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Trentino Rock, dagli anni '60 a oggi/ 35 - I Millennium

«Vorremmo essere ricordati come umili musicisti che hanno contribuito alla diffusione della musica nella nostra regione»

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Il gruppo Millennium nasce grazie ad un concerto di beneficenza che si svolge nell’estate del 1996.
È il presidente di un’importante associazione che convince il batterista Roberto Conci a riprendere a suonare per portare in Live un concerto il cui ricavato sarebbe andato in beneficenza.
Ci vuole parecchio per convincerlo a riprendere in mano le bacchette, ma soprattutto ci vuole molto tempo per trovare i musicisti adatti.
Il concerto viene eseguito magistralmente dai musicisti che trovano nel numeroso pubblico presente le motivazioni per rimettersi in gioco.
 
«Finito il concerto – ricorda Robert Beso, – eravamo molto soddisfatti, tutti ci guardavamo nella speranza che qualcuno di noi esprimesse la volontà di continuare questa avventura.»
In realtà quella sera nessuno proferì parola a riguardo, ma pochi giorni dopo Il batterista Roberto Conci telefonò a tutti i protagonisti del concerto spiegando il suo progetto.
«La sua idea – continua Robert Beso, – era quella di incidere un disco e poi presentarlo attraverso una serie di concerti Live su enormi palchi con delle coreografie imponenti e soprattutto supportati da service audio importanti.»
 
Robert Beso alla chitarra, Luciano Corradini alle tastiere, Mariano Antoniutti al basso, Elvis Calò ed Elisabetta Benvenuto alle voci accettano con entusiasmo di far parte di questo progetto.
Per la costruzione e l’incisione del disco ci vogliono circa 8 mesi di lavoro e, a questo proposito, Luciano Corradini ricorda così.
«Prendemmo in esame dei miei testi e delle mie musiche che erano rimaste nel cassetto, riadattandole e arrangiandole in modo più aggressivo e incisivo.»
 


Dopo l’uscita del disco la band comincia una serie di concerti che dureranno oltre due anni, numerose le interviste nelle radio locali e nazionali, tantissimi gli spot pubblicitari creati per aiutare la diffusione e la vendita del disco che grazie a questo vende oltre 5.000 copie.
Viene realizzato anche un video sulla canzone Sound Of Tears che tutt’ora è fra i più ricercati in Colombia.
Il titolo del disco, «Millennium» sale alla ribalta delle televisioni e dei giornali anche per via di uno scambio di lettere con Robbie Williams.
«Subito dopo l’uscita del nostro disco – ricorda Robert Beso, – anche Robbie Williams incise una canzone con lo stesso nome. Scrivemmo alla sua casa discografica per evidenziare la curiosa analogia, ci risposero gentilmente che per ovviare alla cosa ci avrebbero inviato gratuitamente 50 biglietti gratis per il concerti dell’artista che da li a poco si sarebbero tenuti in Italia.»
  
L’avventura dei 6 amici termina nel settembre del 1999 (poco prima del nuovo Millennio) nel loro ultimo concerto viene anche inciso un Live che rimarrà un grande ricordo.
«Dopo quasi 4 anni – ricorda ancora Robert Beso – vissuti a ritmi pazzeschi e frenetici eravamo molto stanchi mentalmente e quasi svuotati, da qui l’idea di smettere, quando ne parlammo nessuno di noi pareva stupito, infatti eravamo tutti alla frutta.»
Elvis Calò, il grande cantante e trascinatore della band da lì a poco si trasferirà a New York dove tutt’ora vive e canta in giro per tutti gli Stati Uniti. Gli altri smetteranno tutti con la musica Live. 
 
Nostri ospiti in questo ultimo appuntamento sono il chitarrista della band Robert Beso e il tastierista Luciano Corradini.
 


