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Trentino Rock, dagli anni '60 a oggi/ 32 – La JJband

«JJband», ovvero la disco dance come vero stile di vita

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Il batterista Luca Groff da molto tempo ha in mente un’idea fissa: Costruire una grande band per cominciare a proporre la musica funky.
Poi individua i musicisti giusti per questo progetto, tutti tecnicamente preparati ed impegnati, ma soprattutto persone affidabili e professionali.
Ma proprio perché molto impegnati ha la sensazione che molti di loro non risponderanno alla chiamata.
Ma un giorno di primavera del 1999 Luca Groff si decide a contattare tutti, lo fa attraverso una telefonata.
In cuor suo lui pensa però che nessuno risponderà.
Dall’altra parte di quel filo, che ormai dura da oltre 13 anni, invece a sorpresa tutti risponderanno, e lo faranno con grande entusiasmo e forti motivazioni.
Nasce così la Jolly Joker band, l’unico gruppo trentino di sempre che ha fatto della disco Funky/ Music un vero e proprio stile di vita.
Della Band oltre al fondatore Luca Groff che ne diventerà anche manager fanno parte Luca Rubertelli - Voce, tastiere e sax Claudio Guru Lombardi - Voce, tastiere
Marco Carner - Voce, Cristiano Pallaoro - Chitarra, Laurusman - Voce, basso.
 

 
Attraverso gli anni e le molte esperienze ci saranno degli avvicendamenti.
Nel 2001 entrerà nel gruppo il chitarrista Diego «Plin» Feltrin. Nel 2007 il fondatore Luca Groff sarà sostituito da Walter Condini. Nel 2010 uscirà Luca Rubertelli, sostituito da John Salinas.
Con la Band, nel corso degli anni hanno anche collaborato assiduamente Claudio Bridi, Chiara Vittadini ed Ivo Cestari.
Un figura importante ed indispensabile rimane Michele Pilati il fonico del gruppo che ormai segue i live da oltre 8 anni e che è completamente integrato con il resto del gruppo.
La carriera della jolly joker band è piuttosto ricca.
Nell’anno 2001 la Jolly Joker Band viene votata come il miglior gruppo della provincia di Trento dai lettori di «Melagodo».
In occasione della 5ª edizione di «Double Generation» (generazioni musicali a confronto), svoltasi a Trento nel luglio 2002, la Jolly Joker Band si classifica al primo posto assoluto.
L’anno precedente, in occasione della 4° edizione della stessa manifestazione, il gruppo si classifica al secondo posto assoluto, vincendo inoltre il premio speciale per la miglior presenza scenica e coinvolgimento del pubblico.
Nell’estate del 2003 si classifica inoltre al primo posto nel «Summer Festival» di Levico.
Nel 2004 incidono un disco Live per festeggiare i 100 concerti.
Nel 2007 la band cambia il nome in Jjband.
 

 
Dopo i primi concerti la Band capisce che deve spostare il repertorio musicale più sulla disco Music e quindi comincia a proporre le canzoni-mito degli anni 70-80 che saranno la chiave del loro successo.
Le loro interpretazioni dei Earth Wind & Fire - Bee Gees - Chic - KC & Sunshine Band - Barry White - Gloria Gaynor - Abba - Kool & The Gang - Village People - Lionel Ritchie - James Brown e tanti altri hanno decretato il successo della band nella nostra regione.
Proprio lo spostarsi sul genere musicale legato alla disco music ha reso necessario anche un nuovo look, quello degli anni 70.
«Comprammo dei tessuti con paillettes e brillantini, – ricorda Claudio Lombardi. – Poi la mamma di Luca Groff che faceva la sarta ci confezionò dei costumi da scena appariscenti che con il tempo sono diventati per noi un punto di riconoscibilità importante.»
Oggi la band è ancora in piena attività con grandi motivazioni e molto entusiasmo.
«Quando fai della musica la tua passione di vita – ci confessa Laurusman – diventa facile trovare le giuste motivazioni, se poi durante il percorso trovi dei musicisti eccezionali allora diventa tutto magico.»
Nostri ospiti oggi sono 4 dei protagonisti della band, Walter Condini, Claudio Lombardi, Laurusman e Diego Feltrin.
 

