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Petrolio: possibile rialzo quotazioni per allarme terrorismo

Come tenere sotto controllo l’economia seguendo le quotazioni del greggio

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Il petrolio in questi giorni è al centro delle attenzioni dagli investitori di tutto il mondo.
Il motivo è sotto gli occhi di tutti: gli attentati terroristici di Parigi, così come l'allarme e le ripercussioni militari che questo tragico evento ha scatenato, potrebbero avere effetti pesanti sulle quotazioni del greggio.
Attualmente il prezzo del petrolio viaggia poco sopra i 40 dollari al barile, ossia ancora su valori estremamente bassi, ma gli eventi di questi ultimi giorni potrebbero cambiare questa tendenza.
Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che l'allarme terrorismo sta scatenando una serie di azioni importanti che potrebbero cambiare, in maniera determinante, le decisioni in natura di politica estera dei paesi Europei.
Il perché di tutta questa attenzione è presto detto. Le quotazioni del petrolio vanno ad influire in maniera diretta sulle principali economie del mondo.
Un eventuale rialzo delle quotazioni avrebbe effetti positivi su tutti quei paesi produttori (e oggi in difficoltà, da questo punto di vista) ma, allo stesso tempo, degli effetti profondamente negativi su tutti i paesi importatori come l'Italia e gran parte dell'Europa.
Paesi la cui ripresa economica dipende, in piccola parte, anche dal costo della componente energetica.
 
Non dimentichiamoci, poi, che il prezzo del greggio viene stabilito, sui vari mercati, in dollari. Pertanto le quotazioni risentono anche dell'andamento della valuta che, in questo momento, risulta essere piuttosto forte (complice anche la nuove debolezza dell'euro che scambia intorno a 1,07). Basti pensare che le quotazioni del petrolio nel corso nel 2015 si sono più che dimezzate rispetto ai picchi del 2014.
Su base annuale, quindi, si è assistito ad un importante calo dei prezzi con un considerevole risparmio, in termini di forniture energetiche, per quei paesi che importano massicciamente l'oro nero non essendone produttori.
In estrema sintesi è questo il principale motivo che sta spingendo moltissimi investitori internazionali a seguire con attenzione gli sviluppi dell'allarme terrorismo.
Un deterioramento della crisi in Siria, e nell'area medio orientale in genere, porterebbe ad un immediato rialzo dei prezzi del greggio.
 
Attualmente si stanno creando i presupposti perchè ciò avvenga ma il contesto rimane ancora molto confuso e incerto.
Perché il prezzo del petrolio torni a crescere in maniera significativa, quindi con quotazioni intorno ai 50-60 dollari al barile, è necessario che intervengano altre dinamiche.
Al momento, infatti, le scorte di greggio stoccate nei magazzini sono ancora molto alte e non vi sono presupposti di crescita economica tali da far pensare ad un immediato aumento dei consumi.
In particolare la battuta d'arresto della produzione industriale cinese (tra i primi consumatori di petrolio al mondo) non fa pensare che all'orizzonte ci possano essere degli stravolgimenti dal punto di vista dei consumi.
Per chi fa trading online, invece, le opportunità potrebbero essere molto interessanti specialmente se si lavora su orizzonti temporali di breve periodo.
 
Ovviamente bisogna seguire le quotazioni del petrolio in tempo reale per essere sempre aggiornati sul valore del greggio (a livello di futures) e poter individuare eventuali opportunità di acquisto o vendita così da sfruttare, a livello finanziario, eventuali opportunità sui mercati secondari.

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