significa riscoprire la parte buona del Paese»
Giorno della memoria, 9 maggio. ANPI, ANM e Consiglio provinciale uniti per ricordare le vittime del terrorismo
«Vivere e morire con la Costituzione in mano» è il titolo
dell'incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio a Palazzo
Geremia, in occasione del giorno della memoria delle vittime del
terrorismo, che ricorre proprio oggi, su proposta del Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano.
Le riflessioni di Dorigatti, Schmid e Profiti, presidenti del
Consiglio provinciale, dell'ANPI del Trentino, e dall'Associazione
nazionale magistrati, (che hanno patrocinato l'iniziativa in sede
locale) sono state intervallate dalla lettura di brani del volume
«Sedie vuote», edito da il Margine, che raccoglie i dialoghi
sinceri e potenti tra alcuni giovani studenti dell'università
trentina e i famigliari di illustri vittime del terrorismo e dello
stragismo italiano.
Memoria collettiva, verità, giustizia, perdono, silenzio,
responsabilità, solitudine e solidarietà sono solo alcune delle
corde toccate nelle letture, elementi fondamentali per la
costruzione di una cittadinanza attiva.
«Fare memoria significa riscoprire la parte buona del
nostro paese»
Agnese Moro
Il Presidente del Consiglio provinciale, Bruno
Dorigatti, in quello che ha definito un «rigoroso momento
di sollecitazione della memoria collettiva», ha offerto una
riflessione sugli anni di piombo, il terrorismo e lo stragismo, dal
punto di osservazione del Movimento Sindacale e dei Lavoratori.
Partendo dalle estremizzazioni, che trovarono terreno fertile anche
nelle fabbriche, culminate in atti spesso drammatici, come la morte
dell'operaio dell'Italsider Guido Rossa, Dorigatti ha ripercorso i
passaggi orribili che miravano alla destabilizzazione dello Stato e
alla morte della democrazia in Italia. Dorigatti ha ricordato le
429 vittime innocenti di una fase storica drammatica e sanguinosa,
caduti «sotto i colpi dei vari terrorismi o forse solo colpevoli
del rifiuto della logica aberrante della violenza, quale risposta
unica alle difficoltà di un mondo in trasformazione».
Fra di essi, i Magistrati - ai quali quest'anno il Presidente della
Repubblica ha voluto indirizzare il senso di questa giornata -
furono obiettivi strategici.
«Non si è trattato, però - ha proseguito il Presidente, - di
sacrifici vani: da quella notte della Repubblica siamo
usciti tutti con una maggiore consapevolezza e con un rafforzamento
della democrazia.»
«Delitti di questa natura non sono mai fatti privati,
sono fatti politici…la verità su quei fatti non è soltanto il
giusto dovere di una memoria…ma un problema fondamentale per
rendere sempre vivo il presente»
Manlio Milani, marito di
Livia Bottardi morta nella strage di piazza della Loggia a
Brescia
Sandro Schmid, Presidente della sede trentina
dell'ANPI è partito dalla campagna denigratoria di questi giorni,
ad opera del presidente del Consiglio Berlusconi, contro i
magistrati, definiti in varie sedi e occasioni «comunisti,
eversivi, il cancro da estirpare, un'associazione a
delinquere».
Per contro, Schmid ha citato il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano che proprio stamane ha esordito nel ricordo delle
vittime del terrorismo con queste parole:
«Rendere onore alla magistratura è la premessa di ogni vera
riforma.»
A nome dell'ANPI, il Schmid ha testimoniato lo sdegno ed espresso
solidarietà a tutta la magistratura italiana, affermando una nuova
Resistenza, che rivendichi onestà politica, rispetto, dignità e il
rilancio di una diversa fase dell'Italia.
Schmid ha rivolto infine un ricordo particolare ai 10 magistrati
uccisi dal terrorismo e ai 16 caduti sotto i colpi della mafia, ed
ha sottolineato l'importanza della memoria e della partecipazione,
«linfa vitale della democrazia».
«Lo stato democratico non ti uccide, ti fa scontare una
pena e ti offre l'opportunità di ricominciare a vivere, perché non
è uno stato totalitario, di destra o di sinistra che sia…è uno
stato che crede che la persona va rispettata, anche se commette il
più orrendo dei delitti… Il fatto che gli ex terroristi possano
uscire dal carcere e vivere fra noi è la prova non di una
debolezza, ma della forza dello stato… Una nostra vittoria è la
differenza che abbiamo rispetto a loro nel modo di concepire la
politica e la vita»
Giovanni Bachelet
Pasquale Profiti, Presidente dell'ANM ha
soffermato la memoria in modo particolare sulle vittime della
magistratura.
Costruendo una suggestiva metafora e immaginando un ipotetico
«treno della Costituzione», partito nel lontano 1948 con a bordo
gli illuminati costituenti, ma anche tutto il popolo italiano, il
magistrato ha percorso la strada tortuosa e spesso deragliata del
convoglio, i suoi viaggiatori, i suoi conducenti.
Tra i passeggeri del treno, compito particolare dei magistrati, è
stato ed è quello di fare attenzione ai deragliamenti, quelli
estremi, indifferentemente che a destra o a sinistra.
Profiti ha citato uno ad uno i colleghi vittime del terrorismo:
Amato, Minervini, Galli, Alessandrini, Tartaglione Palma ecc. Che
guerra ci poteva essere contro uomini che coraggiosamente, spesso
rinunciando alla scorta per risparmiare le vite di giovani
poliziotti senza nome, lottavano per raggiungere le
stazioni della libertà e del diritto?
In un ritmato crescendo di immagini e ricordi, il magistrato ha
dichiarato il conducente del treno «ancora fragile e malato».
«Oggi più che mai dobbiamo ricordare a tutti coloro che sono a
bordo di quel treno - ha concluso, - che quel conducente si chiama
democrazia.»
Commenti (0 inviato)
Invia il tuo commento