 
A parer vostro com’è cambiata la musica in questi ultimi 2 decenni?
«Oggi sono cambiate molte cose, – ci risponde Walter Condini. – I giovani non hanno bisogno di fare sacrifici per acquistare uno strumento, e forse per questo non ne godono appieno le cose belle. A parer mio la cultura musicale si è molto appiattita negli ultimi anni e purtroppo il nostro paese a tal proposito è stato penalizzato molto rispetto ad altri.»
 
Quali sono stati i vostri gruppi di riferimento?
«Il percorso che abbiamo scelto di intraprendere – ci spiega Diego Feltrin, – ci ha obbligato per forza a seguire moltissime realtà musicali. Il vasto repertorio mondiale della Funky/disco Music anni 70/80 per noi si è rivelato pieno di belle sorprese, ma è tuttora per tutti noi sempre fonte di ispirazione e di carica emozionale.»
 
E per quanto riguarda la musica Trentina?
«Dire Andrea Braido diventa facile – precisa Diego Feltrin – ma è lui il più grande chitarrista trentino di sempre.»
«Io invece – aggiunge Walter Condini – ricordo sempre con affetto e gratitudine Giorgio Ferrari, è stato lui infatti a trasmettermi la voglia e la passione per la batteria.»
«Io scelgo Roberto Segato» – prosegue Claudio Lombardi.
«Impossibile non menzionare Flavio Zanon – conclude Laurusman, –insegnante di basso e docente al CDM di Rovereto, credo che lui sia uno dei più grandi bassisti di sempre.»
 
Intendete dare dei consigli ai “musicisti in erba”?
«Per i giovani crediamo sia importante ascoltare tutte le tipologia di musica senza essere prevenuti. Inoltre un atteggiamento sempre positivo verso gli altri strumenti ti aiuta a crescere maggiormente nel pianeta musicale.»
 
Ricordate il vostro più grande concerto di sempre?
«Un ferragosto sulla spiaggia di Purfina a Riva Del Garda davanti a migliaia di persone e turisti di ogni genere impazziti per la nostra musica, è stata un’esperienza da brividi.»
 
Avete dei rimpianti per qualche decisione che magari vorreste cambiare?
«Nessun rimpianto, tutte le trasformazioni musicali ed i cambiamenti sono stati presi sempre valutando le cose a 360°. Dalla musica comunque noi abbiamo ricevuto quello che abbiamo dato.»
 
Come band vi riconoscete un pregio?
«Siamo molto uniti, e concorriamo sempre tutti per raggiungere un unico obbiettivo. Fra tutti noi c’è molta coesione e rispetto. Abbiamo scelto di intraprendere una strada della musica coerente da sempre; quella della “naturalezza” musicale durante i nostri concerti Live.»
 
E alcuni difetti?
«Siamo troppo in simbiosi con il pubblico, cerchiamo sempre una grande risposta da chi ci ascolta per creare così un grande coinvolgimento. Quando questo connubio viene a mancare la carica non è quella solita.»
 
Avete degli aneddoti simpatici da raccontare successi durante qualche live?
«Non c’è che l’imbarazzo della scelta – ci dice Laurusman. – Ricordo quando sul Passo del Tonale in un bellissimo locale dopo 3 canzoni il proprietario ci invitò a smettere perché a parer suo la musica proposta non era adatta alla sua clientela. Fu davvero umiliante smontare gli strumenti e caricarli sul furgone passando fra due ali di folla che ballavano divertiti sulla musica di un Dj.
«Ma forse la nostra band detiene un vero record, – continua Claudio Lombardi. – Ambedue i figli del nostro chitarrista Diego Feltrin sono nati in tempi diversi, ma sempre durante un nostro concerto live. È stato divertente, mentre Diego stava suonando un assolo di chitarra, mostrarli un sms della moglie dove c’era scritto “Rotte le acque, Marina ti cerca disperatamente”. Ovviamente lui fini l’assolo prima di contattarla… Se non è professionalità questa…»
 
Ma vi è rimasto ancora un sogno?
«Credo di interpretare l’idea di tutta la band – precisa Walter Condini –dicendo che il nostro sogno è quello di migliorare sempre e mantenere fra di noi un grande feeling.»
 
