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Eurozona: calo dei livelli d’insolvenza inferiore alle attese

Insolvenze nell’Eurozona ancora superiori del 75% rispetto ai livelli pre-crisi – In Italia rallenta il calo dei livelli d’insolvenza

Nonostante i segnali di ripresa economica e le migliori condizioni di credito per le imprese, l’aggiornamento delle previsioni sulle insolvenze per il 2015 mostra indici di miglioramento per l’Eurozona ancora molto bassi, se non a volte invariati.
È questo il quadro che emerge dal recente Rapporto sui livelli d’insolvenza pubblicato da Atradius, tra i gruppi leader a livello mondiale nel settore dell’assicurazione del credito, cauzioni e servizi di recupero crediti in Italia e all’estero.
I numeri evidenziati dal documento pubblicato da Atradius (www.atradius.com) sottolineano, a livello globale, una previsione di modesto calo del totale delle insolvenze nell’anno in corso (di 8 punti percentuali rispetto alle stime del primo semestre di quest’anno).
In particolare, all’interno dell’Eurozona, i livelli d’insolvenza restano superiori del 75% rispetto ai livelli pre-crisi. Oltre alla Grecia, in cui l’escalation della crisi del debito ha profondamente debilitato l’ambiente imprenditoriale, per cui si attende un incremento dei fallimenti del 9% quest’anno, e un ulteriore 6% nel 2016, è la Francia a segnare una crescita del 4% dei livelli d’insolvenza, nonostante la forte performance economica del primo trimestre di quest’anno.
 
In Italia si prevede un rallentamento del calo dei livelli d’insolvenza (al di sotto della media dell’Eurozona), che passerebbero dal -8% previsto per il 2015 ad un -5% nel 2016. Miglioramenti più consistenti si attendono per Spagna, Irlanda e Belgio.
Previsioni poco incoraggianti per alcuni Paesi al di fuori dell’Eurozona, che sono stati colpiti dall’indebolimento delle economie locali.
Ad esempio la Svizzera, dove è attesa una crescita dei fallimenti aziendali di 12 punti percentuali in più rispetto alle stime del secondo trimestre di quest’anno, e l’Australia dove le insolvenze segnano un +2% rispetto ad una precedente previsione di diminuzione del 9%.
Tra le economie più avanzate si evidenziano in particolare i casi del Canada, quarto più grande esportatore al mondo di petrolio, entrato di fatto in recessione a causa del drastico calo degli investimenti nel settore energetico.
Segue la Norvegia, la cui economia è stata indebolita dalla crisi del settore petrolifero e del gas.
Sebbene le economie di questi due Paesi dovrebbero tornare a ristabilirsi con la crescita di prezzi del petrolio prevista per il 2016, i livelli di insolvenza dovrebbero subire ancora un lieve peggioramento: torneranno infatti a crescere dell’1% in Canada e del 4% in Norvegia.

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