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La cinta difensiva austriaca sorta attorno a Trento dopo il 1860

Lo spunto culturale nasce da una precisazione della Provincia su un articolo pubblicato da un quotidiano sul Forte di Cadine

Il recupero del Forte di Cadine fa parte di un progetto pluriennale volto al recupero delle fortificazioni austriache costruite attorno alla città come cinta difensiva.
I lavori sono iniziati, guarda caso, nel 1960, cioè nell'anno della spedizione dei Mille e un anno prima del sorgere del Regno d'Italia.
Da allora, le vicende del Risorgimento dimostrarono che l'Austria aveva capito benissimo che cosa sarebbe successo negli anni a venire.

La Provincia ha inviato alle redazioni una precisazione volta a chiarire un articolo apparso oggi sul Quotidiano Trentino sul forte di Cadine intitolato «Cadine, storia del Forte dimenticato».
A parte gli aspetti giornalistici, che non ci riguardano, cogliamo l'occasione della nota della Soprintendenza per i beni architettonici della Provincia autonoma di Trento per ricostruire la logica difensiva della città di Trento.
Eccola qui di seguito, nel riquadro.

La «tagliata stradale» Strassensperre Bus de Vela è stata sottoposta a vincolo di tutela culturale, secondo il Decreto Legislativo dd 22 gennaio 2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio con provvedimenti ai sensi dell'allora vigente Legge 1089/1939 nel 1959 e nel 1964, rettificati con Decreto del Presidente della Giunta Provinciale nel 1991.

Il forte è entrato a far parte del patrimonio provinciale nel 1991, nell'ottica della sua conservazione e valorizzazione, considerate le sue peculiari caratteristiche architettoniche e la localizzazione.
Il forte infatti è contraddistinto dalla particolare cura costruttiva, tipica dei manufatti della prima generazione della fortificazione del territorio trentino, che lo rende un "unicum" in un panorama di opere maggiori che ammontano a circa un centinaio di esemplari.
Ha inoltre un particolare fascino insediativo, posto a chiusura della stretta e angusta valletta del Vela, collocato a cavallo della strada che scendeva verso Trento da Cadine, una delle importanti arterie di collegamento che portava verso Brescia.

Nel 1860 l'Austria iniziava la costruzione delle prime opere fortificate a chiusura delle principali rotabili, a protezione del territorio attualmente individuabile come Trentino Alto-Adige, ultimo baluardo dell'impero austroungarico in Italia.
Gradualmente anche la città di Trento venne difesa e nel 1885 fu completato il campo trincerato formato da forti di cintura, tagliate stradali e blockhaus. La tagliata stradale Bus de vela costruita negli anni 1860-1862, assieme al «Blockhaus Doss di Sponde» fu fra le prime opere in muratura e terra realizzate dagli Austriaci.

Il recupero del forte è uno dei punti importanti del «Progetto Grande Guerra» avviato dalla Giunta provinciale con l'approvazione, nel settembre 2003, del Documento di direttive ed indirizzi per un programma di recupero e valorizzazione del patrimonio storico della Prima guerra mondiale.

Il progetto esecutivo di restauro è stato approvato nel 2005. I relativi lavori hanno recuperato, oltre alle opere di fortificazione, restituendo così alla vista locali di particolare suggestione, il sistema difensivo e logistico a livello strada.
Lo spostamento del tracciato della strada statale ha permesso la ricostruzione filologica dell'originario tracciato viario di accesso al forte e di ridare valore alla logistica del sistema difensivo (fuciliere, ponte, alveo del torrente, ecc.).

I lavori hanno interessato poi anche le aree a monte del forte, con la riproposizione delle postazioni in barbetta, della poterna e con la realizzazione di un percorso di visita all'interno dell'ambiente naturale connesso al sistema fortificato.
Tutti i lavori si sono conclusi nel giro di meno di quattro anni e hanno impegnato una somma di poco superiore al 1.4 milioni di Euro; un costo che rientra ampiamente nella normalità per opere di questo genere.

Il forte in un primo momento era stato pensato come punto informativo rispetto alla realtà costruttiva trentina legata all'evento della Prima Guerra mondiale, oltre al luogo del racconto di se stesso.
Ora, alla luce di un ragionamento più preciso e attuale dell'insieme delle realtà esistenti, messe in campo del Progetto Grande Guerra dalla sua nascita ad oggi, si è pensato di mirare in maniera più appropriata il messaggio divulgato dal forte stesso verso la conoscenza del territorio di guerra locale, legato alla Fortezza di Trento, di cui diverrà rappresentante emblematico.

Il manufatto recuperato sarà comunque sempre luogo di incontro e di eventi volti alla diffusione di quel particolare periodo della storia locale, attraverso proposte indirizzate, in maniera distinta, ai residenti, agli ospiti del Trentino e soprattutto all'utenza scolastica.
La Soprintendenza per i beni architettonici sta completando i progetti esecutivi di allestimento e di informazione che si spera di poter concludere quanto prima.
Previsioni precise circa l'apertura del forte non possono ragionevolmente essere fatte in questo momento, in quanto il recente verificarsi di azioni di distacco dalla parete rocciosa sovrastante l'area di accesso hanno imposto la necessità di intervenire con lavori di consolidamento roccioso a garanzia della sicurezza.

Il forte recuperato sarà uno dei punti di offerta del programma per le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, da tempo allo studio dell'Assessorato alla Cultura, e che a breve sarà sottoposto all'esame della Giunta provinciale.

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