Grande folla all’inaugurazione dell’«anno hoferiano»
Panizza: «Il ricordo di Hofer è l'occasione per ribadire la nostra autonomia e per consolidare i rapporti con i Tirolesi»
Davanti ad una folla di quasi mezzo
migliaio di persone accalcate nelle sale del futuro Museo delle
Palafitte di Fiavé, l'assessore provinciale alla cultura Franco
Panizza ha ufficialmente inaugurato le manifestazioni «trentine» in
programma per celebrare i duecento anni della sollevazione tirolese
sotto la guida di Andreas Hofer contro i Franco-Bavaresi. E lo ha
fatto presentando un libro, uno studio storico che si caratterizza
per un linguaggio quasi giornalistico e comunque accattivante e che
racconta quel che diede il Trentino a cavallo fra il Sette e
l'Ottocento alla formazione del giovane Andreas Hofer e, poi, alla
ribellione tirolese del 1809.
«Le celebrazioni hoferiane - ha detto tra le altre cose l'assessore
Panizza nel suo intervento, - sono l'occasione per ribadire la
nostra specificità storica e autonomistica, di cui siamo
profondamente orgogliosi.»
Una grande affluenza di pubblico, dai semplici curiosi e
appassionati di storia locale, amministratori comunali e
rappresentanti delle Compagnie di Schutzen, cittadini di Fiavé e
ospiti provenienti da tutte le Giudicarie e dalla Rendena hanno
affollato, sabato nel tardo pomeriggio, la Sala delle conferenze
del futuro Museo delle Palafitte di Fiavé, per assistere alla
presentazione del volume dello storico locale Graziano Riccadonna
«Andreas Hofer trentino», primo atto ufficiale delle Celebrazioni
Hoferiane nell'ex-Welschtirol, in quello che oggi è la terra
trentina per eccellenza. Della folla che ha assiepato la grande
sala, le sale vicine e che si è persino accalcata all'esterno, s'è
stupita il sindaco di Fiavé Nicoletta Aloisi, il direttore della
Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e
l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza.
«Vedere tutte queste persone accorse a Fiavé per un evento
culturale fa ben sperare sul successo delle manifestazioni
hoferiane cominciate alcune settimane fa a Castel Tirolo e che
culmineranno il 10 febbraio del 1810 a Mantova, - ha detto
l'assessore Panizza. - È la dimostrazione che i Trentini vogliono
esserci, vogliono colmare quel vuoto storico attorno alla figura di
Andreas Hofer, vogliono dimostrare che oggi vivono con una
mentalità nuova questa ricostruzione delle nostre radici storiche.
Ecco perché abbiamo voluto sottolineare le celebrazioni hoferiane
con lo slogan "La storia incontra il futuro, 1809-2009";
ecco perché oggi a Innsbruck si comincia a parlare anche in
italiano, mentre in Trentino si stanno facendo sforzi notevoli per
stimolare e favorire l'insegnamento della lingua tedesca; ecco
perché oggi non è più devianza nostalgica parlare di Andreas Hofer
che visse per tre anni nella locanda di Marco Zanini al Passo del
Ballino e dire pubblicamente che il "barbon" ribelle rimase sempre
affettivamente legato ai suoi amici trentini...»
Il pensiero dell'assessore Panizza è poi andato alle strategie e
alle prospettive anche politiche che supportano le manifestazioni
hoferiane.
«A Castel Tirolo, nel momento dell'inaugurazione ufficiale delle
iniziative hoferiane, sono rimasto stupito dalla chiarezza con cui
hanno parlato i due presidenti delle Province autonome di Trento e
di Bolzano e il Capitano del Tirolo che, con una chiarissima
proposta di tipo culturale e politico, hanno parlato di
collaborazione interprovinciale e di nuova mentalità che va nella
direzione della creazione di una grande Euro-Regione nel cuore
delle Alpi centrali. E, grazie alla mia competenza istituzionale in
materia di rapporti europei, mi sono già messo al lavoro per
intrecciare quei rapporti che porteranno, fin dal prossimo autunno,
ad alcune prime proposte concrete per avviare questo processo di
costruzione dell'Euro-Regione.»
