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Il libro storico della Settimana – Di G. de Mozzi

Titolo: Giorgio Postal Autori: Mauro Marcantoni e Danilo Fenner Editore: Fondazione Museo Storico del Trentino 2010 Pagine: 259, Brossura Precedenti in Pagine di Storia

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IL CONTENUTO
Segretario provinciale della Democrazia cristiana negli anni sessanta, deputato a Roma per sei legislature, Sottosegretario in importanti e delicati dicasteri, testimone diretto della lotta contro la mafia nel periodo del Commissariamento della Democrazia cristiana siciliana, Giorgio Postal può essere a pieno titolo considerato uno dei testimoni privilegiati della storia trentina più recente.
Laborioso, tenace, animato da un grande senso delle istituzioni ha diviso i suoi impegni tra la politica, gli incarichi di governo e la risposta alle molte emergenze che hanno segnato le vicende locali fino alla fine degli anni ottanta e quelle nazionali nei primi anni del decennio successivo.

IL COMMENTO
Chi scrive questo commento ha avuto la fortuna di condividere uno dei periodi più importanti della vita di Giorgio Postal e posso dire che quanto versato nella sua biografia riporta tutto, se si eccettuano alcuni dettagli che sono più aneddoti che frammenti di storia.
La ricostruzione chiarisce una volta per tutte il modo in cui Postal è entrato in politica e segnatamente nella Democrazia Cristiana. Molti infatti lo ritenevano una figura defilata e nascosta un po' dalla mole del grande politico trentino Flaminio Piccoli, del quale Postal è effettivamente stato segretario a Roma, ma certamente non succubo.
Si scoprirà che ha cercato di non apparire ma di operare per il bene della sua gente, che ha partecipato attivamente ai principali momenti che hanno segnato la storia nazionale e locale, che è stato uno degli uomini più apprezzati nel Paese e in Europa.
Ricorderò solo due particolari che hanno segnato anche la vita del sottoscritto.

Quanto lasciò il Ministero dell'Interno, dove era sottosegretario alla Polizia di Stato, rimase senza incarico per qualche tempo in attesa che l'allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti lo chiamasse alla Presidenza con la delega ai Servizi segreti del paese. La sua esperienza al Viminale lo aveva messo in luce come la giusta interfaccia tra il Paese (la politica) e la Struttura (polizia e quant'altro). Essendo stato amato dal Capo della Polizia e dal Ministro dell'Interno, per tutti era la garanzia di imparzialità e di correttezza istituzionale nei reparti più delicati dello Stato.
Evidentemente però era una figura non stava bene ai servizi stessi, che cominciarono a screditarlo come si usa fare nella vita «civile», anticipando presso la stampa nazionale la carica cui era destinato e le iniziative che avrebbe preso una volta insediato. Insomma, il classico modo per bruciare un candidato non desiderato.
Ricordo in particolare L'Espresso che aveva pubblicato una sua foto a piena pagina senza dire sostanzialmente nulla sulla sua persona. Ma poi accaddero anche minacce vere e proprie, con misteriosi fatti inquietanti tesi a dimostrare che non c'era posto per lui.
Io allora lo assistevo nella comunicazione che lo riguardava ed ero arrivato a questa conclusione in breve tempo. E difatti alla fine la nomina non gli giunse mai. Ma fu la fortuna per Postal, perché i vertici dei Servizi vennero poi travolti da grossi scandali.

Il secondo è accaduto in Sicilia, dove era stato inviato come persona di fiducia della Democrazia Cristiana con il compito di «fare pulizia».
Era la persona giusta, primo perché veniva dal Nord, secondo perché usciva dal Ministero dell'Interno dove appunto si era segnalato come uomo di Stato.
Quando riuscì a mettere le cose a posto in Consiglio comunale di Palermo, cacciando come si dice i ladroni dal tempio, lo annunciò ai vertici del partito. Mentre stava parlando con loro, squillò il telefono. Lo alzò e una persona (che stava all'interno del Palazzo) gli annunciò che sarebbe stato ucciso a breve.
Ovviamente non accadde, perché gli raddoppiarono la scorta (e la Struttura era dalla sua). Ma accadde un altro fatto gravissimo.
Una mattina stava attendendo alla sede del partito Salvo Lima, dal quale aveva deciso di cominciare a fare davvero pulizia. Quando venne raggiunto dalla notizia che il parlamentare era stato ucciso in un attentato della mafia, Postal si portò sul posto prima di tutti e il fatto lo segnò per tutta la vita.
Il messaggio della mafia era dunque chiaro e forte, ma in realtà segnò anche la fine della potenza mafiosa all'interno della Democrazia Cristiana, perché il delitto aveva fatto saltare tutto il sistema di equilibri interni alla malavita siciliana.

Questi due passaggi sono riportati fedelmente nel libro di Marcantoni e Fenner e li ho ricordati qui proprio per confermare quanto l'opera sia fedele alla realtà.

Questo libro, non a caso editato dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, più che una biografia in senso stretto, è una vera e propria storia dell'Italia contemporanea e delle autonomie della Regione Trentino Alto Adige e della Provincia autonoma di Trento.
Attraverso il percorso della vita dell'uomo politico trentino, gli autori scrivono un vero e proprio Bignami di storia. In quanto tale non va persa dunque neanche una parola di quanto scritto, sia nel testo corrente che nelle note a piè di pagina.
Consiglio il libro anzitutto ai colleghi giornalisti, soprattutto a quelli giovani, perché è un libro di consultazione utilissimo per affinare la propria conoscenza storica. Ma anche a tutte le persone che desiderano conoscere come si sono svolti i fatti che hanno portato il Paese e il Trentino ad essere quello che stiamo vivendo.
Basti guardare i titoli del sommario per capirne l'importanza.

¦ Presentazione
¦ Ripensando a Postal, di Antonio Zichichi
¦ L'infanzia e gli anni della formazione
¦ I primi incarichi politici
¦ Al timone della DC trentina
¦ Gli ultimi anni sessanta
¦ Gli anni «romani» e il terrorismo
¦ L'approdo alla ricerca scientifica
¦ Prima e dopo Moro
¦ Gli anni della maturità umana e politica
¦ Dal preambolo al craxismo
¦ Dall'ambiente agli interni
¦ I fronti si moltiplicano
¦ L'altro Postal
¦ Trento-Palermo e ritorno
¦ Appendice
¦ Riferimenti bibliografici
¦ Indici

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