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Avere in casa la classe energetica «A+»?

Ecco come si fa a riconoscere un elettrodomestico a basso consumo

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Sono ormai moltissime le famiglie italiane che decidono di adottare uno stile di vita più sostenibile e consapevole, non solo per risparmiare sulle bollette di luce, gas e acqua, ma anche per salvaguardare l’ambiente, sempre più provato dell’inquinamento e degli sprechi.
Si calcola infatti che il consumo di energia di una famiglia media italiana è costituito per il 25% dalla produzione di acqua calda e illuminazione e per ben il 75% dall’uso degli elettrodomestici.
Ecco perché acquisire uno stile di vita più ecologico conviene a tutti.
Ed è più facile di quanto si possa pensare, a partire dagli elettrodomestici, che vengono sempre più incontro a queste esigenze proponendo soluzioni sostenibili, ma mantenendo le alte prestazioni di sempre, se non addirittura migliori.
 
Ma come si fa a riconoscere un elettrodomestico a basso consumo?
Innanzi tutto, consultando la Eco Top Ten, classifica redatta da Legambiente in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia che, dopo aver valutato centinaia di modelli delle principali marche più vendute sul mercato italiano a proposto i modelli migliori per ecologia e prestazioni, tra i quali è possibile trovare le lavatrici hotpoint di Ariston, consultabili anche nel sito ufficiale, le lavastoviglie Whirlpool e Miele, dal design innovativo, i forni della linea green spirit di Rex Electrolux, oppure le televisioni Philips, Samsung e Sony, ma anche i condizionatori Toshiba e Mitsubishi Electric.
In secondo luogo, bisogna controllare le classi energetiche dell’elettrodomestico che si ha intenzione di acquistare. Infatti, non tutti gli elettrodomestici che offrono funzioni simili tra loro consumano la stessa quantità di energia.
 
Così, per rendere più semplice il confronto e capire quale sia l’elettrodomestico più ecologico, una direttiva dell’Unione Europea del 1992 ha stabilito che questi venissero etichettati in base alla loro efficienza energetica in rapporto alla Classe di Consumo Energetico, vale a dire una scala di valori riferita ai valori medi europei che va dalla lettera A, che indica i consumi più bassi, alla lettera G, che indica quelli più alti.
Per semplificare il tutto, le etichette prevedono anche un sistema di colori, che va dal verde scuro, abbinato agli elettrodomestici con più alta efficienza, al rosso, abbinato a quelli che consumano di più.
E dal momento che sono stati moltissimi gli elettrodomestici che, a quel punto, si sono convertiti alla classe A, l’etichettatura è stata ulteriormente ampliata, per permettere di indicare quelli a consumo energetico minore tra gli elettrodomestici di classe A. Così, esistono tre sottocategorie, oltre alla Classe A: A+, A++ e A+++.
E la differenza è molto più notevole di quello che si può pensare.
 
Un elettrodomestico A++, infatti, consuma fino al 50% in meno di energia rispetto a un elettrodomestico di classe A. Sull’etichetta sono poi indicate anche altre informazioni utili per la scelta dell’elettrodomestico, come il Consumo di energia annuo, indicato in kWh e riferito al consumo energetico totale in quel periodo, e la rumorosità, segnata in decibel, molto spesso non considerata al momento della scelta e invece molto importante al fine di creare un ambiente casalingo confortevole e non generare inutile inquinamento acustico.
Nel caso di lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie, viene indicata anche la classe di efficienza del lavaggio e la classe di efficienza dell’asciugatura, che mostrano l’indice di performance di queste due funzioni.
È poi consigliato di affiancare l’utilizzo dei propri elettrodomestici ecologici a pannelli fotovoltaici che permettono di generare energia pulita e acqua calda a costo 0.
Si tratta di una soluzione assolutamente rispettosa nei confronti dell’ambiente che aiuta, inoltre, a tagliare drasticamente i costi delle bollette, grazie all’utilizzo delle risorse naturali e del calore solare.
Inoltre, l’istallazione di pannelli fotovoltaici prevede numerose sovvenzioni e riduzioni delle tasse da parte dello Stato, al fine di favorire l’utilizzo di fonti di energia pulita.

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