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Confcooperative-Puglia studia il sistema vitivinicolo trentino

Una delegazione è in visita in questi giorni per approfondire la filiera vitivinicola cooperativa, in particolare il ruolo dei consorzi e l’attività di commercializzazione

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La Puglia è la magnifica terra del Primitivo e del Negramaro, due vini che hanno saputo conquistare l’apprezzamento dei consumatori. La cooperazione viticola ha portato le cantine a sviluppare la qualità del prodotto che, negli anni Novanta, era fortemente in difficoltà, ma la filiera vitivinicola è ancora debole nella commercializzazione.
Il Trentino, con l’80% del vino prodotto che prende il volo sui mercati di tutto il mondo, è un ottimo esempio di organizzazione commerciale: sia direttamente da parte delle cantine, come è il caso di Mezzacorona, sia attraverso il consorzio Cavit.
 
Una delegazione composta dai vertici di Confcooperative-Fedagri, dalla docente all’Università di Bari prof.ssa Cinzia Montemurro e da quaranta soci produttori delle principali cantine sociali del Salento sono in visita in questi giorni alle cantine cooperative trentine, accompagnati dal referente del settore agricolo della Federazione Michele Girardi: «abbiamo deciso di visitare alcune realtà aziendali vitivinicole del Trentino – afferma Giovanni Tricarico, direttore di Confcooperative Puglia – con l’obiettivo di trasferire conoscenza da una regione che è riuscita nell’arco di un secolo a stravolgere completamente le sorti della popolazione e a valorizzare la propria produzione vitivinicola.
La regione Puglia è sulla strada giusta ma mancano le strutture aggregate di commercializzazione e penetrazione nei mercati che il Trentino è stato abile a valorizzare.
 
Il focus in particolare è sul ruolo e l’organizzazione del consorzio Cavit che, bilanciando le singole produzioni delle cantine sociali con l’esigenza di ottenere adeguato prodotto da collocare sui mercati internazionali, rappresenta un esempio importante a cui tendere anche nella nostra organizzazione».
A Confcooperative-Fedagri Puglia aderiscono trenta cooperative che rappresentano circa la metà della produzione di vino pugliese.
«È un momento importante per far conoscere le nostre esperienze ma anche per acquisire buone prassi e modalità per sviluppare il settore agricolo», ha commentato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni. «Uno scambio importante anche per il momento che stiamo vivendo in cui dobbiamo sforzarci di immaginare nuove prospettive e strategie».

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