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Una nuova governance per il turismo e la montagna

Ieri sera a Palazzo delle miniere a Fiera di Primiero la serata degli Stati generali della montagna con la giunta provinciale di Trento

Il turismo trentino ha bisogno di una nuova governance per affrontare le sfide dei mercati internazionali.
Ma non è solo il comparto delle vacanze a invocare il riassetto delle linee guida.
A chiederlo con forza sono anche le valli del Trentino determinate contrastare il gap che le divide con la città e le valli dell’Adige.
Sono questi i temi che hanno caratterizzato il quinto appuntamento degli Stati generali della montagna: la giunta ha incontrato ieri, nelle splendide sale del Palazzo delle miniere a Fiera di Primiero, i portatori di interessi, amministratori e cittadini del Primiero, delle valli di Fassa e Fiemme.
Per il Trentino orientale le priorità vanno alla viabilità, alla ridefinizione dei rapporti tra Comuni e Comunità (soprattutto nel caso del Primiero) e all’equilibrio tra investimenti nel settore turistico e tutela delle aree protette.
La serata ha visto la partecipazione del presidente della Provincia autonoma di Trento e dei due assessori competenti in materia di enti pubblici, turismo, commercio ed artigianato.
 
Dei tre territori - Primiero, Val di Fassa e Valle di Fiemme - coinvolti nella serata di ieri degli Stati generali della montagna, è proprio il primo a chiedere le maggiori risposte su temi quali viabilità, governance tra enti locali (Comuni e Comunità), necessità di investimenti a favore di aziende e del territorio.
«Quotidianamente – è stato ricordato in più interventi – lavoriamo per fronteggiare criticità quali lo spopolamento della montagna e le difficoltà di un terziario che soffre la marginalità del territorio, oltre che la competitività di aree limitrofe.»
Se la tempesta Vaia dell’ottobre scorso ha ricordato la fragilità di un territorio complesso, qual è la montagna, allo stesso tempo ha ridato forza a quanti chiedono un cambio di rotta.
«È necessario che le valli siano supportate e che alle amministrazioni siano affidate le competenze per decidere in tempi rapidi», hanno sottolineato all’unisono gli amministratori dei tre territori.
 
La giunta provinciale, attraverso le parole del presidente, ha riaffermato lo scopo degli Stati generali della montagna.
«Abbiamo voluto questa operazione di ascolto dei territori proprio nella fase costituente della legislatura perché riteniamo centrale il tema del rapporto tra il centro e le valle.
«Grazie all’impegno dei gruppi di lavoro attivati sul territorio e a coloro che oggi sono qui a parlare della propria terra – ha continuato il presidente – saremo in grado di individuare le questioni cardine del Trentino.
«Oggi cerchiamo di raccogliere le istanze e a Comano proveremo a fare la sintesi necessaria a individuare le risposte.
«Siamo chiamati a fare sistema perché solo così, a fronte di risorse limitate, potremo rispondere al maggior numero di istanze.»


 
 Turismo, la nuova governance 
«La legge sul turismo risale al 1988, – ha esordito l’assessore provinciale. – Vent’anni prima della nascita di Facebook e dieci anni prima di booking.com.
«In questi decenni il turismo ha completamento cambiato volto, velocità e modalità di scelta della destinazione.
«I turisti hanno nel digitale il canale preferenziale di accesso e noi oggi dobbiamo adeguarci con strumenti e un cambio di mentalità.»
La nuova legge sul turismo è fin fase di costruzione, ha annunciato l’assessore provinciale che riconosce la validità del metodo partecipativo scelto dall’esecutivo.
«Nei primi sette mesi di mandato ho attraversato più volte l’intero Trentino e incontrato tutti i territori.
«Nessuno è stato dimenticato, – ha ammesso. – Ho iniziato il mio mandato con un’idea precisa di turismo che è cambiata grazie anche a voi durante un confronto che è stato costante. Ho trovato un Trentino che ha voglia di cambiare e noi lo faremo.»
Su una questione il responsabile del turismo ha rafforzato la propria convinzione.
«Non vogliamo omologare il Trentino bensì valorizzare le diverse zone per ciò che possono offrire. È una sfida che vuole cambiare fisionomia ad un turismo che è fatto sì di promozione ma anche di prodotto.
«Sulle partite strategiche devono esserci, oltre alla giunta e alla Provincia autonoma di Trento, anche le amministrazioni e gli imprenditori.»
 
Parlando di territorio, l’assessore ha riconosciuto il livello dell’offerta turistica della val di Fassa («Un comprensorio così straordinario ha però troppi alberghi a tre stelle», ha chiosato), mentre della val di Fiemme ha ricordato il «matrimonio perfetto» tra turismo e sport, grazie anche ad una comunità coesa.
Per quanto riguarda il Primiero, è stata ribadita la priorità al collegamento sciistico con il passo Rolle e la volontà di continuare a sostenere gli investimenti per la crescita del comparto turistico.
E a quanto sono preoccupati per la situazione dei sentieri, fortemente danneggiati - soprattutto nel Primiero e in val di Fiemme - dalla tempesta Vaia dell’ottobre scorso, l’assessore speso parole incoraggianti.
«Stiamo lavorando da mesi per garantire l’accesso ai sentieri e alle vie di alta quota. Entro l’estate buona parte della rete sarà liberata dagli alberi caduti.»
 
 Comune, presidio istituzionale minimo 
Territori come la val di Fassa, Fiemme e il Primiero vantano una tradizione secolare di autogoverno e la radice storica è riemersa nel confronto di ieri sera.
All’istanza d maggiore attenzione e centralità della comunità locale ha risposto l’assessore provinciale agli enti locali, il quale ha indicato nel Comune il presidio istituzionale minimo.
«Il Comune è nato prima del Provincia e il Trentino – ha riconosciuto – è la sommatoria di identità e comunità diverse che hanno dato prova della capacità di autogoverno.»
 
