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Raffineria di Milazzo, preoccupazione per l'indotto produttivo

Le restrizioni per le emissioni di zolfo porterebbero a bloccare definitivamente i processi di refining che occupano 1.500 lavoratori

FederPetroli Italia esprime grande preoccupazione per la situazione del polo industriale messinese a rischio fermo produttivo delle attività di raffinazione. La Raffineria di Milazzo oltre che rappresentare due grandi aziende dell'indotto petrolifero internazionale come ENI e Q8, è parte del processo energetico italiano e mediterraneo.
Le restrizioni per le emissioni di zolfo porterebbero a bloccare definitivamente i processi di refining.
 
Il Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia: «Ritorniamo sempre sullo stesso punto, mancanza di una politica industriale strategica in Italia e di conseguenza assenza di Politica Energetica.
«Fra qualche mese respireremo solo l'aria, sicuramente senza raffinerie sarà più pulita ma ci alimenteremo con la forza della mente

Le preoccupazioni di fornitori e contrattisti è massima. Non solo, la Raffineria ha un indotto occupazionale di circa 1.500 persone.
La cosa che sorprende è che l'Impianto di raffinazione di Milazzo è uno dei più all'avanguardia a livello internazionale, oltre ai numerosi prodotti di raffinazione come benzina, gpl, nafta, gasolio e altri, necessari per la normale e quotidiana amministrazione, è esempio di grandi investimenti che negli ultimi anni sono stati fatti ai Processi di recupero vapori, recupero gas di torcia e il sofisticato impianto di Cracking» conclude Marsiglia.

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