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«L’età media degli agricoltori è di 50 anni, dobbiamo intervenire»

Mellarini mette in campo un progetto credibile per incentivare i giovani a intaprendere le attività di zootecnia, agricoltura e vitivoltura

Molto interessanti le linee programmatiche espresse oggi dall’assessore Mellarini, di cui abbiamo dato spazio in un precedente articolo (vedi).
Ha parlato di turismo, agricoltura e foreste.
Il turismo copre per il 15% il Pil trentino, contro il 6% per il resto del Paese.
Le foreste vengono gestite secondo piani prestabiliti e la filiera del legno compirà il ciclo.
L’agricoltura si presenta come un comparto i cui operatori economici hanno un’età media di 50 anni.
 
Inutile dire che quest’ultimo dato ha attirato particolarmente la nostra attenzione.
E, ovviamente, abbiamo ascoltato quale sia la terapia che la Provincia intende adottare per far fronte a questo invecchiamento, il cui trend presenta il settore come destinato a scomparire.
Le idee dell’assessore sembrano particolarmente chiare e abbiamo motivo di credere che otterrà risultati.
 
Anzitutto istruzione e cultura sono da considerare un grande valore anche per chi vuole dedicarsi all’agricoltura. Non solo perché sono patrimoni personali che nessuno potrà depredare, ma perché l’agricoltura va fatta con intelligenza, preparazione e managerialità.
L’idea di una sorta di accademia per l’agricoltura non ci entusiasma in modo particolare. Ma gli incentivi finanziari ai giovani che intendono accostarsi al mondo agricolo ci sembrano particolarmente allettanti in un momento in cui fare impresa sembra una soluzione che aiuta molto a uscire dalla crisi.
 
Si parla di contributi finanziari di 40.000 euro per chi vuole dedicarsi alla zootecnia, 35.000 euro a chi vuole coltivare la terra, 30.000 a chi intraprenderà la via della viticoltura.
Vogliamo pensare che questi diversi pesi seguano precise logiche imprenditoriali, per cui non ci resta che fare una piccola valutazione.
Va da sé che con le cifre indicate non si possono avviare attività di un certo valore, ma certamente possono convincere qualcuno che, pur essendo interessato, ha bisogno di una spinta iniziale.
 
I contributi di cui sopra possono comunque essere articolati con altri combinati disposti dalla legge provinciale in tema di incentivi che riguardano i giovani e ancora di più i rapporti tra professionalità di diverse generazioni e le successioni.
Questo ci fa pensare che l’iniziativa di spingere l’imprenditorialità agricola porterà i suoi frutti.
A monte di tutto, lo ripetiamo, non si deve cessare di spingere istruzione e cultura.

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