«Dagli Stati generali della montagna – ha continuato – devono emergere risposte differenziate perché la realtà è diversa da territorio a territorio. Non è pensabile che a singoli territori possano arrivare risposte uguali.»
La garanzia è nella capacità del Trentino di sviluppare il «controllo di prossimità» che nel tempo ha fatto crescere quel rigore nell’amministrazione che ancora oggi contraddistingue la nostra provincia rispetto ad altre Regioni italiane.
«Siete voi i protagonisti del vostro futuro, – ha concluso. – Individuate le priorità su cui agire ma al contempo siate attivi nell’individuare anche le risposte.
«Se questo accadrà, il ruolo della Provincia sarà non quello di decisore finale ma di facilitatore per la costruzione del nuovo Trentino.»


 
 Il dibattito della serata 
Il tema della governance - sempre presente nelle cinque serate degli Stati della montagna fin qui organizzate - è stato posto con forza dal consigliere della Comunità di Primiero che lamentava lo sfilacciamento tra Comune di Primiero San Martino di Castrozza, Comunità del Primiero e gli altri Comuni di ambito.
«Una situazione che non ha permesso di completare la pianificazione territoriale in tema di enti locali, a fronte di una situazione migliore per quanto riguarda i servizi sovra comunali.»
 
Nella sua risposta, l’assessore agli enti locali ha escluso la volontà della giunta di agire in maniera unilaterale con una soluzione calata dall’alto.
«La grande opportunità che abbiamo di fronte – ha continuato – è individuare un modello di governance differenziato, che non significa disorganizzato. Anche in Primiero è necessario distinguere la governance dei servizi dai servizi.»
L’innesco del nuovo riassetto per il Primiero – è questo l’avvertimento che arriva dall’assessore – deve partire proprio dal Primiero, territorio chiamato a superare le divisioni, partendo proprio dalla capacità di individuare le esigenze, non solo in tema di servizi, dei cittadini.
 
La coesistenza tra parco naturale e investimenti turistici ha visto la rappresentante dell’Anef (Associazione di categoria del settore funiviario) confrontarsi apertamente con il responsabile del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino.
Dagli impiantisti e dagli operatori turistici arriva forte la spinta ad allentare i vincoli conservati imposti dalle norme a tutela delle aree naturali.
«Nell’incertezza – ha affermato la presidente dell’Anef, riferendosi anche alla situazione del Primiero – è difficile investire e garantire così al territorio lavoro alle persone e alle imprese.»
L’assessore provinciale al turismo e artigianato ha riconosciuto che il problema è presente in altre aree del Trentino: dal settore arriva la richiesta di togliere le zone degli impianti dall’area del parco naturale.
«È difficile gestire un comprensorio turistico in maniera differenziata perché parte del territorio è a scavalco con il parco.
«Gli imprenditori chiedono garanzie e una visione certa del futuro. Noi non vogliamo arrivare allo scontro tra turismo ed ambiente, perché siamo convinti che le due realtà debbano coesistere e che gli investimenti nel settore turistico debbano necessariamente garantire la risorsa ambientale su cui si basano.»
E a questo proposito l’assessore ha indicato come modello di riferimento il comprensorio turistico di Andalo e della Paganella: «La coesione di obiettivi e strategie ha consentito di sviluppare un turismo basato sulla continuità tra inverno ed estate, grazie al prodotto sci e al prodotto bike.
«Il risultato è nei bilanci: lo scorso anno Andalo ha moltiplicato per cinque gli incassi estivi rispetto agli anni precedenti.»
 
Se ambiente e turismo devono trovare un punto di equilibrio nel rispetto reciproco, turismo e prodotti locali è un matrimonio ancora da realizzare.
«Stiamo lavorando – ha concluso l’assessore – affinché il settore turistico trentino sia il primo mercato, a chilometro zero, dei prodotti trentini.
«È una sfida che dobbiamo e vogliamo vincere. Così come – rispondendo ad una domanda del vice scario della Magnifica Comunità di Fiemme – dobbiamo promuovere le sinergie tra turismo ed agricoltura, perché allevatori e contadini sono ancora oggi i costruttori del paesaggio montano.»
 
La viabilità e la mobilità sostenibile - con le ipotesi di ferrovia lungo l’asse Fiemme e Fassa e la circonvallazione di San Martino - rimangono tra i temi centrali del dibattito: Primiero, in particolare, lamenta la condizione di territorio con la maggiore distanza dal capoluogo e la viabilità più complessa. Il problema rimangono le risorse per realizzare infrastrutture che trovano tutti d’accordo.
E di questo ne è consapevole il presidente della Provincia autonoma di Trento.
«Continueremo ad investire per dotare il Trentino di una rete viaria adeguata, portando a termine interventi già programmati da tempo e fissando un ordine di priorità.»
Sul tema della mobilità, il presidente ha aggiunto che si sta lavorando ad un modello che - nel caso di Fiemme e Fassa - vede l’istituzione di percorsi preferenziali per gli autobus, con sistema semaforico dedicato e aree di fermata dedicate, in grado di garantire la linearità di collegamento tra la ferrovia del Brennero e le valli dolomitiche.
Tutto ciò non deve ostacolare la viabilità ordinaria, soprattutto nei mesi dell’alta stagione turistica.
«La realizzazione di grandi opere infrastrutturali, quali la linea dell’alta velocità del Brennero – ha concluso il presidente – ci offre la possibilità di discutere con Rfi [Rete ferroviaria italiana – NdR] del collegamento e del trasporto verso le valli limitrofe.
«È un’opportunità che non possiamo perdere.»

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