Quali sono stati i vostri riferimenti musicali in tutti questi anni di musica?
«Ogni epoca – ci risponde Robert Beso – ha dei suoi precisi punti di riferimento musicali, per quanto mi riguarda però rimango tradizionalista e non ho dubbi sul fatto che Santana, i Deep Purple, i led Zeppelin e gli Area siano stati importanti nella mia formazione musicale.»
«Per quanto mi riguarda – interviene Luciano Corradini, – in tutti questi anni ho sempre seguito tutti i grandi pianisti del jazz, da Petruciani a Zawinul(fondatore Weather Report). Ma come non ricordare i grandi Emerson, Lake & Palmer.»
 
È doveste scegliere la vostra Band ideale fra i musicisti Trentini?
«Sceglierei Elvis Calò alla voce, Roberto Conci alla batteria, Luciano Corradini alle tastiere e Fabrizio Larentis al Basso. Mi pare giusto ricordare Charlye Deanesi che per me è sempre stato un grande punto di riferimento trentino per quanto riguarda la chitarra,» – conclude Robert Beso.
«Per quanto mi riguarda – aggiunge Luciano Corradini, – suonerei con il mio amico Robert Beso, poi con Tony Monreale alla voce, Elio Concadoro alla batteria e Fabrizio Larentis al basso.»
 
Vi sentite di dare qualche consiglio ai giovani musicisti?
«Ascoltare e focalizzare tutti gli aspetti della musica credo sia importante, capirne la tecnica, lo stile e gli aspetti timbrici sicuramente aiuta la crescita. Crediamo sia anche basilare un ritorno alle origini della musica, cioè il Blues, infatti ricordiamoci che tutto inizia da qui. Il saper suonare tutte le tipologie di musica e una grande umiltà pensiamo possa poi fare la differenza.»
 

  
I vostri figli hanno seguito le orme dei padri vero?
«Mio figlio Alessandro – ci spiega Robert Beso – suona la batteria ed è molto bravo, ha studiato al conservatorio e conosce molto bene la musica. Casa mia è sempre stata piena di chitarre, lui all’età di 9 anni prese in mano la chitarra e dopo pochi giorni mi disse che avrebbe voluto suonare la batteria, sono stato comunque felice di questa sua scelta. Con lui ho un ottimo rapporto, qualche volta mi chiede anche qualche consiglio.»
«Anche le mie figlie suonano, – precisa Luciano Corradini. – Ginevra è una pianista e fa anche piano bar, mentre Letizia suona il flauto.»

Quali sono stati gli insegnamenti che la musica vi ha dato in questi anni?
«La musica – precisa Robert Beso – è la più grande opportunità di aggregazione esistente al mondo. Il musicista vive una vita esclusiva perché sviluppa conoscenze uniche. La musica ti aiuta molto anche a sopportare le pressioni e lo stress, ti insegna ad organizzarti e a gestire bene la pianificazione della tua vita.»
 
Vi riconoscete qualche pregio?
«Sono persona molto affidabile» – ci confida Luciano Corradini.
«Per quanto mi riguarda, – dice invece Beso – mi riconosco una grande umiltà da sempre e credo di essere un uomo molto spontaneo.»
 
E qualche difetto?
«Abbiamo entrambi un difetto che ci accomuna, siamo piuttosto lunatici.»

Vi sono rimasti dei rimpianti?
«Da giovane – è Robert Beso che risponde, – avevo iniziato seriamente a studiare musica, poi purtroppo ho dovuto interrompere e questo è sempre stato un mio grande rimpianto.»
«I miei rimpianti invece – risponde Luciano Corradini – sono legati ai molti progetti legati al Jazz che non hanno avuto la continuità sperata.»

Immaginiamo che abbiate ancora qualche sogno nel cassetto?
«Per quanto mi riguarda – ammette Robert Beso, – ho avuto molto dalla musica e ho raggiunto quello che volevo, quindi non ho nessun sogno nel cassetto.»
Per Luciano Corradini invece è diverso, infatti aggiunge «Vorrei essere l’ideatore e il protagonista solista di un grande evento legato alla musica, ma nello stesso tempo anche al teatro ed al musical.»
 

