Le stufe a Olle di Sfruz, fra tradizione e modernità
Panizza: «La Val di Non conserva l'identità e la coniuga con la ricerca»
Si è concluso con una grande Festa
della Ceramica il secondo Convegno internazionale sulle stufe a
Olle che s'è tenuto lo scorso fine settimana a Sfruz.
«La Val di Non, grazie al convegno di Sfruz - dice l'assessore
provinciale Franco Panizza, - s'è confermata ancora una volta come
uno snodo internazionale in cui tradizione e ricerca intrecciano e
fanno crescere cultura ed economia.»
L'appuntamento con le stufe a Olle della Val di Non è stato
organizzato dall'Associazione Antiche Fornaci, con Memmo Caporilli
e Benito Cavini rispettivamente nei ruoli di presidente e
segretario.
Da venerdì 2 settembre fino a domenica 4 s'è parlato di tecnologie
legate alla costruzione e all'utilizzo delle stufe a Olle che, in
Trentino, possono ormai contare su pochissimi artigiani.
Il convegno è poi sfociato domenica 4 settembre in una grande Festa
della Ceramica che ha coinvolto l'intera popolazione di questa
porzione di Val di Non.
«Significativa - ha ancora detto l'assessore Panizza, - è stata la
presenza a Sfruz del trentino-americano Dale Andreatta, ingegnere
meccanico coi nonni nonesi che erano partiti da Coredo e da
Tassullo, oltre che da Segonzano, che studia tra l'altro proprio la
tecnologia dei sistemi di riscaldamento a biomassa per ottenere
stufe a basso costo e ad alta efficienza, con inquinamenti ridotti
e di facile costruzione ed uso.»
L'ingegner Andreatta, che è intervenuto al convegno con uno
specifico intervento nel corso del quale ha illustrato la sua
attività professionale e di ricerca, ha dato la prova di come la
ricerca e la tecnologia, incontrandosi con la tradizione, possono
far sortire effetti altamente innovativi e produttivi.
E anche solidali, se è vero che le particolari stufe realizzate dal
noneso-americano Andreatta e da altri ricercatori di tutto il mondo
sono oggi distribuite in molti Paesi africani per sostituire i
pericolosi focolari con fuoco a cielo aperto, poco efficienti e
soprattutto nocivi per la salute.
Ma il convegno di Sfruz ha sortito un altro effetto. Anche se il
piccolo centro noneso non potrà mai tornare a produrre stufe a
olle a livello industriale, la persistenza in loco di un piccolo
artigianato di qualità potrà invece puntare efficacemente sulla
ricerca e sull'innovazione.
È lo stesso presidente dell'Associazione Antiche Fornaci a
spiegarcene le modalità.
«Abbiamo affidato all'ingegner Francesco Angelelli l'incarico di
seguire e di curare alcuni progetti di ricerca che attiveremo a
livello europeo, cercando la collaborazione dell'Università di
Innsbruck. Ad esempio vorremmo censire e catalogare le stufe a olle
che sono attualmente presenti in Europa, in modo da avere un
data-base a disposizione della ricerca.»
Altri progetti sul tappeto sono un museo sulle stufe a olle,
affiancato a spazi per la didattica e la consultazione
bibliografica, con un portale internet dedicato.
«Insomma - ha concluso l'assessore Franco Panizza, - attorno alle
stufe nonese di Sfruz sta nascendo un vero e proprio apparato
scientifico di ricerca e di divulgazione. La Val di Non si conferma
snodo di tradizione e innovazione, terra viva e pronta a cogliere
le scommesse della globalizzazione, conservando però intatta la sua
multiforme identità.»
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