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Fondazione Cassa Rurale di Trento assegna le borse di studio

Ogni Borsa di studio ha un valore di 12mila euro. Vengono premiati progetti di studio o di perfezionamento o di ricerca di alto livello in tre aree tematiche

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Sara Pedri, Rossana Gramegna, Federica Camin.
 
Sono state assegnate le Borse di Studio della Fondazione Cassa Rurale di Trento.
Ad aggiudicarsele: Sara Pedri (area economico giuridica) e Federica Camin (area tecnico-scientifica).
Rispetto alle edizioni passate i requisiti non sono cambiati. Ma, rispetto al passato, c’era una novità.
«Infatti – osserva la presidente della Fondazione, Rossana Gramegna – ha potuto presentare la propria domanda anche chi risiede nei comuni della nuova Cassa di Trento.»
Nel dettaglio: Trento, Lavis, Mezzocorona, Aldeno, Terre d'Adige, Cembra Lisignago, Altavalle, Albiano, Segonzano, Lona Lases, Sover, Cimone, Garniga Terme. Inoltre potevano fare domanda tutti i soci attivi o i figli di soci attivi della Cassa di Trento ovunque residenti.
 
«Il caso ha voluto che – viene aggiunto – le vincitrici siano proprio due giovani che vivono nelle zone di operatività della ex Cassa Rurale Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra.
«È opportuno precisare che, tutti progetti esaminati dal comitato, erano stati presentati alla commissione in forma anonima.»
Il comitato era formato dal presidente Diego Schelfi, da Anna Perini (ricercatrice senior presso l'unità di ricerca Ingegneria del Software del CIT - Center for Information Technology di Fbk) e dal giornalista Paolo Mantovan (direttore del quotidiano Trentino).
 
Il valore di ogni Borsa di Studio è di 12mila euro. Premia progetti di studio o di perfezionamento o di ricerca di alto livello in tre aree tematiche: economico-giuridica, tecnico-scientifica e umanistico-artistica. Quest’ultima non è stata assegnata.
L’emergenza sanitaria ha impedito di organizzare il consueto evento di premiazione destinato a rappresentare una occasione per sottolineare la valenza dell’iniziativa, giunta all’undicesima edizione.
 
 Vincitrici e progetti  
Sara Pedri, 26 anni di età, di Segonzano, laurea magistrale in Innovation Management alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, è autrice del progetto «Digitalizzazione nell’industria vinicola: analisi tra aree geografiche ed evoluzioni in epoca COVID-19».
Obiettivo.
«Prosieguo della mia tesi sulla digitalizzazione dell'industria vinicola al tempo di Covid-19. Lo studio condotto offre un primo quadro per andare ad ampliare la ricerca. In particolare, è necessario un confronto e osservare la situazione da più punti di vista.
«Inoltre, analizzare un contesto vinicolo non può prescindere dall'analisi del territorio nel suo complesso e dal coinvolgimento di tutti gli attori che ne fanno parte. Il confronto avviene dal punto di vista di digitalizzazione, promozione e marketing territoriale dell’intero ecosistema.
«Le interviste qualitative agli attori più importanti (cantine, operatori turistici, enti pubblici) permetterà di condurre una SWOT analisi e di stabilire come la digitalizzazione sia forte ed integrata in ognuno di questi territori e determinante a far crescere e migliorare l’ecosistema. L’obiettivo finale è quello del confronto sistematico atto ad individuare le best practices per migliorare l’area in analisi.»
 
Federica Camin, 25 anni di Cembra-Lisignago, laurea magistrale in Scienze biotecnologiche veterinarie all’Università degli studi di Milano è autrice del progetto «Ruolo del microbiota intestinale nella modulazione della risposta immunitaria mucosale in bovine da latte di razza Bruna alpina».
Obiettivo.
«Indagare il ruolo dell’alimentazione nella modulazione della risposta immunitaria mucosale (digerente) della bovina da latte in relazione alla differente composizione del microbiota, utilizzando tecniche istopatologiche (istologia, immunoistochimica e ibridazione in situ) e molecolari (analisi del microbioma intestinale).
«L'obiettivo finale sarà la caratterizzazione istopatologica delle popolazioni di cellule immunitarie nella specie bovina, e il confronto dei dati ottenuti in due diverse condizioni di allevamento, in relazione alla composizione del microbioma. In particolare, il progetto si concentra sull’interazione tra microbioma e risposta immunitaria dell’ospite, in modo da porre delle basi per il miglioramento dell’efficienza e la sostenibilità dell’allevamento, soprattutto da un punto di vista sanitario.»

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