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Nuovo disciplinare per il marchio «Osteria tipica trentina»

Per fregiarsi di questo titolo dovranno avere locali e arredamento tradizionali che utilizzino - ad esempio - legno e pietra trentina

Dopo alcuni anni di applicazione del marchio «Osteria tipica trentina» e preso atto della sua efficacia e delle forti potenzialità che tale marchio mantiene ancora, tanto che s'è deciso di rinnovare la registrazione all'Ufficio brevetti e marchi per altri 10 anni, su proposta degli assessori Alessandro Olivi e Tiziano Mellarini la Giunta provinciale ha oggi approvato il nuovo disciplinare relativo al marchio di prodotto «Osteria tipica trentina».
Il nuovo disciplinare sostituisce integralmente il precedente, mentre è fissato in sessanta giorni a partire da oggi il termine entro il quale i titolari degli esercizi aderenti al marchio dovranno formalizzare per iscritto la volontà di mantenere l'adesione al marchio, sottoscrivendo un'apposita dichiarazione di impegno, oppure in alternativa di rinunciare al marchio di prodotto in questione.
 
Tra le novità inserite nel nuovo disciplinare approvato oggi figura la previsione che le Osterie tipiche trentine caratterizzate da una tipologia di locali e di arredamento che nel sentire comune offrano una percezione rustica-tradizionale – con riguardo alla localizzazione, alla struttura architettonica e all'utilizzo ad esempio del legno e della pietra – potranno fregiarsi dell'ulteriore definizione di «tradizionale».
Viene inoltre fissato un limite temporale di dodici mesi alla nuova eventuale domanda di assegnazione del marchio nei riguardi degli esercizi ai quali il marchio stesso sia stato negato o revocato a causa del mancato rispetto dei relativi requisiti.
 
È previsto l'obbligo di partecipare alle iniziative e agli incontri proposti dalla Provincia o da altri soggetti dalla stessa delegati per la valorizzazione del marchio, salva l'esistenza di situazioni adeguatamente motivate.
Viene eliminato l'obbligo di disporre per la vendita di prodotti tipici, fatta salva comunque la facoltà di poterlo fare su base volontaria.
 
Tra gli altri obblighi, è prevista la presenza nell'Osteria tipica trentina di un tagliere di degustazione di salumi trentini con almeno tre tipologie; ci sarà l'obbligo di proporre non solo il menù di degustazione, ma anche il tagliere di degustazione di formaggi trentini e quello dei salumi trentini; viene eliminato il riferimento alle ricette depositate presso la Camera di Commercio di Trento ed è prevista l'opportunità di inserire nei menù la descrizione di alcune delle ricette utilizzate; viene eliminato l'obbligo di usare la carta dei vini proposta dalla Camera di Commercio, anche se bisognerà rispettarne tutte le caratteristiche.
Viene introdotta un'operazione ascolto tramite apposite cartoline a disposizione dei clienti, in modo da consentire l'immediata percezione del livello di adesione al progetto.
 
È stato inoltre reso compatibile con il marchio il prodotto l'attività di pizzeria, qualora sia svolta in locali chiaramente distinti e separati rispetto a quelli della ristorazione tradizionale e purché siano adottate modalità gestionali e di pubblicizzazione che non vanifichino le finalità del progetto e sia garantito, laddove possibile, l'utilizzo di prodotti locali anche nella preparazione delle pizze.
L’assessore Tiziano Mellarini ha evidenziato come questo provvedimento «contenga passaggi significativi nella direzione di qualificare la proposta turistica elevando il livello dell’offerta attraverso un legame sempre più intenso a concetti di tipicità e alle espressioni del territorio, oltre che di caratterizzare ulteriormente le strutture che si fregiano di questo marchio non solo dal punto di vista enogastronomico, ma pure sotto il profilo ambientale valorizzando i canoni propri della tradizione trentina».
 
L'assessore Alessandro Olivi, per parte sua, ha invece sottolineato come «questo nuovo disciplinare risponda all'esigenza di rendere il marchio delle Osterie tipiche trentine un vero elemento distintivo dell'offerta enogastronomica trentina, dentro il grande panorama della proposta che viene dalla piattaforma di pubblici esercizi che operano sul nostro territorio. La vera questione è che bisogna sul valorizzare chi s'impegna in modo coerente e trasparente nella promozione e nella somministrazione di prodotti tipici locali, evitando in tal modo il depotenziamento del marchio che può venire da comportamenti e condotte non rigorosi. Chi fa bene il proprio lavoro, insomma – ha ribadito Olivi, – dev'essere adeguatamente valorizzato, e pertanto è nostro compito distillare il meglio della qualità e della originalità. Solo in questo modo la proposta delle Osterie tipiche trentine può rafforzare il sistema trentino dell'ospitalità, e questo in riferimento non solo ai centri turistici, ma anche a quegli operatori che lavorano all'interno del tessuto urbano delle nostre città.»

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