Sfogliando i libri della storia: il Terremoto di Lisbona
Accadde il 1° novembre 1755. Provocò 100.000 morti, come a Messina
Dopo aver dedicato un lungo articolo
per commemorare il terremoto di Messina, che un secolo fa provocò
la morte di quasi 100.000 persone tra la Sicilia e la Calabria,
abbiamo deciso di dare uno sguardo un po' in giro per trovare altre
catastrofi paragonabili al sisma che sconvolse il nostro Paese.
Suggeriamo un libro in proposito, scritto da Mario Tozzi e
pubblicato nel 2005 da Rizzoli ( 267 pagine), intitolato
«Catastrofi. Dal terremoto di Lisbona allo tsunami del sudest
asiatico: 250 anni di lotta tra l'uomo e la natura».
Vale la pena leggerlo perché conduce i suoi lettori sui luoghi
delle catastrofi del passato e del presente alla scoperta delle
ragioni profonde dei movimenti di quello che l'autore definisce «il
pianeta che vive», attraverso la ricostruzione dei grandi disastri
della storia naturale.
Prima di Messina troviamo infatti, di dimensioni certamente più
maestose, il Terremoto di Lisbona
Il grande terremoto del 1755, conosciuto comunemente come terremoto
di Lisbona, fu un movimento tettonico che si registrò alle 9.40 di
mattina del 1º novembre 1755 ed ebbe come epicentro Lisbona,
capitale del Portogallo.
Il sisma interessò complessivamente una superficie di 11 milioni di
kmq e raggiunse un'intensità pari al IX grado della scala Richter.
Nei luoghi in cui le scosse non furono avvertite, i suoi effetti si
manifestarono sotto le acque. Colpì gran parte dell'Europa,
dell'Africa e dell'America, ma provocò i maggiori danni nella zona
sud-occidentale del Vecchio Continente. L'evento ebbe profonde
ripercussioni sulla società portoghese, tanto che le ambizioni
coloniali del Portogallo nel XVIII secolo ne uscirono fortemente
ridimensionate.
Nella città di Lisbona si ebbero fra 60.000 e 90.000 morti, a
seconda delle fonti, su una popolazione stimata in 275.000
abitanti. In Marocco vi furono altri 10.000 morti. Le scosse ebbero
una durata di circa 6 minuti. La quantità di persone che persero la
vita non superò quella di Messina, nonostante la maggiore vastità e
potenza, solo perché accadde a metà della mattinata anziché alle
5.21, quando la gente era profondamente addormentata.
Anche a Lisbona si ebbe lo tsunami. Il mare si ritirò lasciando il
molo e la riva a secco, con tutte le navi e le barche che vi erano
ormeggiate, quindi un'onda di 15 metri si abbatté sulla città.
All'interno del paese le scosse causarono frane sui monti Rabida,
Estrella, Julio, Marao e Cintra.
Il sisma interessò buona parte dell'Europa (Norvegia, Svezia,
Germania, Olanda, Francia, Spagna, Gran Bretagna ed Irlanda) e del
Nord Africa (particolarmente a Tangeri, Fez, Maquinez e Marrakech
in Marocco) e Tetuan e Funchal nell'isola di Madera.
Le scosse furono percepite in Olanda, Svizzera, Italia e Corsica ma
anche alle Antille ed a Barbados.
In Africa fu avvertito quasi con la stessa violenza che in Europa.
La città di Algeri fu in gran parte distrutta. In Marocco, molte
abitazioni crollarono a Fez e a Maquinez, e molti furono coloro che
perirono sotto le rovine. Anche Marrakech subì le stesse
devastazioni.
Il terremoto di Lisbona, oltre che distruggere intere città, scosse
anche le coscienze di un'intera generazione. Lisbona era la
capitale di un paese fortemente cattolico, con alle spalle una
storia di grandi sforzi di cristianizzazione ed evangelizzazione
delle colonie. In aggiunta il sisma coincise con una festività
cattolica e distrusse quasi tutte le più importanti chiese. Per
tutti i teologi e i filosofi del XVIII secolo, questa inaudita
manifestazione della collera divina rimase un mistero assai
difficile da spiegare, e che fu di stimolo a riflessioni
filosofiche di vario tipo. Alcuni fecero risalire la causa del
terremoto alla punizione divina per il massacro degli indios nelle
riduzioni sud americane dei gesuiti. Massacro ordinato e compiuto
dagli eserciti portoghesi, per evidenti interessi economici.
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