«Le economie regionali e le sfide dello sviluppo globale»
Conferenza internazionale organizzata da Provincia e Ocse Leed
Le strategie
economico-occupazionali per uscire dalla crisi e valorizzare le
nuove opportunità che si creeranno nella fase della ripresa, ed il
contributo che ad esse può arrivare dagli enti regionali da un lato
e dal sistema delle piccole e medie imprese dall'altro: questi in
sintesi i temi al centro della conferenza internazionale che si
tiene oggi a Trento, per iniziativa della Provincia autonoma di
Trento e dell'Ocse.
Ad aprire i lavori stamani il direttore del centro Ocse Leed di
Trento Sergio Arzeni, l'assessore ai Rapporti europei Franco
Panizza, che ha portato anche i saluti del presidente Lorenzo
Dellai, impossibilitato ad intervenire per sopraggiunti impegni
istituzionali, e il vicesegretario generale dell'Ocse Aart De
Geus.
Nell'aprire i lavori della conferenza Arzeni ha parlato della
provincia di Trento come di un «esempio per il mondo intero».
E gli esempi positivi, le buone prassi che i territori hanno posto
in essere per far fronte alla crisi economico-finanziaria sono al
centro della conferenza odierna, che ha come scopo in particolare
quello di mettere a fuoco il ruolo delle regioni per rilanciare
sviluppo e occupazione.
Con uno sguardo alle peculiarità locali ed un altro agli scenari
internazionali.
Il tema è stato ripreso dall'assessore Panizza, che ha sottolineato
innanzitutto la «felice collaborazione fra la Provincia autonoma di
Trento e l'Ocse».
«Territori come il nostro - ha proseguito l'assessore - dotati di
una forte autonomia, sono impegnati in prima persona ad affrontare
la crisi e a cogliere le opportunità della ripresa. Nel nostro
territorio le conseguenze più pesanti della crisi sono state
evitate, anche sul piano sociale ed occupazionale. Ma abbiamo
capito che nulla sarà più come prima: dobbiamo pertanto sforzarci
di anticipare i cambiamenti, rendendo i nostri apparati più
adeguati alle esigenze della ripresa e premiando chi ha coraggio,
chi rischia, chi innova. L'incontro di oggi, che mette a confronto
esperienze diverse, è di particolare interesse anche per noi, per
non guardare a queste cose solo in un'ottica italiana ma europea e
mondiale.»
Il vicesegretario generale dell'Ocse Aart De Geus a sua volta ha
ricordato come Trento sia «una realtà nella quale ritroviamo questa
felice congiunzione fra l'economia locale e le dinamiche globali,
che rappresenta il cuore del dibattito di oggi».
«Ci concentriamo in particolare sulle buone prassi, - ha aggiunto -
perchè le prassi, i casi concreti, che parlano da sé, sono
fondamentali. Il quadro generale dell'economia, in questo 50 esimo
anniversario dell'Ocse (che coincide con il 150esimo dell'unità
d'Italia) presenta molte difficoltà, ma è determinante per
sviluppare nuove strategie. Nel quadro generale vediamo che per la
prima volta la crescita globale è guidata dalle economie in via di
sviluppo, con tassi del 6-7%, mentre nel mondo sviluppato del 3-4%.
Tutti ne traiamo beneficio.
«Dire che la Cina ci sta rubando posti di lavoro non è giusto, - ha
ammonito. - Non bisogna essere gelosi della crescita cinese ma
collocarsi nell'economia globale cercando di spostarsi nella parte
alta della catena della produzione di valore. Le prospettive sono
anche caratterizzate da dei rischi di rallentamento derivanti dalla
possibilità di ulteriori aumenti nei prezzi petroliferi e delle
commodities e dal rallentamento delle economie trainanti, come la
Cina appunto. Ma queste dinamiche creano anche delle opportunità di
innovazione. Pensiamo al settore energetico, alla Germania che ha
deciso di uscire dal nucleare puntando alle rinnovabili. Lo stesso
effetto potrebbe averlo, su scala anche più ampia, la crescita del
prezzo dei combustibili fossili.»
«Nei paesi Ocse la disoccupazione media è del 10% - ha ricordato De
Geus, - con forti squilibri regionali. I governi dal canto loro
faticano a reagire, è difficile ad esempio ridurre le imposte sul
lavoro e modificare i sistemi fiscali. Abbiamo bisogno inoltre di
investimenti strategici nel capitale umano. Non parlo solo di
istruzione ma di corretto impiego delle risorse. 80.000 studenti
tunisini quest'anno si laureeranno. Il mercato del lavoro è pronto
ad assorbirli? Spesso non è sufficiente cercare un lavoro già
esistente ma creare da sé un nuovo profilo occupazionale.»
«Sul piano imprenditoriale - ha detto in conclusione, - le pmi
saranno il fulcro della creazione di nuovo posti di lavoro, cosa
che accade peraltro già da 20-25 anni. All'Ocse spesso ci diciamo
che per accompagnarle è necessaria una buona governance: a
volte ciò significa ridurre e ottimizzare la governance stessa e
rendere le normative più flessibili per gli imprenditori.
«Si tenga conto del fatto che le piccole e medie imprese sono in
una posizione di particolare difficoltà, le banche in tempi di
crisi hanno chiesto interessi più elevati e le pmi sono più esposte
delle grandi imprese verso le banche private.
«Infine, è importante considerare che ogni paese è a suo modo
speciale, che per realizzare le riforme necessarie bisogna tenere
presente il contesto di riferimento. Ma è importante anche il
confronto, e per questo siamo stati felici di organizzare questa
conferenza.»
La sessione pomeridiana si aprirà con l'intervento, fra gli altri,
del segretario generale della Provincia autonoma Ivano Dalmonego
che illustrerà le misure assunte dalla Provincia autonoma di Trento
per fronteggiare la crisi.
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