Ci sono stati degli insegnamenti che vi ha dato la musica e che avete saputo trasferire nella vita di tutti i giorni?
«La musica aiuta l’aggregazione – ci dice Diego Feltrin – e insegna il rispetto per gli altri e la disciplina.»
«La musica – prosegue Laurusman – è la forma d’arte più importante perché riesce a parlare a chi non sa parlare, e fa ascoltare chi non sa ascoltare.»
 
Le vostre mogli hanno avuto un ruolo importante nella vostra carriera musicale?
«Sono state e sono tutt’ora le nostre prime fans, quando possono ci seguono sempre. Possiamo dire con certezza che in parte il successo di questa band è anche merito loro.»
 
E quali sono le caratteristiche che deve avere un musicista per essere grande davvero?
«Un grande cuore che pulsa forte e continuamente per la musica. Un musicista diventa grande quando inventa uno stile che lo contraddistingue, che lo rende sempre riconoscibile accumunandolo al suo nome.»
 
Ma provate ancora emozione salendo su un palco?
«Quella sottile emozione dell’istante prima di salire sul palco è una cosa unica e irripetibile, in quel momento senti dentro di te il sangue scorrere veloce e l’adrenalina salire, allora capisci che sei vivo veramente.»
 
Il vostro è un gruppo molto unito, c’è un segreto per il funzionamento di una band?
«Ci devono essere equilibrio, rispetto e affidabilità massima fra tutti i componenti. Inoltre riteniamo importante la condivisione della bellezza di far bene le cose. Nella nostra Band non c’è un vero Leader, ma solo dei musicisti che credono in quello che fanno e cercano di farlo al meglio.»

In questi anni di musica il palcoscenico della JJband è sempre stato la coerenza e il grande impegno nel proporre sempre grande musica suonata con qualità.
Gli straordinari protagonisti di questa band hanno dimostrato grande capacità di trascinare il pubblico in modo travolgente nel percorso vastissimo della musica Dance degli anni 70 e 80.
Hanno scelto la strada più difficile e ne sono diventati i più grandi interpreti di sempre, nella nostra regione.
 
Le loro esibizioni riportano al sano divertimento della fine degli anni 70, i loro costumi fanno volare con la fantasia, e per chi ha vissuto gli anni della disco dance, quel periodo, difficilmente si dimentica.
Sul palcoscenico diventano dei Re, unica missione; coinvolgere e far divertire gli spettatori. Ma come spesso succede i grandi interpreti e le grandi Band fanno della grande umiltà e disponibilità il loro valore più importante nella vita di tutti i giorni.
Per loro infatti la musica rimane una grande passione, quasi una dipendenza, un istante irripetibile, dove il cuore e il brivido di una nota vince sempre e dovunque su tutto e su tutti.
 

 
«La musica – conclude Claudio Lombardi – più che ascoltarla bisogna sentirla dentro. La musica è speranza, perché unisce il mondo.»
Per questa Band l’unione e l’amicizia sono state le fondamenta su cui i protagonisti hanno costruito una grande storia che dura da oltre 12 anni e che difficilmente si interromperà.
Hanno legato il loro destino sempre a nuove motivazioni ed a emozioni sempre più forti, seguendo però sempre i valori dell’equilibrio e le esigenze del loro pubblico. Quel pubblico con il quale ad ogni performance live nasce un incredibile connubio, sembra quasi una simbiosi, uno scambio alla pari dove c’è un solo vincente, la musica…
 
Roberto Conci
r.conci@ladigetto.it 
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Nel prossimo appuntamento sarà nostro gradito ospite il grande Massimo Ripamonti, Leader della Blood Rockers Band.

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