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Istat: «Differenziali retributivi, imprese e Ict»

Marnati (Piemonte) lancia l’allarme sul Piano per lo sviluppo della Banda Ultra Larga

Nel 2017 la metà delle posizioni lavorative percepiva una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2014, dello 0,4% rispetto al 2015 e dello 0,3% rispetto al 2016.
Nel 2019 continua ad aumentare la quota di imprese con almeno 10 addetti che accede a Internet utilizzando connessioni veloci: 41% quelle ad almeno 30 Mbps (13,5% nel 2015), 13,8% quelle ad almeno 100 Mbps (6,2%).
Tra le imprese con almeno 10 addetti connesse a Internet in banda larga fissa, la velocità massima di connessione cresce con la dimensione aziendale, senza particolari divari territoriali a livello di macro ripartizione.
 
L'Istat rileva che a livello regionale si evidenzia una buona performance delle imprese del Mezzogiorno: Calabria, Campania, Sicilia e Molise si attestano tra le prime dieci regioni per quota di imprese connesse a Internet a velocità di download pari ad almeno 30 Mbps.
Il 16,1% delle imprese manifatturiere ha un livello di digitalizzazione alto o molto alto.
Sulla base di nuovi indicatori risulta che a profili di digitalizzazione più evoluti delle imprese si associa, in media, un livello di produttività del lavoro più elevato.
Le retribuzioni orarie mediane più basse si osservano per i rapporti di lavoro di imprese localizzate nelle regioni del Sud (10,25 euro), il valore più elevato in quelle del Nord-ovest (11,91 euro) con un differenziale retributivo pari al 16,2%.
Nel Nord-ovest sono attivi il 31,4% dei rapporti di lavoro totali, al Sud il 17,1% e nelle Isole il 6,7%.
 
Continuano invece ad aumentare le imprese più grandi che assumono specialisti Ict (38,4%), nonostante le difficoltà nel coprire i posti vacanti: «il 18,1% delle imprese con almeno 250 addetti dichiara di aver avuto difficoltà nel reperire personale specializzato (15,7% del 2018)».
L'accesso alla rete e l'utilizzo di strumenti informatici e applicazioni espongono le imprese a possibili attacchi o intrusioni dall'esterno. Nel
2019, infatti, «il 10,1% delle imprese con almeno 10 addetti (il 21,7% nel caso delle imprese con almeno 250 addetti) ha dichiarato di aver avuto nel corso dell'anno precedente almeno uno di questi problemi».
 
Infine nel 2017 - altro dato pubblicato di recente dall’Istat - il reddito netto medio delle famiglie italiane è stato di 31.393 euro annui, in crescita del 2,6% in termini nominali e dell'1,2% come potere d'acquisto.
Resta ancora una differenza dell'8,8% in negativo rispetto ai dati del 2007, prima della crisi economica, e inoltre «la diseguaglianza non si riduce», con il reddito totale delle famiglie più abbienti che «continua a essere più di sei volte quello delle famiglie più povere».
Infine l’assessore all’innovazione della regione Piemonte, Matteo Marnati, ha lanciato l’allarme sul «Piano per lo sviluppo della Banda Ultra Larga (BUL), avviato operativamente in Piemonte lo scorso anno con l’apertura dei primi cantieri – scrive Marnati – sta evidenziando gravi difficoltà nell’avanzamento delle opere per la posa dell’infrastruttura (…).»
Marnati è preoccupato per le criticità, sul possibile «mancato raggiungimento, nei tempi stabiliti, dei target di avanzamento fisico e finanziario delle opere finanziate dalle risorse comunitarie (FESR e FEASR, per un totale di 90 milioni di Euro) determinerà inevitabilmente un taglio delle risorse comunitarie (…)».

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