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Istat, frena l'export extra EU: a dicembre 2018 -5,6%

In flessione energia e beni strumentali – Bene gli Usa, calano Cina e Russia

A dicembre 2018 entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue mostrano una riduzione, congiunturale più marcata per le esportazioni (-5,6%) rispetto alle importazioni (-2,2%).
La flessione congiunturale delle esportazioni riguarda principalmente l’energia (-19,2%) e i beni strumentali (-9,5%).
I beni di consumo durevoli (+4,4%) registrano invece un rilevante aumento.
Dal lato dell’import, la flessione è estesa a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, ed è particolarmente intensa per i beni strumentali (-5,7%) e l’energia (-3,7%). Gli acquisti di beni di consumo non durevoli (+2,3%) sono invece in aumento.
 
Nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta comunque positiva (+2,8%) ed è trainata dal marcato aumento dei beni di consumo non durevoli (+9,0%).
Nello stesso periodo, le importazioni sono in lieve crescita congiunturale (+0,7%), determinata dai beni di consumo durevoli (+3,9%), dai beni di consumo non durevoli (+3,1%) e dai beni intermedi (+2,0%).
A dicembre 2018, le esportazioni sono in diminuzione anche su base annua (-5,0%). La flessione è rilevante per i beni di consumo non durevoli (-10,6%) e i beni strumentali (-5,6%).
Le importazioni registrano un forte aumento tendenziale (+8,1%), determinato dai beni di consumo durevoli (+14,6%), dai beni di consumo non durevoli (+12,4%) e dall’energia (+9,3%).
 
Il surplus commerciale a dicembre 2018 è stimato pari a +4.280 milioni, in diminuzione rispetto a +6.161 milioni di dicembre 2017.
Diminuisce l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +71.760 milioni per l’anno 2017 a +69.303 milioni per l’anno 2018).
A dicembre 2018 l’export verso Turchia (-32,9%), paesi MERCOSUR (-18,7%), Cina (-15,2%) e Medio Oriente (-13,5%) è in forte contrazione su base annua.
In aumento, le vendite di beni verso la Svizzera (+7,5%), paesi ASEAN (+7,3%) e India (+3,8%).
Gli acquisti da Stati Uniti (+33,0%), Russia (+20,5%) e Cina (+18,3%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni.

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