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La figura di Mayr-Nusser rivive sul palco a S. Giacomo

«Io non giuro» è il pregnante titolo dello spettacolo multimediale che andrà in scena sabato 30 gennaio

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Foto Battel.
 
All'indomani della notizia dell'accelerazione assunta dal processo di beatificazione di Josef Mayr-Nusser - il piccolo grande eroe sudtirolese che sacrificò la propria vita pur di non disconoscere i propri valori, e che verosimilmente diverrà beato entro l'anno in corso - appare quanto mai fortunata la circostanza della imminente riproposizione scenica, al Nuovo Teatro di San Giacomo e con ingresso libero, della vicenda vera che lo vide protagonista.
Un'opportunità preziosa per scoprire o approfondire sia il personaggio che la storia dell'Alto Adige-Südtirol, artisticamente «resa» in chiave emozionante e coinvolgente, tanto quanto aderente alla realtà.
E fruibile da tutti grazie anche all'efficacia della formula parole-musica-immagini.
Accadrà in un periodo già di per sé significativo, come la Settimana della Memoria, ed è un'iniziativa del Centro culturale S. Giacomo in collaborazione con il Centro Pace di Bolzano.
Sicuramente da segnare in agenda, dunque, l'appuntamento per sabato 30 gennaio alle ore 20.30.
«Io non giuro» è il pregnante titolo dello spettacolo multimediale in questione, ideato dal Gruppo di teatro-musica New Eos di Laives-Bolzano-Merano e tratto dal libro «L'uomo che disse no a Hitler» (Ed. Il Margine) di Francesco Comina, il quale sarà personalmente presente.
 

 
 I fatti 
È l’ottobre del '44 quando a Konitz, nella Prussia occidentale, Josef Mayr-Nusser rifiuta di giurare ad Adolf Hitler, pronto ad affrontare le conseguenze del suo atto e certo, al contempo, di poter contare sulla condivisione per tale scelta di coscienza da parte dell'amata moglie Hildegard, che lo aspetta a Bolzano assieme al figlioletto Albert e che sarà destinataria di missive commoventi.
Dopo alcuni mesi di prigionia viene deportato per tradimento al lager di Buchenwald, e fatto proseguire poi verso quello di Dachau: destinazione che non raggiungerà.
Perirà infatti su un carro-bestiame il 24 febbraio 1945, all'età di 35 anni.
Prima però di sfociare nel drammatico epilogo, la narrazione esplorerà, in un vibrante susseguirsi di scenari e situazioni, ciò che precedette, accompagnò e seguì lo storico rifiuto.
Focus quindi sugli accadimenti di quel periodo, con le pesanti ricadute che essi ebbero sulla popolazione locale.
 
Scelte dilanianti - le cosiddette «opzioni», - trasferimenti nel Reich, deportazioni ai lager, arruolamenti nelle SS, famiglie e comunità spaccate, messa a rischio dell’identità culturale: è quanto emergerà dall'ora circa di narrazione serrata e ad alto tasso di emozioni.
Vi saranno anche accenni all’associazione di resistenza non violenta Andreas-Hofer-Bund, alla figura di Franz Thaler, altro sudtirolese che disse no al nazismo.
Qui e là, la vicenda sarà altresì punteggiata da ulteriori personaggi collaterali ma non meno incisivi, nelle rispettive sfumature - quali Federico Ozanam, don Josef Ferrari, Ettore Tolomei, l'ufficiale nazista Fritz Habicher.
Il tutto si svilupperà nell'arco di poco più di un'ora, nell'intreccio fra le voci recitanti di Patrizio Zindaco e Mara Da Roit (curatrice artistica), le musiche composte ed eseguite da Luca Dall’Asta e una articolata proiezione di fotografie dalla grande forza evocativa, molte delle quali tratte, per amichevole concessione del figlio Albert, dall'archivio della famiglia Mayr-Nusser, altre messe a disposizione da archivi pubblici e privati, come quelli del giornalista Ettore Frangipane, dell'Istituto di cultura ladina Micurà de Rü, del Comune di Villabassa eccetera.
 
Completeranno l’iconografia suggestive ricostruzioni degli ultimi momenti di vita di Mayr-Nusser, ad opera della disegnatrice fassana Valeria Battel.
Il risultato sarà quello di un prezioso spaccato mirante a tracciare i contorni di quanto accadde, non senza rilanciare qualche riflessione senza tempo sulla valenza del coraggio civile.
«La storia di Mayr-Nusser», osserva Tina Feller, presidente del Centro culturale S. Giacomo, «è ad oggi ancora, e purtroppo, in ampia misura sconosciuta a molti nostri conterranei. Poter contribuire a porre a ciò rimedio con questa proposta di conoscenza rivolta a tutta la comunità ci dà una grande gioia.»

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