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Roberto Simoni nuovo presidente della Cooperazione Trentina

È stato eletto dall’assemblea a maggioranza assoluta con 423 voti (il quorum richiesto era di 407 voti su un totale di 813)

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Roberto Simoni è il nuovo presidente della Federazione Trentina della Cooperazione.
Lo ha eletto la maggioranza dei soci +1 al primo turno di votazione, senza dover ricorrere al ballottaggio.
In tutto 423 voti, quindi oltre i 407 necessari.
Non ce l’hanno fatta gli altri due candidati, Andrea Girardi (216 voti) e Geremia Gios (174).
 
«Sarò il presidente di tutti, – ha esordito Simoni. – Insieme riusciremo ad individuare la strada giusta, anche in questo momento difficile.
«Lavoriamo ogni giorno per gli altri, ora dobbiamo scaricare a terra questa capacità e riprendere quel ruolo sociale che è fondamentale per il Trentino.
«Non bisogna confondere la crisi della Federazione con la crisi della Cooperazione.»
Il nuovo presidente ha ringraziato i soci e le socie e ha garantito che avrà spirito collaborativo e inclusivo verso tutti.


 
 Gli interventi dei tre candidati 
«Mai come in questo momento disgraziato, il nostro movimento ha dato un esempio luminoso di quello che può fare nella nostra comunità, – aveva detto Roberto Simoni nel suo discorso di presentazione. – Abbiamo eccellenze dei nostri settori che ci invidiano nel mondo.
«Oggi viviamo un orizzonte incerto, difficile, e abbiamo davanti prospettive nuove. Anche la cooperazione non potrà fuggire da questa contrazione forte dell’economia. Ma ce la faremo, supereremo questa fase con l’unione e la forza.»
Sulla necessità di mettere i soci al centro, Simoni ha detto che il punto di partenza è il rapporto di fiducia.
«Non confondiamo la crisi del cda con la crisi della cooperazione – ha specificato – che invece è solida.»
Sul ricambio generazionale Simoni ha detto «Abbiamo pochi giovani che si interessano di cooperazione. Dobbiamo partire dal basso con progetti a loro dedicati, suscitando interesse. Creare percorsi anche nei comitati di settore. Non si può mandarli allo sbaraglio, senza esperienza necessaria.»
 
«Quello che vedo qui riunito oggi – aveva dichiarato nella sua relazione di presentazione il candidato alla presidenza Andrea Girardi rivolgendosi ai rappresentanti delle cooperative presenti – è espressione di un valore sociale stupendo e fondamentale per il territorio.
«Voglio ringraziare attraverso di voi i 200 mila soci e le strutture che continuano a perseguire un obiettivo comune, importante: il servizio alla persona umana sia dal puto di vista economico, sia finanziario che di sostegno al territorio, all’ambiente.
«La cooperazione è dappertutto. La cultura cooperativa deve riuscire a trovare una collocazione, farsi conoscere anche in altri ambiti. Continuare a creare valore per le persone in modo trasversale, in ogni centimetro del territorio trentino.
«Se la stella polare è il valore ce la faremo. Oggi è una festa per la cooperazione, momento di grande condivisione, per proseguire centimetro per centimetro nell’obiettivo di costruire il grande obiettivo.»
 
«La cooperazione rappresenta un modello specifico per unire l’idea di impresa con quello di mutualità, cioè del fare insieme, – aveva aggiunto il candidato presidente Geremia Gios nel suo discorso introduttivo. – Mettere insieme capitale e uomo, che pur possono entrare in conflitto.»
Per Gios la Federazione ha principalmente tre compiti: è sindacato, offre servizi, svolge revisioni.
«Servizi e revisioni – ha detto il candidato – sono utili e possono essere punti di forza, ma possono anche essere svolti da altre entità. Ma la funzione di sindacato è unica e insostituibile e consente di far sviluppare tutte le potenzialità delle cooperative grandi e piccole.»
 
Per svolgere seriamente la funzione sindacato, la Federazione deve godere della fiducia interna dei soci e di credibilità esterna. La perdita di credibilità, secondo Gios, deve essere fatta risalire non alle vicende dello scorso cda, ma ad una perdita di coerenza tra principi e comportamenti.
Secondo il professore non sopravvive chi è più specializzato, ma le società in cui c’è partecipazione più corale, che hanno capacità di rispondere tutti insieme al cambiamento.
E la cooperazione è modello adeguato per il futuro perché contiene questa componente.

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