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Un convegno sui 140 anni dalla nascita delle Pro Loco trentine

«Pro loco: un modello di sviluppo basato su vivibilità, integrazione e parità di genere»

Oggi al Cuminetti di Trento i partecipanti al convegno erano circa 70, su 100 posti disponibili perché il Covid ha dimezzato i 200 totali. Non male per un convegno.
Ma la sera del 24 settembre al Sociale per lo spettacolo di Lucio Gardin il pubblico non superava le 60 persone, di cui 20 omaggi, su una disponibilità di 300 posti in quanto i 600 totali sono stati dimezzati per via del Covid.
La sera dopo, sempre al Sociale, il pubblico contava 80 persone. Un po' di più.
Ma non è stato un successo. Forse le iniziative ludiche non sono state pubblicizzate abbastanza.

Costruire un rapporto intelligente con il proprio territorio, incentivare l'interscambio tra generazioni, concepire la parità di genere e l'innovazione come chiavi dello sviluppo per il prossimo futuro: sono questi, in sintesi, gli insegnamenti più significativi che emergono dall’analisi del modello delle Pro Loco, insegnamenti che sono stati rintracciati nel corso di un proficuo dialogo tenuto questa mattina nel convegno «140 anni di partecipazione.
Origini, presente e futuro del movimento Pro Loco» promosso dalla Federazione Trentina Pro Loco e dall’UNPLI - con il supporto delle Pro Loco di Centro Storico di Trento e Pieve Tesino - nell’ambito dei festeggiamenti per il 140°anniversario della nascita della prima Pro Loco italiana, la Pro Loco di Pieve Tesino.
 
A intervenire su questi temi sono state personalità provenienti dal mondo della cultura, della ricerca, della politica e del volontariato, che nella loro molteplicità di punti di vista hanno evidenziato aspetti diversi e complementari di queste importanti tematiche: Marco Odorizzi (Fondazione Museo Casa de Gasperi) e Ugo Morelli (psicologo e saggista), insieme con l’assessore provinciale al turismo della PAT Roberto Failoni, l’assessore alla cultura del comune di Trento Elisabetta Bozzarelli, le on. Donatella Conzatti, Emanuela Rossini e Martina Loss, la presidente della Federazione trentina Pro Loco UNPLI Trentino Monica Viola, il presidente nazionale UNPLI Antonino La Spina, i presidenti delle Pro Loco Pieve Tesino e Trento, Lucrezia Sordelli e Marco Lazzeri, e il sindaco di Pieve Tesino Oscar Nervo.
 
Il compleanno della Pro Loco di Pieve Tesino, nata nel 1881 e diventata precursore per un movimento che raccoglie oggi oltre 6.200 libere associazioni di cittadini che operano a livello capillare sui territori per prendersi cura dei’ luoghi e delle comunità, diventa allora lo stimolo per evidenziare il contributo che il modello delle Pro Loco porta alla nostra società.
Ed è con stupore che ci si accorge che le Pro Loco contengono nel piccolo quello che è un modello auspicato a livello più grande, perseguito dall’agenda politica a livello nazionale e globale.
Della costruzione di un rapporto nuovo con il territorio ha parlato Ugo Morelli, evidenziando come priorità oggi sia ragionare sul tema della vivibilità, intesa a livello ambientale e umano, e come le Pro Loco possano rivestire un ruolo chiave in questo ambito.
 
Allo stesso tempo, Morelli sottolinea come rendere vivibili e prendersi cura dei territori sia necessariamente legato al concetto di globalità.
«Nulla di ciò che noi facciamo oggi è più solo locale, come l’esempio della pandemia di insegna: le Pro Loco vivono la sfida di unire locale e globale, e la loro azione è preziosa perché possono portare l’attenzione su questi temi nelle loro comunità.»
 
