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«Quando la cultura si fa impresa e diventa motore di sviluppo»

In Trentino 5.700 imprese potenzialmente coinvolte – Ogni euro speso in cultura genera 2,5 euro in altri settori economici.

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Attenzione a considerare la cultura cenerentola delle attività economiche: in Trentino il sistema produttivo culturale genera il 5,3% del valore aggiunto totale, conta circa 2 mila aziende per un giro d’affari di oltre 760 milioni di euro ed in tempo di crisi è tra i pochi settori a registrare un incremento di spesa delle famiglie.
Sbagliato considerare improduttivi i finanziamenti nei settori artistico e culturale: ogni euro investito in cultura in Trentino dà origine a 2,49 euro di ricaduta economica sugli altri settori. Sono questi alcuni dei dati presentati oggi, mercoledì 7 maggio, nell’ambito del convegno «Cultura e Imprese. Motore di sviluppo per il territorio trentino» promosso da Trentino Sviluppo in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, assessorati allo Sviluppo Economico e Cultura, e la Trentino School of Management.
A confrontarsi sul tema rappresentanti delle istituzioni, ricercatori, operatori del settore, ma anche imprenditori che hanno portato la propria esperienza raccontando come sia possibile fare buoni affari lavorando con cultura e creatività.
Tra le nuove possibili iniziative proposte, la nascita di un distretto culturale creativo, di una borsa dell’artigianato culturale e di un osservatorio dedicato al binomio impresa-cultura.

Ad aprire il confronto, dando la cornice di riferimento dei lavori tenutisi in Sala Belli presso la sede della Provincia autonoma di Trento, la presentazione da parte di Renata Diazzi, direttrice dell’Area BIC e Nuove imprese di Trentino Sviluppo, dei dati raccolti nell’ambito della ricerca «Artigianato & Cultura» condotta da CEii Trentino per conto dell’Assessorato provinciale all’Industria ed Artigianato.
Ne esce un Trentino a due facce, dalle forti potenzialità ma dove si può ancora lavorare per far sì che l’offerta culturale riesca a massimizzare le proprie ricadute sul tessuto economico locale.
Tra i dati positivi il patrimonio culturale di partenza. In Trentino ci sono 25 musei, tra cui eccellenze come Muse e Mart, 17 percorsi archeologici, 86 biblioteche, 12 istituti archivistici, un valore di oltre 138 milioni di euro dedicati alla cultura, di cui il 55% da diretta fonte provinciale, una manifesta propensione da parte del territorio a sostenere gli ambiti culturali.
 
Un euro investito in cultura in Trentino darebbe origine ad una ricaduta sugli altri settori economici pari a 2,49 euro, mentre l’incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul valore aggiunto totale è pari al 5,3%, in linea con la media europea ed italiana.
La Provincia di Trento si colloca al 26° posto, su 110 province italiane, per valore aggiunto generato dal sistema culturale, sempre al 26° posto per incidenza degli occupati del sistema produttivo culturale (5,6% del totale) e al 33° posto per quota di imprese (7,3% del totale) operanti nel sistema produttivo culturale.
Un valore aggiunto, quello prodotto a livello locale dal sistema culturale privato, pari a 762 milioni di euro l’anno, in cui a fare la parte del leone sono l’editoria (218,4 milioni), l’architettura (118 milioni), il design (110 milioni), l’artigianato (88,6 milioni), la produzione di videogiochi e software (87,6 milioni), il settore film, video, radio e tv (57,8 milioni), quello della comunicazione e branding (50,7 milioni), le rappresentazioni artistiche, intrattenimento, convegni e fiere (19,8 milioni).
 
Più di 5.700 piccole e medie imprese trentine sono potenzialmente coinvolte, in varia misura, al mondo della cultura, che può rappresentare in questo momento contingente un volano di sviluppo territoriale e di riqualificazione aziendale molto rilevante.
La ricerca «Cultura come fattore di produzione» in Trentino ha calcolato anche un indice di potenziale culturale dell’artigianato, che esprime il valore virtuale della connessione di questo settore dell’economia con il mondo culturale.
In testa si colloca la Comunità della Paganella con il 48%, ovvero 48 imprese ogni 100 potenzialmente connesse al settore culturale e ne beneficiano; seguono gli Altipiani Cimbri (47%) e il tandem Val di Fiemme – Comun Generale de Fascia, entrambi con il 44%.
 