 
Nella vita avete raggiunto i vostri obbiettivi?
«Amo quello che ho, quindi sono sereno,» – assicura Beso.
«Per quanto mi riguarda – aggiunge Corradini, – insegno musica nelle scuola ormai da 25 anni e lo faccio sempre con molta motivazione ed entusiasmo, inoltre sono anche architetto e seguo alcuni importanti progetti. Grazie a questo mi sento realizzato e per questo penso di aver raggiunto gli obbiettivi che mi ero prefissato.»
 
Cambiereste alcune vostre decisioni prese in passato per quanto riguarda la musica?
«Una sola, – risponde con sicurezza Robert Beso. – Negli anni 70 ci chiesero di fare una tournée di 4 mesi sulla riviera romagnola e decidemmo di non accettare. Ma purtroppo alcuni di noi erano impegnati con gli studi universitari e altri con il lavoro, peccato perché credo sarebbe stata una grande esperienza.»
 
Com’è cambiata la musica oggi?
«La grande globalizzazione ha portato poca originalità nella musica, il bombardamento mediatico continuo a parer nostro ha sortito un effetto contrario al voluto, cioè oggi i giovani sentono meno musica delle generazioni passate.»
 
Salire sul palco vi da ancora molta emozione?
«Pochi minuti prima di salire sul palco le mani cominciano a sudarmi e sento che la produzione di adrenalina comincia a salire a dismisura,» – commenta divertito Robert Beso.
«Per me – dice invece Luciano Corradini – è sempre molto emozionante, è come un battito del basso profondo sulla tastiera.»
 
Come vorreste essere ricordati da tutti?
«Come due umili musicisti che con passione e sacrificio hanno contribuito come molti altri, per oltre 35 anni a diffondere la musica nella nostra regione.»
 

Forse è proprio l’umiltà e la grande voglia di conoscere ed apprendere che ha dato forza ed impulso ai due musicisti per rimettersi in gioco molte volte e con tipologie musicali e progetti a volte molto diversi fra loro.
Per loro la musica in tutti questi anni è stata una sorta di rifugio nel quale rintanarsi per dimenticare i dolori della vita e le delusioni, o forse per uscire dalla noia e dalla insoddisfazione.
Ma questo percorso li ha resi protagonisti sempre e dovunque, in anni, generazioni e con musicisti diversi.
Ci sono stati anche dei momenti di riflessione, la voglia di smettere per sempre, ma la voglia di tornare protagonisti ancora una volta li fatti scrivere un nuovo capitolo della loro vita.
«Probabilmente – ricorda Robert Beso, – se non fossi stato chiamato da Roberto Conci per l’esperienza Millennium credo proprio che avrei smesso per sempre, per questo penso di doverlo ringraziare.»
 
Con quasi 1.000 concerti in 35 anni di musica entrano di diritto fra i musicisti trentini che hanno suonato di più in assoluto nella nostra Regione.
Anche loro sono un piccolo pezzo di storia Trentina, la parte silenziosa che si mette a disposizione in modo serio e professionale per la musica e per chi ama ancora ascoltarla.
I valori in cui credono, li hanno portati in tutti questi anni ad essere musicisti affidabili e a credere sempre che il raggiungimento di ogni obbiettivo debba essere centrato grazie all’aggregazione e l’unità d’intenti di tutta la band.
Per questo dopo 35 anni loro sono ancora qui con una chitarra in mano e con una tastiera pronta a sprigionare ancora una volta melodia e grandi infinite emozioni.
 
Roberto Conci
r.conci@ladigetto.it
 
La grande storia delle Band Trentine dal 1961 a oggi finisce qui… 
Il prossimo giovedì sarà dedicato ad alcune riflessioni dell’autore ed ideatore di questa appassionante storia durata otto mesi, ma che in realtà ha percorso quasi 50 anni di musica trentina.

 

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