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Eroine invisibili: le donne durante la Grande guerra

Fino a fine luglio, al Museo della Donna di Merano è in corso una mostra che rielabora le temartiche del «fronte interno»

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Sul sito dell'Euregio dedicato alla Grande Guerra, questo mese, viene proposto un argomento poco noto, una sfaccettatura della guerra che merita attenzione, in quanto rappresentò l’avvio di un processo di cambiamento nella società.
La massiccia chiamata alle armi degli uomini mise le donne nella condizione di dover uscire dagli stretti confini della casa per occuparsi dei compiti prima spettanti agli uomini.
Volente o nolente la donna poté muovere così i primi passi verso l’emancipazione.
Il conflitto durò quattro anni e strappò la vita di tanti milioni di uomini.
Mentre circa il 90% degli uomini fu chiamato alle armi e si trovò al fronte, la popolazione femminile rimase, per la maggior parte, a casa, tentando in ogni modo di supplire alle forze maschili.
Le donne dovettero continuare a svolgere i doveri domestici e sbrigare nuovi compiti e doveri nell’educazione dei figli, nell’agricoltura e nella frutticoltura, in servizio presso i posti di lavoro che fino a quel momento erano stati tradizionalmente maschili.
Si diede così vita al «fronte interno», quello costituito dalla popolazione civile. Donne e bambini si mobilitarono in ogni ambito.
Fino a fine luglio, al Museo della Donna di Merano, è in corso una mostra che rielabora queste tematiche. 
Per maggiori informazioni visita il sito www.museia.it/italiano/esposizioni/.

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