Home | Economia e Finanza | L'anno comincia bene: la Fiat acquisisce il 100% di Chrysler

L'anno comincia bene: la Fiat acquisisce il 100% di Chrysler

E lo fa senza chiedere un aumento di capitale ai soci ma con la liquidità dell’azienda

image

La notizia, data il primo giorno dell’anno, è di buon auspicio un po’ per tutto il Paese: la Fiat diventa uno dei maggiori produttori mondiali di automobili.
John Elkann e Sergio Marchionne hanno annunciato oggi che la Fiat ha firmato il contratto di acquisto del restante 41,5% della Chrysler dalla Veba, il fondo sanitario USA che detiene il pacchetto.
L’operazione, che sarà perfezionata il 20 gennaio, prevede il corrispettivo di 3,65 miliardi di dollari. Ma non verranno chiesti ai soci Fiat, perché saranno reperiti dalle disponibilità delle aziende in questione.
 
L’operazione conclusa oggi parte cinque anni fa, cioè da quanto è scoppiata la crisi del 2008.
Quell’anno fu segnato da una profonda crisi economica che ha avuto la sua origine negli Stati Uniti d'America per poi diffondersi in tutto il mondo. Uno dei settori che maggiormente risentì di questo fenomeno è stato quello automobilistico.
Il 20 gennaio 2009 Fiat Group firma un accordo preliminare con Chrysler Group e il 10 giugno successivo le due case automobilistiche comunicano di aver chiuso un’alleanza strategica globale: con questo accordo il gruppo italiano acquisisce il 20% del gruppo americano, con la prospettiva di arrivare al 35% se saranno raggiunti determinati obiettivi, stabiliti dall’intesa.
 
Il tutto è potuto accadere perché il Chrysler Group venne sottoposto al Chapter 11, la norma del diritto fallimentare americano che consiste in una bancarotta controllata. La società venne divisa in una «bad company» con i relativi debiti e in una «new company» cui furono conferiti personale, mezzi di produzione, brevetti, clienti.
Il presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama aveva subordinato la concessione di un «prestito-ponte» al gruppo Chrysler a un piano industriale e a un'alleanza con Fiat Group per portare negli USA automobili a basso impatto ambientale e con motori di piccola cilindrata, da tempo circolanti in Europa.
La green economy era un punto qualificante della sua campagna elettorale.
I creditori e i fondi pensione che avevano investito nella vecchia società avevano presentato ricorso contro la fusione alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che però avevano rigettato le richieste.
 
Il 10 gennaio 2011, rimborsato in anticipo il prestito ponte, la quota della nuova Fiat SpA sale dal 20 al 25%. Poi, il 12 aprile 2011, sale ancora al 30% e il 24 maggio 2011 passa al 46%.
Il 21 luglio 2011 il gruppo italiano ottiene ufficialmente il controllo della maggioranza del pacchetto azionario di Chrysler Group, salendo al 53,5%.
Il 5 gennaio 2012 la quota viene ulteriormente incrementata al 58,5% in virtù del raggiungimento di obiettivi industriali precedentemente stabiliti.
Il 1° gennaio 2014, il gruppo Fiat annuncia l'acquisizione del 41,5% delle quote di Chrysler ancora detenute dal gruppo Veba.
Con questa operazione Il gruppo Fiat arriva a detenere il 100% di Chrysler.
La cifra iniziale richiesta da Veba era qualcosa come 5 miliardi di dollari. L’intesa prevede una erogazione straordinaria che Chrysler pagherà a tutti i soci, per un totale pari a circa 1,9 miliardi di dollari, mentre Fiat pagherà «cash» 1.750 milioni di dollari utilizzando la propria liquidità disponibile. Totale, appunto, 3,65 miliardi di dollari.
Altri 700 milioni andranno nelle casse del Fondo di previdenza in quattro comodissime rate.
Insomma, non verrà deliberato un aumento di capitale da parte del Lingotto, che di conseguenza non dovrà mettere un solo dollaro per tale incredibile acquisizione.
 
Ovviamente si moltiplicano gli attestati di soddisfazione da parte delle autorità di Torino e dei sindacati, che in questa operazione vedono il consolidamento di un’azienda chiave per il tessuto produttivo italiano.
I TG nazionali hanno dato la notizia in modo un po’ troppo sbrigativo per un’operazione del genere, che è stato forse il più grande successo della coppia John Elkann (Presidente) e Sergio Marchionne (AD).
Se si pensa che in passato nessuna casa americana era interessata ad acquisire la Fiat perché poco interessante, l’operazione Chrysler rappresenta quanto di meglio il nostro paese è in grado di dare anche nei momenti peggiori per la nostra economia e la politica.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande