Protesta dei pubblici esercenti al Commissariato del Governo
Un corteo di auto col grembiule bianco si è snodato per Trento con clacson e sirene, a urlare disperati per restrizioni incomprensibili e promesse non mantenute

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Un corteo di grembiuli bianchi si è snodato per la città di Trento, fino a raggiungere il Commissariato del Governo per protestare contro il Governo e le sue incomprensibili elucubrazioni sulle restrizioni volute per contrastare la pandemia Covid-19.
Un aspetto in particolare, vogliamo aggiungere. Non si tratta di una protesta di imprenditori in difficoltà, ma di gente disperata.
Qualsiasi «ristoro», come lo chiamano a Roma, non servirà a nulla per questa gente che da un anno si trova in condizioni di aprire, chiudere, riaprire per un po’ e magari chiudere per sempre.
Nel condividere la protesta in corso, ci viene in mente il commento della vice ministra dell’economia e delle finanze, Laura Castelli, che aveva espresso il consiglio ai pubblici esercenti di «cambiare attività».
Oggi, nelle ipotesi probabili di nuove restrizioni che il governo varerà, c’è l’anticipo di chiusura anche dell’asporto, che dovrebbe terminare alle 18.
Non abbiamo parole. Anzitutto abbiamo visto che lo Stato non può permettersi di «ristorare i ristoratori», ma soprattutto sappiamo non può affrontare la problematica con questi divieti.
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