Buongiorno, scusate se mi permetto, vi
chiedo se possibile inserire questa mia lettera aperta.
Pensavo di essere arrivata nel paradiso terrestre… Tutte quelle
mele stupende, un appuntamento per un probabile impegno di lavoro e
verificare luce e spazi all'interno del castello.
Ore 21, giovedì 12 agosto, castello di Thun. Non vi sono più
turisti, con altri collaboratori parcheggiamo (totale 3 auto e un
furgone) entriamo nel castello.
Osservo la valle lontano con le luci dei paesi e case sparse. Noi
siamo in alto, immersi nel buio.
Decido, lascio la borsa in macchina… Mi libero del peso e penso
"quassù siamo tranquilli! Non può succedere nulla, non vi è
pericolo che le auto vengano toccate... penso.
Ho pensato malissimo!!!
Al ritorno, la mia auto ha i vetri infranti e tutta la mia vita è
sconvolta.
La mia borsa di donna che si porta appresso la vita è scomparsa...
Persino una piccolo contenitore con i trucchi che avevo sotto il
sedile, è scomparso…
Un bottino materiale e sentimentale grandissimo. Carte di credito e
contante, perché approfittavo per continuare qualche giorno di
riposo dopo un lungo anno di duro lavoro…
USB con memorie dei miei lavori, occhiali da vista due ciondoli
particolari, regali di mia figlia per ricorrenze famigliari.
Documenti, chiavi di casa ecc.
Un dolore immenso di cui non riesco ancora oggi a liberarmi e
scuotermi dalla mente.
Nel cuore della notte mi sono stati prestati dei soldi e sono stata
accompagnata in albergo a garantire per me, priva di documenti.
Notte insonne e desolante.
Al mattino, sostituzione del vetro (€ 172). Ho i soldi contatati e
devo elemosinare sconti e riuscire ad arrivare a casa.
Poi, prima di ripartire, ritorno al castello, lascio la macchina a
Vigo di Ton.
La fila dei turisti è immensa, tutto sempre ritornato nella norma.
Solo io sono sconvolta, sola mi addentro in sentieri alla ricerca
della mia borsa che spero che i ladri abbiano gettato per
liberarsene dopo che si sono impossessati di quanto vi
interessava.
Ho cercato molto, ma alla fine ho dovuto desistere.
Dove l'avete buttata? Immondizia? Fossato? Quanto lontano?
Ora Ragazzi mi rivolgo a voi, voi conoscete la mia identità, io ho
cercato di immaginare… voi chi siete?
E quanto vi siete e vi state divertendo con i mie soldi? Penso che
non ve ne freghi un cazzo, come nel vostro gergo vi esprimete, di
come mi sento io.
Be' avete abbastanza soldi per rinviarmi almeno le mie cose
personali, pensando che un giorno potreste nella vostra vita dovere
subire quello che mi state infliggendo. E naturalmente a nessuno
importerà, o gliene fregherà un c...o.
Non sono io che devo giudicarvi o insegnarvi a vivere, ma voi non
avevate nessun diritto di entrare nella mia vita.
Dico «voi», ma potreste essere anche un tu o una lei.
Con Rabbia e altri sentimenti,
Franca Fiorin.
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