Ritorno alle Gallerie di Piedicastello per sapere la propria storia
Sono ventidue i figli di emigrati che partecipano agli «Interscambi giovanili», ospiti di altrettanti coetanei residenti
È in Trentino dal primo di luglio, e
vi rimarrà fino al 20, un gruppo di oriundi trentini che stanno
vivendo la prima fase dell'Interscambio giovanile promosso e
organizzato anche quest'anno dal Servizio emigrazione e solidarietà
internazionale della Provincia autonoma di Trento e giunto alla sua
tredicesima edizione.
I ventidue giovani sono in Trentino ospiti di altrettanti coetanei
trentini, che il prossimo anno vivranno un'analoga esperienza nei
Paesi di provenienza dei loro partner.
Cinque giovani oriundi provengono dall'Argentina, cinque dal
Brasile, due dall'Uruguay, due dal Messico, due dagli Stati Uniti e
uno per ognuno dei seguenti stati: Bolivia, Cile, Paraguay,
Guatemala, Perù e Australia.
Stamattina hanno visitato le Gallerie di Piedicastello, a Trento,
un modo affascinante per gettare uno sguardo sulla storia della
loro terra di origine, di conoscerne gli esponenti più famosi e gli
episodi cruciali.
È dal 1999 che la Provincia autonoma di Trento ha avviato la felice
esperienza degli Interscambi giovanili, un modo per confrontarsi
con culture diverse, per vivere e condividere un'esperienza di
scoperta e di conoscenza circondato da un'atmosfera di tipo
domestico e familiare, per incontrare nuovi amici partendo da uno
spazio culturale di base comune.
Vi partecipano ogni anno giovani dai 18 ai 36 anni, metà dei quali
provenienti dai Paesi in cui vivono ancor oggi discendenti di
emigrati trentini, mentre l'altra metà è costituita da giovani
trentini residenti, disponibili ad ospitare per tre settimane i
coetanei oriundi e a restituire poi la visita andando a trascorrere
tre settimane in casa dei loro nuovi amici.
In queste settimane, dall'1 al 20 luglio 2011, l'Interscambio sta
vivendo la sua prima fase: i ventidue giovani discendenti di
emigrati sono in Trentino, dove vivono nelle famiglie dei coetanei
ospitanti e cercano di conoscere la realtà della loro terra di
lontana origine.
Accanto ad alcune giornate organizzate dalle famiglie ospiti,
moltissime e diversificate sono le attività comuni in programma,
tra le quali ricordiamo gli incontri con cori di montagna, ma anche
con le municipalità e con alcune associazioni culturali.
Sono poi previste visite ad Artesella, a Stava, alla Magnifica
Comunità di Fiemme, a musei come quello dei Costumi Popolari di
Coredo, al MART e al Museo Storico italiano della Guerra di
Rovereto, al castello del Buonconsiglio, alla Fondazione Museo
Storico del Trentino, all'Università di Trento.
Oggi i ventidue oriundi, accompagnati da Antonella Giordani e
Lorenza Fracalossi dell'Ufficio Emigrazione e da alcuni loro
«partner» ospitanti hanno visitato le Gallerie di Piedicastello,
perdendosi letteralmente nelle due «canne» della ex-tangenziale
alla scoperta di una storia fatta di personaggi a loro sconosciuti,
di eventi che nessuno ha mai raccontato loro e di quei valori
fondamentali che aiutano a capire meglio l'Autonomia della loro
terra di origine.
«Abbiamo trovato un Trentino molto più bello di quanto pensavamo e
di quello che i nostri parenti ci hanno raccontato - ci ha detto
Claudio Weiss Camacho, boliviano la cui famiglia è originaria di
Pian dei Pradi di Vattaro: - un Trentino ordinato, pulito e
orgoglioso di quel che è. E' stata una bellissima sorpresa!.»
E che cosa spinge, invece, alcuni giovani trentini ad accettare la
scommessa dell'Interscambio, ospitando per tre settimane un loro
coetaneo, con l'intento di restituire la visita il prossimo anno?
Ce lo dice Massimo Cristel, 28enne di Tesero, che ospita a casa sua
Karina Isabel De Florian, che vive a Villa Regina, nel Rio Negro
argentino.
«Accettare le regole dell'interscambio - ci ha confidato Massimo a
metà della Galleria Bianca - ha significato per me
compiere un ulteriore passo nello studio della storia
dell'emigrazione nella mia famiglia, nella mia valle e in Trentino.
Ho potuto toccare con mano le cento storie degli emigrati, storie
che si intrecciano per costruirne quasi una unica, che oggi ci è di
ammonimento davanti al fenomeno degli immigrati e che ci deve
spingere verso l'accoglienza e l'inclusione. Ho da pochissimo
scoperto, ad esempio, che mio prozio Angelo, nel 1923, fece il
viaggio dall'Italia a Buenos Aires usando il medesimo bastimento
sul quale viaggiava Martino, il nonno di Karina, che oggi è la mia
ospite argentina. E sarà emozionante, il prossimo anno, andare a
vivere per alcune settimane a Villa Regina, dove potrò finalmente
abbracciare i miei parenti che vivono là e che fino a oggi ho
potuto conoscere solo per mail e via skype.»
Giovani che si conoscono e che scrivono assieme le loro storie, che
allargano i loro orizzonti per conoscersi meglio e per cominciare a
costruire qualcosa assieme.
Magari una grande «rete», quella «internet degli affetti» della
quale il presidente Dellai parla spesso.
Dopo una gita a Madonna di Campiglio, i giovani parteciperanno
domenica 17 luglio alla Festa provinciale dell'Emigrazione che si
tiene a Pinzolo e, dopo una visita alla città di Venezia, il 20
settembre chiuderanno la loro esperienza «trentina».
Per aprirne, senz'altro, molte altre ancora.
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