Calcolando invece l’indice del potenziale culturale al netto della filiera edile (escludendo cioè le imprese edili attive nel settore dell’arredo), in testa troviamo l’Alto Garda e Ledro (19%), seguito da Valle dell’Adige (18%) e Vallagarina (17%).
Questi sono pertanto i territori dove esiste una più stretta correlazione tra investimenti in cultura e ricadute, dirette o indirette, sul tessuto economico locale.
Monica Carotta, direttrice dell’Area Filiere, Imprese e Attrazione di investimenti di Trentino Sviluppo, ha quindi illustrato l’esperienza maturata da Trentino Sviluppo nel campo della creatività a servizio delle imprese.
Attraverso la realizzazione di una ventina di progetti e la collaborazione con decine di enti di ricerca ed esperti di livello internazionale, Trentino Sviluppo ha supportato un centinaio di aziende appartenenti a tutti i settori dell’economia trentina lavorando sullo sviluppo di prodotto e processo attraverso il design, la creatività e la comunicazione, favorendo la nascita di nuove iniziative imprenditoriali.
 
Claudio Martinelli, del Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento, e Paolo Grigolli, della Scuola di Management del Turismo della Trentino School of Management, hanno illustrato il progetto di distretto culturale creativo.
L’obiettivo è capire come un distretto culturale evoluto imperniato inizialmente sull’asse Trento-Rovereto possa aiutare a ripensare il senso della cultura e sostenere le interazioni tra i diversi ambiti economici, incentivando gli investimenti nelle direzioni più promettenti. Il progetto si propone come laboratorio di sperimentazione e possibile catalizzatore di uno sviluppo innovativo con ricadute sull’intera provincia.
 
Tra i casi aziendali presentati al convegno quello di Magil, azienda di Giorgio Leonardelli specializzata nella realizzazione di arredi in legno, che ha costruito il modello in scala 1:1 dell’aereo Ansvaldo SVA esposto presso il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni e sta lavorando alla riproduzione di un sofisticato carillon uscito dal genio di Leonardo Da Vinci.
Il liutaio Stefano Robol, dalla cui bottega escono ogni anno non più di 18 preziosissime chitarre destinate a professionisti di tutto il mondo, dalla Germania alla Corea.
Mauro Ognibeni, con la sua Eurocoperture, partendo dalle opere di lattoneria in generale si è specializzato nella lavorazione del rame per coperture storiche ed artistiche di particolare pregio, come quelle di chiese e campanili.
Valerio Oss con la sua Pixel Cartoons si è inventato un lavoro che non esisteva in Trentino: la realizzazione di grafiche tridimensionali per l’animazione cinematografica.
Un’attività lavorativa che oggi lo porta a dividersi tra Trento e Londra, a lavorare per Disney e Marvel, potendo contare su una rete di artisti e collaboratori che va dagli Stati Uniti alla Cina, passando per Romania, Russia e Gran Bretagna.
 
Al termine della mezza giornata di lavori sono venute anche alcune proposte concrete che potrebbero permettere al Trentino di fare un salto di qualità nella catena di trasmissione che lega gli investimenti culturali, ma anche turistici, alla produttività e redditività di tante piccole e medie aziende che costituiscono il tessuto economico locale.
Tra queste una banca dati da mettere a disposizione delle istituzioni culturali per individuare le competenze adatte a seconda delle esigenze; un osservatorio di valutazione economica dell’impatto degli investimenti culturali sul valore aggiunto delle imprese del territorio.
Ma anche una «borsa dell’artigianato culturale», per far incontrare istituzioni ed imprese, e quindi domanda ed offerta, di prodotti destinati alla promozione all’interno dei musei (dal souvenir, al gioco, alla confezione regalo, al prodotto gastronomico dedicato), incontri di sensibilizzazione per le aziende che vogliano intraprendere collaborazioni con il mondo della cultura, workshop tecnici con artisti, iniziative di collaborazione tra aziende e giovani laureati, ad esempio in design o marketing, per lo sviluppo di progetti specifici.
 
Ed ancora una sorta di «ufficio stile» al servizio non di una singola impresa ma di uno specifico territorio, per tutte le questioni legate all’indirizzamento di design, tecnologie e mercati delle produzioni locali, in grado di fornire supporto sulle ricerche in atto, tendenze, evoluzione delle metodologie produttive e dei materiali, analisi di mercato, supporto alla partnership e alla commercializzazione.
Proposte che hanno riscosso l’interesse ed il gradimento dei rappresentanti istituzionali intervenuti: il Vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, l’Assessore provinciale alla cultura e il presidente di Trentino Sviluppo.
 
Ha moderato Andrea Granelli, già amministratore delegato di tin.it e di TILab, società di ricerca e sviluppo del Gruppo Telecom Italia, attualmente presidente e fondatore di Kanso e curatore di diverse pubblicazioni su tecnologie digitali e innovazione.
 

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