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Morti bianche, in Italia già 469 morti sul lavoro nel 1° semestre

Ogni mese quasi 80 vittime – Il maggior numero di decessi a nordest con 133 infortuni mortali, seguito dal nordovest (124), dal centro (91), dal sud (87) e dalle isole (34)

Il maggior numero di vittime in occasione di lavoro viene registrato in Lombardia (45), Emilia Romagna (40) e Veneto (38).
La provincia in cui si muore di più sul luogo di lavoro è Roma (22 decessi).
Seguono Milano e Torino (16), Napoli (14), bologna e Udine (10), Brescia e Treviso (9), Modena e Venezia (8).
Trentino Alto Adige 4.

331 i decessi rilevati in occasione di lavoro e 138 quelli in itinere.

«Nel primo semestre del 2018 il bilancio delle morti sul lavoro nel Paese parla già di 469 vittime.
«Un dato sconcertante che non fa certo ben sperare in una possibile inversione di tendenza e in un risultato di fine anno diverso da quello a cui siamo, purtroppo, abituati. Ovvero circa un migliaio di decessi.
«Così continuiamo a confrontarci con numeri inquietanti che, in un Paese in cui esiste una disciplina chiara e forte in tema di sicurezza sul lavoro, non avrebbero ragione d’esistere.»
Così introduce l’ultima indagine elaborata dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre - sulla base dei dati INAIL - il suo Direttore, l’Ing. Mauro Rossato.
 
La media mensile di mortalità in effetti è come sempre drammatica: arriva a 78 vittime al mese.
Ciò significa circa 20 morti ogni settimana da Nord a Sud del Paese.
Sono 331 i decessi rilevati in occasione di lavoro, mentre 138 quelle in itinere.
Le donne che hanno perso la vita nel primo semestre del 2018 sono 51 (24 in occasione di lavoro e 27 in itinere).
Una proiezione e un’analisi che sembrano ripetersi mese dopo mese, anno dopo anno, con alcune regioni che dominano spesso la triste graduatoria per numero di decessi.
 
È ancora la Lombardia ad indossare la maglia nera con il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (45 decessi).
Seguono: Emilia Romagna (40), Veneto (38), Piemonte (28), Campania e Lazio (27), Toscana (22), Sicilia (15), Friuli (14), Calabria (13), Liguria (11), Puglia (10), Sardegna e Marche (8), Basilicata (7), Abruzzo (6), Umbria, Molise e Trentino Alto Adige (4).
I settori in cui si conta il maggior numero di vittime sono quelli delle Costruzioni (50 decessi), delle Attività Manifatturiere (47) e del settore Trasporto e Magazzinaggio che fa rilevare 42 morti in occasione di lavoro; mentre nel Commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli i morti sono 18.
Una vittima su 5 delle 469 aveva un’età compresa tra i 55 e i 60 anni.
 
La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro è Roma (22 decessi).
Seguono: Milano e Torino (16), Napoli (14), Bologna e Udine (10), Brescia e Treviso (9), Modena e Venezia (8).
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 57, mentre 21 sono quelli che hanno perso la vita in itinere.
Per quanto concerne, infine, le rilevazioni degli infortuni totali (compresi quelli in itinere) è sempre Roma a condurre la luttuosa classifica (32), seguita da Milano (21), Napoli e Torino (17) e Venezia (13).
 
Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul Lavoro, ci auguriamo che questo comunicato sia una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.

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