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Pochi hanno ricordato che 69 anni fa venne bombardata la Portèla

Il 2 settembre 1943, oltre 200 tonnellate di bombe uccisero quasi 200 persone, colpevoli solo di essere lì, da qualche parte, a Trento

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Non riesco a comprendere per quale motivo la politica si sia intromessa nelle celebrazioni dei morti a causa del bombardamento della Portèla, accaduto esattamente alle 13. 30 di 69 anni fa.
Se esistono dei morti di sinistra e dei morti di destra, cosa che la mia cultura mi impedisce di accettare, i poveri concittadini caduti sotto il primo bombardamento della città di Trento sono morti per cause assolutamente indipendenti dalla loro appartenenza politica.
 
Oggi, alla ricorrenza del 2 settembre ci sono andate solo le formazioni di centro destra e destra. Fra l’altro divise anche loro perché alcuni sono stati considerati diversi dagli altri.
Francamente, il sottoscritto e le formazioni di destra non hanno nulla in comune, salvo l’alta considerazione nei confronti della morte. Soprattutto quella casuale, inutile e inaspettata come quella dei caduti sotto i bombardamento degli Alleati, il cui scopo era quello di piegare l’orgoglio della popolazione civile che, nolente o volente, aveva acconsentito al Duce di dichiarare la guerra.
 
Una ventina di persone è morta annegata in due giorni di agonia, sepolta negli scantinati del palazzo della Cassa Malati che allora si affacciava su piazza S. Maria. Li sentivano urlare, implorare di farli uscire perché l’acqua della Roggia Grande che scorre lì vicina stava riempiendo il rifugio.
Un ragazzino è morto d’inedia perché pur sentendolo urlare sotto le macerie non sono riusciti a localizzarlo per tempo.
Sei persone sono scomparse perché erano sul ponte di San Lorenzo quando le scosse generate dalle bombe lo hanno fatto sussultare e ricadere su se stesso. Alcuni corpi vennero trovati a Mori.
Tanti gli eroismi volontari, dettati dal solo senso del dovere che qualcuno ha dentro di sé.
 
Dove erano oggi il centrosinistra e la sinistra? Cos’è che può incidere sulla volontà di onorare i caduti?
Beh, forse è comprensibile che non ci si debba ricordare di loro tutti gli anni, questo è un esimente. Ma se gli avversari vanno a ricordarli, si deve accorrere quanto meno per impedire le osservazioni che sta facendo chi scrive questo articolo.
Ad ogni modo, il prossimo 2013 sarà il 70esimo anniversario del bombardamento della Portèla.
C’è un anno di tempo per dimostrare che la scelta di non partecipare oggi ad alcuna commemorazione è stata dettata dal normale affievolirsi della memoria che il tempo, grazie a Dio, consente alla condizione umana. Né tantomeno dall’appartenenza politica.
 
Guido de Mozzi
 
Le foto appartengono a due formazioni diverse. Sotto il titolo abbiamo messo quella che non presentava bandiere.

 

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