Passando poi a parlare del libro di Graziano Riccadonna, in queste
pagine l'assessore Panizza vede «uno strumento di conoscenza e di
approfondimento storico, ma anche l'occasione per rispondere al
desiderio di sapere dei giovani, ed ecco perché proprio per loro il
libro è stato pensato e a loro sarà destinato. Altre pubblicazioni,
nei prossimi mesi, completeranno la figura di Andreas Hofer e altre
occasioni di incontro ne sottolineeranno l'importanza storica. Io
sono certo che al termine dell'Anno Hoferiano avremo ben chiara la
figura di quest'uomo che rinunciò alla vita nel nome dei suoi
ideali, che sono poi gli ideali su cui i nostri nonni hanno
costruito l'Autonomia di cui noi oggi godiamo: la famiglia e la
religiosità, la difesa della propria patria, la generosità nel
mettersi al servizio della propria comunità...».
Il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe
Ferrandi ha fornito la cornice storica all'interno della quale si
situa il lavoro di Graziano Riccadonna.
«La storia dell'insurrezione del 1809 - ha tra l'altro detto
Ferrandi, - è l'esempio di un grande eroismo che finisce in
tradimento a opera degli amici, che si spegne tragicamente nella
delusione e nel dramma della solitudine di un uomo chiamato ad
essere eroe forse per caso. Pur tuttavia, la figura di Andreas
Hofer va studiata e sottoposta accuratamente a revisione critica,
perché in essa noi possiamo leggere la testimonianza in embrione
dell'autonomia. L'insurrezione contro la Baviera e contro i
Napoleonici può essere letta e interpretata come una insurrezione
contro la guerra, contro la violenza, contro la violazione delle
proprietà individuali, ma anche contro l'attacco alle tradizioni,
alla fede, alle norme consuetudinarie delle nostre popolazioni. Ed
il bello di questo libro è che in esso noi troviamo un vero e
proprio "atlante" dei luoghi hoferiani in Trentino...»
Graziano Riccadonna, per parte sua, ha brevemente illustrato il
senso della sua opera.
«Ho cercato di rispondere alla domanda "Ma chi era questo
Andreas Hofer?", districandomi tra le cento sfaccettature
della sua figura, talmente controversa che buona parte del
nuovissimo e bellissimo museo di San Leonardo è incentrato proprio
sulle visioni contrastanti che vanno da un Hofer ecologista a un
Hofer nazista, da un Hofer legittimista a un Hofer pangermanista...
Sono partito dalla certezza che Andreas Hofer non è ancora molto
ben conosciuto, e non solo in Trentino, se è vero che in
un'intervista Reinhold Messner ha di recente affermato che l'oste
di San Leonardo in Passiria avrebbe frequentato le scuole superiori
a Trento, mentre invece fu "famiglio", garzone e
apprendista-oste nella locanda degli Zanini al Passo del Ballino e,
ancor prima, presso una famiglia di Cles.
«Comunque, - ha proseguito l'autore, - io spero che il lettore, al
termine di queste mie pagine, sappia cogliere, nel DNA di
quest'eroe, quell'aspetto interetnico che oggi ci fa ben sperare su
una rinnovata collaborazione fra il Trentino e il Tirolo.»
Nel corso della serata - che è stata allietata dall'arpista
Alexandra Selleri di Fiavé e dalla voce della cantante Sabrina
Scheinder di Ballino, - il sindaco di Fiavé Nicoletta Aloisi, dopo
essersi detta orgogliosa di aver potuto ospitare questo primo atto
delle manifestazioni hoferiane in Trentino, ha dato appuntamento a
tutti al prossimo 26 luglio: in quella data la piazza di Ballino
verrà intitolata proprio ad Andreas Hofer, primo esempio di
toponomastica trentina dedicata proprio all'eroe tirolese e che in
Trentino viene ricordato come ragazzo desideroso di imparare a
gestire una locanda, a comprare e vendere cavalli, e di apprendere
i rudimenti della lingua allora parlata nelle vallate trentine.
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