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Alpini, Kaiserschützen, Kaiserjäger sul Presena a parlare di pace

La 33ª Festa della Fratellanza si è svolta con profonda commozione, alla barba di chi vorrebbe ancora vedere divisi i Trentini

Assistiti da un'alba di sole, centinaia di persone hanno partecipato, stamattina, alla Festa della Fratellanza che da 33 edizioni lancia un messaggio di pace dalle trincee della Guerra Bianca in Presanella.

Gruppi di Alpini, Kaiserschützen, Kaiserjäger e Compagnie Schützen del Tirolo storico, associazioni di volontariato e di ex-combattenti, hanno sfilato dal ghiacciaio della Presena fino al Monumento della Fratellanza di passo Paradiso, per rendere omaggio ai soldati caduti sui due fronti opposti durante il primo conflitto mondiale.

Forte il messaggio che ha voluto dare l'assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione, Franco Panizza: «Oggi i trentini stanno dimostrando che la storia unisce e non divide».
E' stato con un accenno all'articolo comparso ieri sul Corriere della Sera (vedi nostro servizio) che l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza ha voluto aprire il suo intervento.

«Sebbene qualcuno voglia far passare l'idea che la storia stia ancora dividendo i trentini - ha commentato l'assessore - questa giornata di fratellanza e di amicizia fra i nemici di un tempo dimostra che il Trentino ricorda tutti i caduti con uguale sentimento. Oggi stiamo costruendo l'Europa dei popoli, l'Europa delle regioni, riscoprendo le nostre radici storiche e rinsaldando i legami che ci stringono ai nostri fratelli italiani ed austriaci. Le insinuazioni non riusciranno a dividerci.»

Prima degli interventi ufficiali, l'ara prospiciente il monumento alla fratellanza ha ospitato la messa, officiata dal cappellano militare padre Giorgio Valentini con la partecipazione di delegazioni di Kaiserjäger e Schützen, dei rappresentanti della Croce Nera austriaca, di alpini e volontari della val di Sole e della val Camonica, successivamente sono state deposte corone di alloro per i caduti con la salva d'onore.

Tra le autorità, numerosi sindaci e amministratori locali, fra cui il sindaco di Vermiglio Denis Bertolini, nonché Pina e Achille, rispettivamente la vedova e il figlio del cavalier Emilio Serra, ideatore oltre trent'anni fa della manifestazione.
«Vorrei lanciare alle giovani generazioni un messaggio di fratellanza e di rispetto dei fondamentali diritti umani - sono state le parole di Achille Serra - perché è necessario stimolare sempre più i nostri figli alla partecipazione e allo studio della storia.»

Tra i presenti anche l'arciduca Giorgio d'Asburgo, per il quale questa commemorazione serve a costruire nuovi ponti d'amicizia e a realizzare un'Europa senza barriere, e il prof. Erwin Fitz, responsabile della Croce Nera Austriaca sezione Vorarlberg, il quale ha voluto ricordare un episodio significativo della Grande Guerra in Presena.
«Nel giugno del 1915 - ha spiegato il prof. Fitz, storico della Grande Guerra sul fronte Trentino - gli alpini attaccarono le posizioni austro-ungariche tra Monticelli e questa conca. Quando si ritirarono, gli imperiali raccolsero tutti i feriti italiani, che non sarebbero sopravvissuti a una notte in quota, per ospitarli e curarli nelle proprie tende, come fossero fratelli.»

Dopo lo scambio di alcune onorificenze, la cerimonia è proseguita al passo del Tonale, con l'omaggio ai caduti dell'ossario.

Passo Paradiso è uno dei luoghi simbolo del primo conflitto mondiale, uno dei primi ghiacciai a diventare zona di guerra.
Nel 1915, con l'aprirsi del fronte italo-austriaco, le creste a sud del Tonale divennero subito teatro di aspri scontri.
Gli austriaci avevano concentrato le loro forze presso quelle che erano ritenute potenziali vie di aggiramento degli sbarramenti fortificati di fondo valle. Gli italiani infatti tentarono di aggirare i forti del Tonale attraverso le valli di Presena e Stavel.

Il 9 giugno 1915, gli alpini cercarono di conquistare la Vedretta della Presena, che avrebbe aperto la strada verso la val di Sole.
La lotta per il possesso del ghiacciaio durò diverse ore, ma gli Schützen tirolesi respinsero gli alpini sulle loro posizioni di partenza.
In settembre, una nuova offensiva italiana permise di conquistare parte del crinale dei Monticelli e la Punta del Castellaccio (3.029 m), ma fu respinta dopo pochi giorni.

Le azioni si conclusero nel duro inverno 1915-16.
Se cessarono i caduti per gli scontri a fuoco, crebbero quelli che perirono per le circostanze climatiche di un fronte d'alta montagna.

Nei mesi e negli anni successivi ogni esercito si fortificò nelle sue posizioni: al termine del conflitto la linea del fronte era rimasta pressoché immutata.

La «Festa della Fratellanza» è stata ideata da Emilio Serra e Kurt Steiner, entrambi scomparsi, per mantenere vivo il ricordo dei caduti di entrambi gli eserciti, ed è promossa dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Regione Trentino Alto Adige, dal comune di Vermiglio, dal locale Gruppo Alpini e dal Museo della Guerra Bianca.

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