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La situazione congiunturale delle aziende trentine nel 2012

La Camera di Commercio: Rispetto al 2011 gli investimenti sono diminuiti dell’11,4% – La voce marketing ridotta del 12,9% – Il 29,3% ha difficoltà ad accedere al credito

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L’indagine sugli investimenti realizzata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento interessa gli stessi settori economici considerati dalla ricerca sulla congiuntura. Oltre alla situazione occupazionale e al fatturato, sono stati rilevati gli interventi realizzati nel 2011 e nel 2012 per investimenti fissi lordi, per investimenti immateriali e le loro finalità.
Ai fini della comparazione l’analisi è stata effettuata in base a un campione costante – considerando cioè solo le aziende presenti in entrambi gli anni di riferimento – e sulla base dei valori per addetto, così da rendere più omogenei i dati nelle due annate.
 
Questa la sintesi dell’indagine.
 
 Risultati
Nel 2012 il 14,4% delle imprese del campione indagato non ha effettuato alcun investimento. Si tratta generalmente di piccole imprese con un fatturato medio pari circa a 141mila euro.
Tra le classi di investimento individuate, quella con il maggior numero di imprese (il 28,9%) è la classe che ha effettuato interventi sotto i mille euro per addetto (mediamente 383 euro) e si contraddistingue anche per valori di fatturato per addetto molto contenuti, poco più di 116mila euro.
L’8,8% delle imprese contattate supera i 20mila euro di investimenti per addetto con una media di 41.745 e un fatturato di 281.448 euro. In quest’ultima classe, l’incidenza degli investimenti sul fatturato risulta pari al 14,8%.
Considerando le imprese presenti nell’indagine, sia nel 2012 che nel 2011, ossia basandosi su un campione costante, gli investimenti totali per addetto sono ammontati mediamente nel 2012 a 8.656 euro (7.676 euro per investimenti fissi e 980 per investimenti immateriali) a fronte di 9.774 euro nel 2011 (8.649 euro per investimenti fissi e 1.125 per investimenti immateriali).
 
Rispetto al 2011 gli investimenti totali sono diminuiti dell’11,4%. In particolare, gli investimenti fissi sono diminuiti dell’11,2%, mentre quelli immateriali del 12,9%.
Entrando più nel dettaglio, presentano una dinamica negativa tutti i settori ad eccezione dei servizi alle imprese e dell’artigianato manifatturiero e dei servizi.
Per classi dimensionali, presentano una dinamica positiva solo le unità più piccole (5-10 addetti), mentre le classi maggiori evidenziano tutte variazioni di segno negativo superiori al 10%.
Il rapporto investimenti su fatturato è risultato pari al 4,0% nel 2011 e al 3,6% nel 2012. Questo indicatore misura anche l’intensità d’investimento che appare più elevata, in ordine decrescente per l’artigianato manifatturiero e dei servizi (8,3%), i servizi alle imprese (5,2%) e per il manifatturiero (4,5%).
 
 Gli investimenti fissi lordi 

Impianti, macchine e attrezzature per la produzione sono fattori cruciali per l’attività d’impresa, per questo ogni anno le aziende vi convogliano gran parte delle risorse finanziarie a disposizione.
Nel 2012 sono confluiti in quest’ambito 3.921 euro per addetto, a fronte dei 4.276 del 2011, con una riduzione dell’8,3%. I valori più significativi nel 2012 spettano al manifatturiero seguito a lunga distanza dall’artigianato. Per dimensione aziendale il valore più elevato è stato messo a segno dalle imprese con 5-10 addetti.
 
Consistenti risultano anche gli interventi in costruzioni, fabbricati e terreni con 2.828 euro per addetto nel 2012 e 2.956 nel 2011, con una diminuzione quindi del 4,3%. Per questa voce gli interventi più cospicui nel 2012 sono stati realizzati dal commercio al dettaglio.
Per i mezzi di trasporto si contano 576 euro per addetto nel 2012 e 843 nel 2011, con una riduzione quindi del 31,7%, e si evidenzia per un impegno più consistente, come naturale, il settore dell’autotrasporto merci.
Infine 352 euro per addetto hanno interessato i mobili e macchine per ufficio nel 2012 contro i 574 del 2011 (-38,7%).
 
 Gli investimenti immateriali 

Gli investimenti immateriali realizzati nel corso del 2012 sono ammontati a 980 euro per addetto.
Le priorità d’intervento delle imprese considerate sono state l'informatica e software con 307 euro per addetto, la ricerca e sviluppo (con 246 euro) e il marketing (con 147 euro), mentre alla voce altro sono andati 242 euro.
La formazione del personale e l’organizzazione del lavoro sono considerati campi d’intervento di minor rilievo.
Nel 2011 l’intervento complessivo era ammontato a 1.125 euro per addetto e vi è stata quindi una riduzione nell’ultimo anno del 12,9% che ha riguardato in particolare la voce marketing.
 
 La finalizzazione degli investimenti 

Per quanto riguarda gli effetti attesi dagli interventi realizzati e rammentando che erano possibili anche più segnalazioni, la ricerca della competitività da parte delle imprese trentine coinvolte dall’indagine si è indirizzata in primo luogo al miglioramento di alcune qualità rilevanti dei prodotti esistenti (21,6%) e all’introduzione di innovazioni organizzative (18,7% di risposte).
Seguono, per frequenza, l’ampliamento della capacità produttiva (18,5%) e il miglioramento della flessibilità dei processi produttivi (16,4%).
 
 Il ricorso al credito 

In quest’ultima indagine, così come in quella dello scorso anno, sono state poste alle aziende anche alcune domande di approfondimento sui rapporti con il sistema creditizio, che è stato costretto, in questa fase di crisi, a rivedere la propria operatività in considerazione dei maggiori rischi nell’erogazione dei prestiti alle aziende.
A questa parte integrativa del questionario hanno risposto 251 imprese.
 
Le decisioni sull’entità degli investimenti delle imprese sono state condizionate in primo luogo dall’andamento e dalle prospettive della propria situazione aziendale (47,2%), ma anche in maniera rilevante dall’incertezza sulle prospettive generali dell’economia (39,1%), mentre il 13,6% ha indicato anche altri motivi, come la necessità di completare piani d’intervento già avviati e la necessità di apportare significative innovazioni, non prorogabili, nei prodotti e negli impianti.
 
Il 33,3% delle imprese afferma di non aver sperimentato delle difficoltà superiori alla norma nell’accesso al credito, il 37,3% non ha richiesto credito nel corso del 2012, mentre il 29,3% asserisce di aver incontrato delle difficoltà superiori al passato, in particolare l’imposizione di tassi più onerosi e la limitazione ai volumi di credito.
Seguono come difficoltà segnalate la richiesta di maggiori garanzie reali, la non concessione di nuovi finanziamenti e la richiesta di rientro del fido bancario.
Per l’anno in corso circa il 51% delle imprese prevede di accedere a nuovo credito sia soprattutto per gestire le attività correnti (27,2%) e per far fronte a ritardi di pagamento dei clienti (27,2%), come pure per sostenere progetti già avviati (23,1%).
Il 71,6% di quelli che intendono ricorrere a nuovo credito pensa di dover subire condizioni più onerose rispetto al recente passato.

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