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Eichta e i venti anni della Trentiner-Platz a Braunau

Quella volta in cui l’amico Sindaco di Braunau, Gerhard Skiba, accettò di modificare il nome della via da Südtiroler-Strasse in Trentiner-Strasse

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Nel 1993 Eichta era stato invitato per la prima volta a presenziare insieme al Gen CA Benito Gavazza, allora Segretario Generale di Onorcaduti a Roma, all’annuale congresso della Croce Nera Austriaca a Linz, capoluogo dell’ Alta Austria.
Il convegno era aperto alle delegazioni di Stati d’Europa che da tempo collaboravano con la Croce Nera nel mantenimento dei cimiteri militari e nello scambio di informazioni e ricerche sui caduti di ogni nazionalità nei territori di loro competenza.
A margine di quel convegno internazionale la Croce Nera aveva programmato, come da tradizione, una visita a un cimitero militare e fu scelto quello Braunau am Inn.

Si trova precisamente nella attale frazione di Haselbach, dove sono sepolti soldati Italiani e Russi che morirono in quel vasto campo di prigionia che durante la Grande Guerra ospitò complessivamente 30.000 prigionieri di guerra tra Italiani e Russi.
Vi morirono 1.514 soldati che sono ancora lì sepolti; 637 sono Italiani.
In quella occasione notò con sua sorpresa, proprio nei pressi dell’area che un tempo ospitava il campo dei prigionieri di guerra, una lunga via col nome Südtiroler-Strasse.

Gli fu spiegato che la via attraversava tutto il territorio di un vasto campo profughi che durante la Grande Guerra, precisamente dal 25 novembre del 1915 al dicembre 1918, accolse in 106 baracche di legno 12.00 profughi, provenienti dall’allora Tirolo di lingua italiana, ossia da alcune località dell’attuale Trentino come Lavarone, Dro, Arco.
Memorizzò questa spiegazione e come figlio di internato a Katzenau, decise di interessarsi maggiormente delle vicende riservate anche ai profughi trentini.
 

 
Nel 1994 collaborò al viaggio a Braunau, organizzato dalla Comunità di Lavarone con la presenza anche di Mons. Lorenzo Dalponte e ebbe modo di rincontrare le autorità comunali locali e il Decano Mons. Stefan Hofer e le varie Associazioni locali.
Nel 1995 organizzò a Braunau la visita di una delegazione delle Comunità di Dro e Drena e Arco e a ricordo venne posta una lapide nella cripta della Chiesa di San Martino, annessa al Duomo di Braunau, a ricordo della permanenza dei profughi di quelle Comunità a Braunau.
Dato che la Südtiroler-Strasse si riferiva chiaramente solo ai Trentini, così denominati fino alla fine della Grande Guerra, in quella occasione propose all’amico Sindaco di Braunau Gerhard Skiba, di modificare il nome di quella strada in Via dei Trentini, ossia Trentiner-Strasse.

La sua proposta venne accolta inizialmente con entusiasmo, ma poi sorsero comprensibili i dubbi, nel dover modificare lungo quella strada numerosi numeri civici, patenti e documenti vari dei singoli abitanti di quell’ intera area che aveva ospitato il campo profughi, compresi la baracca adibita a Chiesa e il cimitero del campo, tutto ormai sepolto e coperto dalle villette costruite nei decenni successivi.
Il Sindaco di Braunau Gerhard Skiba, sostenuto anche dalla locale Associazione Culturale di Storia Contemporanea diretta dal Prof. Florian Kotanko, fu determinato a trovare una degna soluzione a quanto da me proposto.
 
La parte finale della lunga Südtiroler-Strasse finiva davanti a una piccola piazza che si trovava proprio difronte all’attuale Ginnasio di Braunau, pure costruito sull’area del campo profughi.
Quindi si decise di mantenere la Südtiroler-Strasse, ma con mia enorme soddisfazione di chiamare quella sua ultima parte periferica Trentiner-Platz 1.
Dopo particolari e intensi momenti organizzativi istituzionali e diplomatici, durati alcune settimane, si decise il gran giorno della cerimonia di intitolazione : il 2 luglio 1997.
 

 
La significativa cerimonia, divenuta internazionale, si svolse proprio nella nuova Trentiner-Platz al numero 1 alla presenza del Sindaco di Braunau Skiba, del Presidente del Parlamento Austriaco Heinz Fischer(divenuto Presidente della Repubblica) e di quello Italiano Luciano Violante, di SE l’Ambasciatore d’Italia a Vienna Joseph Nitti, del Presidente della PAT Carlo Andreotti, della Presidente del Consiglio Regionale dell’Alta Austria Angela Orthner, del Presidente del Consiglio Provinciale Marco Giordani, di numerosi Sindaci del Trentino con Alpini, Circoli Anziani, Rotary, circa 300 persone dal Trentino!

In quella occasione il Sindaco Skiba conferì a Eichta la medaglia d’Oro del Comune di Braunau e gli donò la targa originale stradale della parte finale della Südtiroler-Strasse, divenuta Trentiner-Platz.
Gli confidò che solo leggendo il mio libro bilingue su Braunau, venne a conoscere, come del resto tutti gli abitanti di Braunau, dell’esistenza di un campo profughi nel suo Comune durante la Grande Guerra!

Recentemente il Prof. Florian Kotanko, Presidente della Associazione Culturale di Storia Contemporanea e per anni insegnante in quel Ginnasio, a nome del Comune e della autorità scolastica aveva deciso di ricordare i 20 anni di quella storica iniziativa.
Contattarono solo Eichta e gli proposero di ftenere una conferenza in tedesco davanti agli studenti del Ginnasio e ai loro insegnanti, avente per titolo «Perché a Braunau la Trentiner-Platz?».
 

 
Non fu per Eichta semplice rivivere quei lontani giorni di preparazione con i contatti soprattutto istituzionali e diplomatici che naturalmente come sempre non limitarono le sue convinzioni e soprattutto il forte entusiasmo di portare a termine la mia proposta della Trentiner-Platz.
Nel 1997 quegli studenti non erano ancora nati e pensavo, con quale interesse avrebbero accolto il mio racconto.

La sua emozione davanti ai giovani attenti e interessati studenti, ansiosi di sapere e tutti con gli occhi lucidi mano a mano che raccontavo, era veramente notevole.
Dover cercare di descrivere loro la guerra in casa nel Trentino per più di tre anni e le terribili conseguenze di quella guerra anche per le popolazioni civili, non era facile, ma la loro attenzione e sensibilità gli diedero il sostegno dovuto. 

Eichta ritiene che sia ancor oggi essenziale aver la possibilità di illustrare ai giovani di oggi le traversie subite in questo caso da popoli vicini che possono favorire maggiormente la reciproca conoscenza e sviluppare e approfondire rapporti di amicizia e di collaborazione sicuramente dal punto di vista umano e culturale.

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