Confcoop: «Con stop agli appalti, a rischio 21mila occupati»
Con la decisione del governo di internalizzare i servizi di pulizia e sicurezza rischio licenziamento per 16mila lavoratori impegnati nelle pulizie e 5mila assunzioni
Salvaguardare i lavoratori evitando licenziamenti e costi impropri per le aziende; un quadro normativo chiaro per aziende e lavoratori (attraverso appalti Consip), non rinunciare al controllo ed alla qualità dei Servizi che solo le aziende garantiscono.
Sono le richieste avanzate da Confocooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione & Servizi e ANIP-Confindustria che in una nota congiunta «accolgono con enorme preoccupazione la scelta del Governo di internalizzare il personale impegnato nei servizi di pulizia e di sicurezza presso le scuole italiane tramite l’utilizzo di fondi destinati alla prosecuzione dell’appalto ‘Scuole Belle’».
«Quali rappresentanti di realtà imprenditoriali che hanno lavorato e continuano a lavorare nel pieno rispetto delle regole, prima tra le quali quella del diritto al lavoro tutelato dalle norme – prosegue la nota congiunta – non possiamo e non vogliamo avallare il messaggio preoccupante sotteso alle ragioni dell’internalizzazione, ovvero la demonizzazione delle aziende di settore in merito alla qualità dei servizi erogati e dei costi sostenuti per gli addetti.
«Come associazioni, vorremmo discutere, sulla base di elementi e numeri concreti, della necessità di avere scuole funzionanti e servizi efficienti: nutriamo grandi dubbi e perplessità sulla effettiva utilità del percorso avviato nei termini espressi.
«Ciò sia per quanto afferisce ai lavoratori, sia in termini meramente economici e di costo complessivo dell’operazione.»
«Ci sfugge, dunque – proseguono le 3 organizzazioni – il senso della convenienza dell’internalizzazione; ciò anche lasciando per un attimo in disparte la palese insufficienza del numero di addetti potenzialmente coinvolti nell’operazione stessa: 11.263 (a fonte dei 16.000 attuali soggetti a licenziamento e dei 32.000 plessi scolastici).
«Riteniamo che l’iniziativa possa avere serie ripercussioni economiche, sociali (pensiamo all’attivazione di procedure di mobilità per il personale in esubero) e soprattutto organizzative in ambito scolastico oltre che nel mercato dei servizi.»
«Le nostre associazioni – conclude la nota – hanno sempre lavorato con grande senso di responsabilità, al fine di dare risposte efficaci ed efficienti alle problematiche espresse dalle proprie associate, in primo luogo con riferimento al settore degli appalti pubblici e del lavoro, costituendo quello di riferimento un comparto tipicamente «labour intensive» che oggi conta 2,5 milioni di occupati potenziali. Il senso di responsabilità ci impone di proseguire in un percorso di confronto con le istituzioni e in tutte le sedi opportune, affinché vengano ascoltate le ragioni degli operatori economici, per la salvaguardia dei lavoratori e del decoro delle istituzioni scolastiche.»
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