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Numeri in crescita per Phoenix Informatica Bancaria

La società di servizi controllata dalle Casse Rurali trentine chiude il 2011 con aumenti nel fatturato, utile netto e dipendenti e lancia il nuovo servizio «Apertura conto online»

Nonostante i problemi che gravano a livello globale sulle banche, Phoenix Informatica Bancaria, società di servizi controllata dalle Casse Rurali trentine, ha archiviato l’esercizio 2011 con risultati lusinghieri e progetta per il 2012 nuovi sviluppi.
Stamani l’assemblea dei soci convocata al Grand Hotel Trento ha approvato all'unanimità il bilancio 2011.
Sono 150 gli istituti di credito, in maggioranza Casse Rurali e Bcc, che Phoenix serve su tutto il territorio italiano, ha riferito il presidente Luigi Cristoforetti.
 
Nel 2011 il fatturato è cresciuto dell’8,4% raggiungendo l’importo di 60,7 milioni di euro.
L’utile netto è ammontato a 8,5 milioni (+13,1%).
Rafforzato anche il patrimonio (+18,7%), che si attesta sulla cifra di 46,5 milioni.
 
Notizie positive anche per quanto riguarda l’occupazione: i dipendenti sono aumentati di 9 unità, ora sono 144.
Il 2011 si è caratterizzato per l’ulteriore sviluppo del sistema informativo Sib2000, utilizzando componenti tecnologiche sempre più all’avanguardia per la gestione di moduli bancari complessi come la pratica elettronica di fido.
 
Contemporaneamente è proseguita la migrazione alla nuova versione del sistema, totalmente riscritto in ambiente C#, che ha comportato la sostituzione di 8 milioni di linee di codice.
Si prevede di completare la complessa operazione di trasferimento entro il 2012.
Se Sib2000 rappresenta il core business dell’azienda, hanno offerto spunti per valutazioni e bilanci in assemblea anche le altre attività condotte da Phoenix, ad alto contenuto tecnologico e collegate all’uso della moneta elettronica, in continua espansione.
 
La banca in tasca
La software house di via Segantini gestisce le transazioni effettuate attraverso 56 mila Pos, dal Trentino alla Sicilia.
Le operazioni transitate da questi dispositivi nel 2011 sono state 44,5 milioni per un volume di spesa di 3 miliardi e mezzo di euro!
 
Anche gli sportelli bancomat hanno generato un traffico imponente. Sono 1.650, distribuiti in tutta Italia, e hanno consentito ai clienti delle banche servite da Phoenix di effettuare 17 milioni di prelievi.
Agli stessi dispositivi sono state eseguite anche 1 milione 250 mila ricariche telefoniche.
Il bancomat, nato per dispensare contante, sarà sempre di più self service per una serie di pagamenti: bollettini postali, bollo auto, canone Rai, multe.
In Val di Fiemme già oggi può essere utilizzato anche per acquistare il permesso per la raccolta dei funghi.
Per l’operatività su Pos e Atm Phoenix ha in gestione 600 mila carte bancomat (50 mila sono state rilasciate nel solo 2011) e 150 mila carte prepagate.
 
La banca a casa
Un altro servizio in grande espansione - ha riferito Cristoforetti - è l’Internet Banking.
Sono 400 mila i correntisti, 60 mila in più del 2010, che movimentano il loro conto da casa attraverso il computer.
Le disposizioni hanno superato i 20 milioni.
«Stiamo andando sempre di più verso una banca virtuale», ha osservato il direttore Giorgio Crosina, che ha annunciato all’assemblea la disponibilità del nuovo servizio «Apertura conto online».
Le banche che si rivolgono a Phoenix potranno offrire ai potenziali clienti la possibilità di attivare conti online da casa, senza recarsi allo sportello.
In pochi minuti si può aprire il conto completamente sul web, e poi continuare ad operare attraverso il sito.
Altra novità, comunicata da Crosina, riguarda il graduale spostamento di tutte le procedure verso piattaforme «open».
 
La prudenza di Schelfi sul sistema informatico unico
Il presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi ha lodato i risultati di Phoenix.
«Una straordinaria società, lo dobbiamo dire con coraggio e concreto realismo.»
Schelfi ha raccomandato invece prudenza sul progetto nazionale di sistema informatico unico delle banche cooperative, di cui si parla da tempo.
«La strada è giusta ma ancora lunga, e non è facile trovare le giuste convergenze. Occorre salvaguardare la qualità del servizio per non perdere la sfida del mercato. I passi vanno fatti in modo misurato.»

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