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Commozione e sorpresa finale per la cappella ritrovata

Ala: Cappella di San Marco a Passo Buole, svelata la prova definitiva

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L'aveva tenuta nascosta in silenzio, per regalare il colpo di scena conclusivo.
Reca la scritta «divo», divino, ed è un frammento dell'architrave della chiesetta di San Marco a passo Buole, prova definitiva - se proprio ce n'era bisogno - che quei resti sono della cappella costruita dalla Brigata Venezia nel 1917.
Il frammento è stato svelato domenica 2 luglio, alla fine della prima messa, dopo 100 anni, alla cappella di San Marco.
Per la cerimonia sono salite alla chiesetta, poco distante da passo Buole, una cinquantina di persone. Per il Comune di Ala erano presenti la vicesindaca Antonella Tomasi e l'assessore Stefano Gatti; presente anche il consigliere provinciale Lorenzo Baratter.
È giunta dalla val d'Aosta persino Vincenzina Gorris, figlia di Vincenzo Gorris, tenente dell'esercito italiano che prestò servizio e combatté a Passo Buole durante la Prima guerra mondiale.
 
L'associazione Memores, che con la ricerca indefessa e caparbia del socio Paolo Leonardi aveva ritrovato i resti della cappella e che poi, con il sostegno del Comune di Ala, aveva recuperato il luogo, aveva già presentato la ricerca di Massimiliano Baroni sulla storia del luogo.
La ricerca di Baroni dava diverse prove sul fatto che si trattava veramente di quella chiesetta, di cui si parla nelle cronache di guerra, voluta dai soldati nel 1917.
Eppure mancava la classica «prova inconfutabile», quella che farebbe zittire anche i più scettici. Con un colpo di scena finale questa prova è apparsa al termine della cerimonia.
E dire che chi l'aveva scoperta, Paolo Leonardi, quella prova ce l'aveva da anni. Ma aveva preferito nasconderla tra i sassi dello scavo, tenendo all'oscuro persino tutti gli amici di Memores, per rivelarla a loro solo il giorno prima della messa.
 
«Si continuava a dire, sarà questa, non sarà questa. Ebbene, noi volevamo essere sicuri che si trattasse della cappella di San Marco.
«Sull'architrave c'era la scritta Milites divo Marco – ha detto il presidente di Memores Daniele Tinelli – noi ne abbiamo trovato un pezzo.»
A quel punto Paolo Leonardi ha svelato il frammento.
«Divo, si legge, era proprio la cappella di San Marco quella ritrovata da lui e da Memores.
«E dire che Leonardi aveva anche trovato il modo di riprodurre i suoni della perduta campana della chiesa, battendo con due picconi di ferro ritrovati sempre durante gli scavi e appartenuti ai soldati.
«Gli speciali ed efficaci rintocchi hanno accompagnato la messa.»
 
Emozionata la stessa vicesindaca e assessora alla cultura di Ala Antonella Tomasi, dopo lo svelamento del frammento dell'architrave.
«Questa sorpresa finale – ha detto Tomasi – arricchisce ancora di più questa giornata.
«L'associazione Memores ha portato avanti il progetto di recupero e ci ha regalato questo nuovo tassello della nostra storia, che ci fa capire meglio quei tragici fatti occorsi sul nostro territorio durante la Prima guerra mondiale.
«Questo luogo dovrà trovare un posto importante nelle celebrazioni del centenario della fine della guerra, l'anno prossimo.»
 
L'associazione Memores ed il Comune ora decideranno su come conservare il prezioso frammento dell'architrave, oltre che su come valorizzare e proteggere il sito storico.
La messa, la prima dopo cento anni, è stata molto partecipata e sentita. La cappella venne costruita nel 1917, un anno dopo le terribili battaglie di passo Buole, che causarono migliaia di morti.
La messa è stata celebrata da don Alfredo Pederiva, aiuto decano di Ala.
«La memoria storica è importantissima – ha detto il sacerdote durante l'omelia – abbiamo il dovere di insegnare a chi viene dopo di noi a non fare gli sbagli che hanno fatto gli altri.
«Quando si vive in pace non ci si rende conto del dono della pace.
«Ma ricordiamo le parole di Paolo VI: mai più gli uni contro gli altri, ma gli uni per gli altri

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