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«Quante mele al giorno tolgono il medico di torno?»

Conferenza FEM sul ruolo salutistico della mela al Congresso SITI di Riva del Garda

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Ci sarà anche un intervento della Fondazione Edmund Mach nell’ambito del 51° congresso nazionale SITI, la Società italiana di igiene medicina preventiva e sanità pubblica, in programma dal 17 al 20 ottobre a Riva del Garda.
La conferenza del professore Fulvio Mattivi, moderata da Patrizio Caciagli, direttore dell’Area servizi APSS di Trento e dell’Unità operativa multizonale di patologia clinica, dal titolo «Quante mele al giorno tolgono il medico di torno?» presenterà i risultati degli studi condotti dai ricercatori del Dipartimento Qualità Alimentare e Nutrizione della FEM finalizzati a capire il ruolo salutistico della mela.
 
Le ricerche hanno seguito un percorso che ha utilizzato inizialmente un modello in vitro di fermentazione microbica intestinale, e successivamente condotto interventi nutrizionali sull’uomo con somministrazione di mela in acuto oppure prolungata per otto settimane.
È stato coinvolto un ampio gruppo di ricercatori, coordinati da Fulvio Mattivi, Kieran Tuohy e Francesca Fava, e tutto ciò è stato reso possibile grazie al sostegno di progetti europei (FoodBall, Cabala_Diet&Health) e nazionali (Ager), ed alla collaborazione con i produttori nazionali (Melinda, Macè).
 
«I risultati ottenuti -spiegano i ricercatori- indicano come le mele, ed in particolare la mela Renetta Canada, ma anche Golden Delicious e Pink Lady, abbiano la capacità di funzionare come efficaci pre-biotici in vitro, con un effetto sul microbiota intestinale superiore a quello indotto dalla fibra.
«Inoltre il microbiota intestinale risulta avere un ruolo decisivo per assicurare la biodisponibilità dei polifenoli della mela, largamente mediato dai batteri intestinali.
«Gli studi ancora in corso stanno delucidando i meccanismi tramite i quali le mele Renetta Canada, assunte regolarmente, possono ridurre significativamente il colesterolo totale e LDL e alcune molecole di adesione vascolare importanti nell’insorgenza di ipertensione arteriosa.»

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