L’assessore Panizza a Vienna per i Funerali di Ottone d’Asburgo
«Amò il Trentino, s'impegnò per l'Europa e lavorò per la pace e il dialogo interreligioso»
L'assessore provinciale Franco
Panizza, in rappresentanza anche del presidente Dellai e della
giunta provinciale, ha preso parte oggi a Vienna ai funerali di
Otto d'Asburgo, nipote e potenziale erede al trono dell'ultimo
imperatore d'Austria e Ungheria, morto lunedì 11 luglio nella sua
casa in Baviera all'età di 98 anni. Con Panizza a Vienna c'era
anche Sabina Kasslatter Mur per la Provincia autonoma di
Bolzano.
«Di Ottone d'Asburgo - ha detto l'assessore Panizza, - voglio oggi
ricordare l'orgoglio con cui ha sempre rivendicato il suo ruolo di
imperatore titolare, e quindi non in carica, ma anche i legami
affettivi che ha sempre nutrito per il nostro Trentino, una terra
che lui e la Casa imperiale d'Austria hanno sempre dimostrato di
amare in modo particolare. Ho avuto modo di conoscere Otto nel
corso di una sua visita a Trento e ci siamo poi incontrati al
Parlamento di Strasburgo: lui e la famiglia si sono sempre distinti
per sobrietà e stile di vita semplice.»
«Otto d'Asburgo - ha poi continuato l'assessore Panizza, - rifuggì
lo stereotipo dell'aristocratico messo in un angolo dalla società
moderna: s'impegnò invece attivamente in politica, fu membro del
CSU e venne eletto al Parlamento europeo, dove lavorò
indefessamente per favorire l'ingresso nella Comunità continentale
della Croazia, della Slovenia e dell'Ungheria. Perseguitato dal
nazismo, rifugiato negli Stati Uniti, nel secondo dopoguerra grande
fu il suo contributo per la pace e la convivenza tra i popoli e le
diverse religioni, settore nel quale fece pesare tutta la sua
autorevolezza, meritandosi in tal modo il rispetto delle più alte
autorità mondiali.»
I riti commemorativi per dare l'ultimo saluto a Otto d'Asburgo
erano cominciati già nella giornata di martedì 12 luglio e sono
proseguiti il giorno successivo a Mariazell, famoso santuario
mariano in Stiria, alla presenza di un mezzo migliaio di persone
radunate davanti alla basilica.
In questi giorni numerose sono state le messe celebrate in sua
memoria anche in Trentino.
L'ultimo atto è stato il Requiem recitato di oggi nel duomo di
Santo Stefano e officiato dall'arcivescovo di Vienna, il cardinale
Christoph Schoenborn.
È seguita quindi la sepoltura della salma nella Cripta
deiCapuccini, dove tradizionalmente riposano gli Asburgo, mentre il
cuore di Ottone sarà tumulato nel convento di Pannonhalma in
Ungheria, come vuole la tradizione.
Ai funerali hanno preso parte rappresentanti del governo austriaco
e dell'aristocrazia europea, nonché numerosi capi di Stato, i
massimi rappresentanti della Comunità Europea e esponenti politici
di Croazia, Romania, Liechtenstein, Lussemburgo e Ungheria.
Nato a Reichenau an der Rax il 20 novembre 1912, Ottone
d'Asburgo-Lorena resse la Casa d'Asburgo dal 1922 al 7 luglio del
2007 anno in cui abdicò a favore del figlio Carlo
Figlio di Carlo I, imperatore austriaco e re di Ungheria, e di Zita
di Borbone-Parma, per la sua opposizione al nazismo dovette
lasciare l'Europa e si rifugiò negli Stati Uniti dal 1940 al 1944
assieme alla madre Zita e al resto della famiglia.
Fece poi il suo ingresso in politica: dal 1979 al 1990 in qualità
di membro del partito cattolico bavarese (CSU): venne eletto al
Parlamento europeo e in quella veste si impegnò per l'allargamento
dell'Unione europea, battendosi soprattutto per l'ingresso
dell'Ungheria, della Slovenia e della Croazia.
Per anni fu anche esponente del Three Forum Faiths, un gruppo
pacifista inglese che persegue gli ideali del dialogo e della
collaborazione fra le grandi religioni monoteiste, appoggiato in
questo suo impegno anche dal Comitato Ottone d'Asburgo, che conta
iscritti anche in Italia.
Sposato con la principessa regina di Sassonia-Meiningen (morta nel
febbraio del 2010), da cui ebbe sette figli, Ottone viveva
stabilmente a Pöcking in Baviera ed aveva le cittadinanze tedesca,
austriaca, ungherese e croata.
Essendo stato imperatore titolare dal 1922 al 2007, detiene un
primato storico assoluto: quello di capo di stato titolare (e
quindi non in carica) più longevo della storia con 85 anni.
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