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«L’assassinio dell’impossibile» al Trento Film Festival

Messner: «L’alpinismo tradizionale non è misurabile perché è emozione e cultura»

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«L’alpinismo tradizionale non è misurabile perché è emozione e cultura ed ognuno lo vive a modo suo.»
Così Reinhold Messner oggi al 66° Trento Film Festival in occasione della presentazione dello spettacolo, in anteprima nazionale, dal titolo «L’assassinio dell’impossibile» ispirato all’omonimo articolo che il Re degli ottomila scrisse nel 1968 in scena questa sera, 4 maggio, all’auditorium Santa Chiara che ha registrato il sold out.
«E quindi – ha poi continuato Messner – l’alpinismo è una delle poche possibilità di percepire e sentire il limite umano.
«Il limite non è e non deve essere fisso. Una volta, fino al ’68, il massimo grado era considerato il sesto: gli alpinisti non potevano andare oltre.
«Il limite era un errore matematico dato da una scala (di valutazione della difficoltà di una via) chiusa che tale non doveva essere. Quando si è aperta la scala nel ’78 allora il limite è sparito.
«Ad oggi, il limite corrisponde alle possibilità umane di arrampicare.
«Quegli anni – ha spiegato Messner – sono stati veri anni di cambiamenti e la serata è dedicata ai movimenti e i progressi dell’alpinismo negli ultimi 50 anni. I veri cambiamenti sono stati negli ultimi 30 anni.»
 

 
Alla serata alpinistica parteciperanno anche gli alpinisti Manolo, Hansjoerg Auer, Hervé Barmasse, Tommy Caldwell, Adam Ondra e Nicola Tondini.
«Le giovani generazioni – ha detto Auer – sanno spesso troppo poco sulla storicità delle vie che percorrono e per questo piantano chiodi rovinando quei tracciati. Spittare diventa distruggere la storia e la cultura dell’arrampicata.»
«La competizione – ha spiegato Barmasse – è sempre esistita nell’alpinismo e ha significato misurarsi con la montagna per conoscere il proprio limite, quando non si riesce ad andare su.»
Poi ha aggiunto Ondra che «arrampicare comprende molte discipline e ognuno può scegliere quella che più gli piace, rispettando gli altri. Sicuramente indoor e alpinismo sono due attività diverse tra loro, ma c’è spazio per tutte.»
«Per maggior parte della mia vita – ha aggiunto Caldwell – sono stato un climber, ma ogni tanto anche alpinista.
«Quello che mi piace è la contaminazione delle attività: gli piace pensare che le abilità acquisite attraverso l’arrampicata sportiva, il boulder, l’alpinismo si mischino e per far crescere la capacità di arrampicare.
«Altra cosa importante è il rispetto della via, della sua storia e della cultura.»

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