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L’Universiade invernale Trentino 2013 è stata un successo

I commenti a sipario chiuso sulla più importante manifestazione sportiva mai ospitata dal Trentino

Cala il sipario sulla XXVI Winter Universiade Trentino 2013 e per le migliaia di accreditati che in queste ore stanno rientrando nei 61 paesi di origine resta il ricordo della partecipazione ad un grande evento, il maggiore mai ospitato nella storia della Provincia autonoma di Trento.
Non a caso il presidente della Fisu Claude-Luis Gallien al termine della cerimonia di chiusura, ospitata nel palazzo del ghiaccio ad Alba di Canazei, ha speso parole di grande soddisfazione per il lavoro del Comitato organizzatore presieduto da Sergio Anesi e diretto da Filippo Bazzanella.
Parlando con la folta delegazione di giornalisti cinesi – protagonisti di una intervista durata oltre un’ora – il massimo esponente dello sport universitario mondiale ha lodato la realtà trentina.
 
Con molto pragmatismo non ha nascosto che in questi mesi vi sono stati anche momenti di difficoltà, soprattutto sulla visione complessiva dell’evento, ma ha enfatizzato quello che ha definito «il grande gioco di squadra».
«Non era possibile giudicare questa organizzazione con i tradizionali criteri che adottiamo in occasioni di simili eventi in Cina o in Russia sia per il poco tempo a disposizione sia per l’alto livello tecnico dei componenti il CO, – ha riconosciuto Gallien. – Superata questa prima fase di riallineamento delle visioni operative tutto è quindi proceduto al meglio.
«Devo dare atto al Trentino di possedere una capacità operativa difficilmente riscontrabile altrove. Abbiamo capito di poter contare non solo su impianti sportivi all’altezza dell’evento ma anche su un materiale umano, se posso usare questo termine, di primissimo piano.»
 
«Organizzare tutto in maniera fantastica in così poco tempo è stata una incredibile sfida e una grande dimostrazione di efficienza, – ha commentato in conclusione Gallien. – E poi non dimentichiamo il contesto ambientale. Gareggiare tra le Dolomiti è unico.
«Il Trentino è veramente una grande terra. Lo hanno potuto osservare di persona i protagonisti della XXVI Winter Universiade, lo hanno potuto vedere centinaia di milioni di telespettatori nel mondo. Le immagini televisive sono risultate affascinanti.»
 
Complimenti che rendono ancora più dolce il primo sommario bilancio della manifestazione.
«In un contesto storico come quello attuale – commenta Filippo Bazzanella, segretario generale C.O. Trentino 2013 – l’Universiade si trasforma in una visione di speranza per l’Italia e per il Trentino. È la conferma che anche le cose più difficili si possono realizzare con risorse limitate ma con il grande impegno delle singole persone.
«La nostra scommessa vinta è stata proprio questa: aver contributi ad aprire ulteriormente il Trentino al mondo sfruttando l’entusiasmo dei giovani, dando loro fiducia e creando uno staff in grado di competere in campo internazionale. E’ questo il lascito, se vogliamo umano, di questo grande evento le cui reali ricadute si potranno realmente percepire solo tra qualche anno.»
 
Lo ribadisce Sergio Anesi.
«È stata l’Universiade dell’innovazione, della sostenibilità e dell’armonia, – spiega il presidente del CO. – La nostra è certamente stata l’Universiade di un’intera comunità e il Trentino è diventato in questi giorni un villaggio globale, aperto. A tutti.
«L’auspicio è che questo evento possa trasformarsi in opzioni per la nuove generazioni. Abbiamo vinto come squadra creando nuove opportunità per il Trentino. Un ringraziamento speciale lo rivolgo a tutti i membri del comitato organizzatore, alle comunità locali e soprattutto ai rappresentanti delle quattro realtà che hanno voluto questa Universiade: la Provincia autonoma, l’Università e il Comune di Trento, e il Cusi.
«Un grazie va poi a tutte le istituzioni, gli sponsor privati, i corpi militari e civili che ci hanno supportato e che hanno dato il loro contributo, determinante, per un evento di successo. Credo che l’esperienza dell’Universiade Trentino 2013 rimarrà a lungo nei cuori e nella memoria delle migliaia di persone coinvolte.»

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