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Ricordato oggi con una medaglia l'Italiano Romeo Martini

Nel 1943 fu gettato nella foiba di Vines e, come altre 16.000 vittime, fu dimenticato per oltre 40 anni dallo Stato italiano

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Oggi, venerdì 10 febbraio, è stato celebrato il «Giorno del Ricordo», in memoria dei 16.000 nostri concittadini che sono stati sterminati dal 1943 al 1945 in Istria e delle 350.000 persone che hanno dovuto prendere la strada dell’esilio alla fine della guerra.
Gli aspetti più atroci di quell’eccidio di massa sono stati la motivazione delle esecuzioni («perché erano italiani») e le modalità con cui vennero uccisi (fucilati, annegati e infoibati, cioè gettati nelle cavità carsiche legati l’uno all’altro col filo di ferro).
 
L’aspetto più umiliante è rappresentato invece dal silenzio caduto per più di quarant’anni su quegli eccidi di massa, come se non avessero avuto la dignità di altri popoli che subirono la tessa terribile sorte dello sterminio di massa. Convenienze politiche nazionali e internazionali imposero l’oblio. Il Partito Comunista italiano riuscì a imporre al Governo italiano il vergognoso silenzio, per non gettare nel discredito gli alleati comunisti della Jugoslavia.
Poi, con la caduta del Comunismo e dell’anticomunismo, finalmente, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi stabilì che quelle vittime dovessero essere ricordate ogni anno il 10 febbraio.
 
Meglio tardi che mai, diciamo noi, ma come tutti gli anni ripetiamo che anche le vittime delle Foibe meriterebbero di essere ricordate quello stesso 27 gennaio in cui tutto il mondo celebra il Giorno della Memoria in onore di tutte le vittime che subirono lo sterminio di massa.
 

 
Hanno preso parte alla cerimonia le più importanti autorità militari e civili della provincia di Trento e il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, ha ricordato gli aspetti legati a quel terribile momentio storico. 
Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha consegnato alla signora Lucia martini diploma e medaglia.
Nel riquadro che segue riportiamo l’intervento del Commissario del Governo, prefetto Francesco Squarcina, pronunciato oggi alla consegna di medaglia e diploma alla signora Lucia Martini, figlia dello scomparso padre Romeo, ucciso nella foiba di Vines nel 1943.

Autorità, Signore e Signori, desidero esprimere la mia viva gratitudine per la vostra presenza che testimonia e rafforza il significato ed il valore di questa cerimonia.
Un particolare e rispettoso saluto desidero rivolgere alla Signora Anna Maria Marcozzi Keller, Presidente e animatrice del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
 
Otto anni orsono il Parlamento Italiano consacrava la data di oggi, 10 febbraio, anniversario della firma nel 1947 del Trattato di pace tra l’Italia e le Potenze Alleate, quale Giorno del ricordo.
Da allora questa giornata è dedicata alla memoria degli italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia nonché di Trieste e Gorizia che, al termine del secondo conflitto mondiale, subirono indicibili violenze – quasi sempre per la sola colpa di essere italiani – trovando migliaia di loro una morte atroce, per molti nelle Foibe del Carso.
 
Un genocidio, una pulizia etnica, che incominciò nel 1943 e continuò oltre la fine della guerra e che si calcola costò la vita a dodicimila nostri connazionali. Quanti riuscirono a sottrarsi allo sterminio furono costretti a lasciare le loro case, i loro beni ed a intraprendere la via dolorosa dell’esilio.
La popolazione italiana di quelle regioni fu così quasi completamente sradicata e fu cancellata di colpo una presenza linguistica e culturale di tradizione millenaria che traeva origine dagli insediamenti romani e che si era consolidata con la Repubblica di Venezia.
Su queste tragiche vicende calò per alcuni decenni un colpevole velo di omissione e di oblio, al punto che alcune autorevoli voci giunsero a denunciare la congiura del silenzio da parte della politica, della cultura e dei mezzi di informazione.
Sul punto il Presidente Napolitano ha detto: «Anche di quella non dobbiamo tacere assumendoci la responsabilità dell’aver negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali».
Anche per effetto della celebrazione del Giorno del ricordo grandi progressi sono stati compiuti in questi ultimi anni verso l’obiettivo di una memoria matura e consapevole di tutti gli aspetti di quella dolorosa vicenda affinché essa non fosse più motivo di scontro o divisione ma, al contrario, divenisse fattore di unità nazionale attraverso la celebrazione condivisa delle vittime di una tragedia comune.
 
L’odierna cerimonia si arricchisce di un momento di grande significato: la consegna alla sig.a Lucia MARTINI della medaglia commemorativa dedicata al padre Romeo Martini, prelevato nell’ottobre 1943 dai partigiani titini e soppresso mediante infoibamento nella foiba di Vines.
 
Il riconoscimento del supplizio patito è un atto di giustizia nei confronti di ognuna di quelle vittime, restituisce le loro esistenze alla realtà presente perché le custodisca nella pienezza del loro valore, come individui e come cittadini italiani.
L’evocazione delle loro sofferenze e del dolore dei famigliari ci unisce oggi nel rispetto e nella meditazione.
Non possiamo e non vogliamo dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro.

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