Pro Loco come attori di primo piano in tema di vivibilità anche per il presidente nazionale UNPLI Antonino La Spina, che sottolinea come le Pro Loco agiscano da stimoli per l’intervento del singolo che agisce per migliorare la sua comunità.
«La nostra è un’organizzazione che ha tramandato e tenuto fede ai propri principi istitutivi, oggi ancor più attuali, tant’è che la rilevanza della quotidiana opera portata avanti ogni giorno da nostri volontari è sempre più riconosciuta e apprezzata a tutti i livelli, rappresentando una vera eccellenza nazionale.»
Lo stesso concetto è stato ribadito anche dal presidente della Pro Loco Centro Storico Trento Marco Lazzeri, che fa emergere come «il bisogno di socialità a cui le Pro Loco rispondono è vivo in periferia come in città, per questo è importante che si stia assistendo a una crescita anche delle Pro Loco in contesti urbani».
 
Un’altra tematica centrale del modello Pro Loco è quella dell’integrazione, sia di genere che tra le generazioni: ne sono testimoni i dati, che come riporta la presidente della Federazione trentina Pro Loco Monica Viola, «fotografano un mondo fatto per il 49% da donne, un dato importante perché mostra come le Pro Loco siano un contesto privilegiato nella nostra società, dove la componente femminile si può esprimere e coltivare competenze spendibili all’esterno.
«Auspichiamo che per il futuro il mondo delle Pro Loco possa contribuire a sviluppare sempre di più questa componente.»
 
Un filo che riprende la senatrice Donatella Conzatti.
«Le Pro Loco sono un esempio di come tenere insieme città e periferia, generazioni diverse e integrazione di genere: in questo senso le Pro Loco sono il simbolo di un nuovo modello di sviluppo a cui l’Italia e il mondo hanno scelto di aderire.»
Pone l’attenzione su questo argomento anche la deputata Martina Loss, che sottolinea l’essenziale apporto delle Pro Loco per lo sviluppo del contesto sociale, delle relazioni e della capacità di incentivare l’azione del singolo a beneficio della comunità.
Le fa eco Elisabetta Bozzarelli che ringrazia le Pro Loco perché con la loro presenza «rinsaldano il capitale sociale della nostra società».
 
È questo il concetto approfondito nell’intervento di Marco Odorizzi, incentrato sulla lezione degasperiana della partecipazione del singolo al bene comune.
Il riferimento a Alcide De Gasperi, nato anch’egli nel 1881 a Pieve Tesino, come la prima Pro Loco italiana, definisce l’impegno per il bene comune come grande traguardo su cui si basa la distinzione tra uomo grande e piccolo, e risulta quindi quanto mai adatto ai volontari impegnati nelle Pro Loco.
Anche la deputata Emanuela Rossini è intervenuta su questo punto, definendo le Pro Loco come «preziose esperienze sperimentali, che mettono la dimensione umana al centro.
«Per questo è fondamentale, anche a livello nazionale, rivitalizzare il volontariato, per far sì che diventi il terzo pilastro su cui far ripartire il paese.»
 
La stessa idea viene condivisa dall’assessore Roberto Failoni, che ritiene le Pro Loco “tassello insostituibile per la crescita dei nostri territori dal punto di vista sociale, sportivo, culturale e soprattutto turistico”.
Lucrezia Sordelli e Oscar Nervo portano infine la testimonianza del valore dell’innovazione, “chiave per lo sviluppo oggi come lo è stato 140 anni fa, quando l’idea di istituire una Pro Loco nel nostro piccolo paese era cosa inaudita. Da noi le persone hanno deciso di fare questo esperimento, e il risultato è sotto i nostri occhi: oggi festeggiamo una realtà che ha 140 anni, e che ha ispirato migliaia di persone in tutta Italia.”
A conclusione dell’incontro quello che risulta chiaro è che il principio che ha portato alla nascita della prima Pro Loco italiana, basato sull’idea di rendere il singolo artefice dello sviluppo della propria società e sulla partecipazione come chiave per migliorare la vita sui territori, risulti attuale ancora oggi, e che in questo senso quello delle Pro Loco sia un modello all’avanguardia in Italia.
Ultimo appuntamento per il ciclo dei festeggiamenti per il 140° anniversario della nascita del movimento sarà la cerimonia in programma al Senato della Repubblica per il 26 ottobre.

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