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Sì al ddl Failoni sulle chiusure festive dei negozi

Resteranno aperti quelli in zone turistiche, quindi l’interrogativo si sposta su Trento e Rovereto

Il ddl Failoni sulle chiusure domenicali e festive dei negozi è stato approvato questa sera con 21 sì, tra i quali quello di Filippo Degasperi di Onda Civica Trentino, 6 non partecipanti al voto Ugo Rossi, Paola Demagri (Dallapiccola non era presente in aula) del Patt, Paolo Ghezzi di Futura, Giorgio Tonini, Sara Ferrari e Luca Zeni del Pd e sei astenuti Alex Marini (Misto), Alessandro Olivi (Pd), Lucia Coppola (Verdi), Pietro De Godenz (Upt), Lorenzo Ossanna (Patt). Nella maggioranza si è astenuto Giorgio Leonardi di Forza Italia.
 
 Le dichiarazioni di voto 
Masè: una legge che avrà un impatto culturale.
In dichiarazione di voto é intervenuta Vanessa Masè della Civica affermando che il coraggio di fare scelte coraggiose dev’essere una prerogativa del nostro territorio.
Numeri alla mano si è visto che più aperture non significa più occupazione e più fatturato, anche perché le famiglie hanno meno soldi da spendere.
La legge, inoltre, ha un impatto sociale e culturale e va all’opposto del modello di vita americano.
Inoltre, va a vantaggio dei piccoli imprenditori che sono stati penalizzati dalla grande distribuzione e sarà d’ostacolo all’omologazione commerciale.
 
Coppola: obiettivo giusto, ma non si tiene conto di Trento e Rovereto.
Lucia Coppola di Futura ha detto che, pur avendo intenzione di votare il ddl, ha deciso di astenersi perché i centri storici di Rovereto e Trento non sono tutelati e sono stai approvati gli odg sul parametro del traffico per stabilire le zone turistiche.
 
Ferrari: una legge che è una presa in giro.
Sara Ferrari, capogruppo Pd, ha detto che questa legge è una presa in giro perché verrà dichiarata illegittima dalla Consulta come ha ammesso la stessa Giunta.
Siamo per una regolamentazione partecipata del commercio, ha detto, come dimostra la legge Olivi.
Inoltre, le deroghe sono talmente alte che saranno più i negozi aperti che quelli chiusi.
Un atto che verrà condannato dalla Corte, ha affermato ancora Ferrari, non è un atto di coraggio perché non è razionale né saggio da una parte provocare lo Stato e dall’altro si chiede di negoziare in Commissione dei 12.
Inoltre, Ferrari ha messo in guardia dalla possibile richiesta di danni. Il gruppo Pd, ha concluso, non può votare una legge incostituzionale. Si deve fare come Bolzano: si va in Commissione dei 12 rinunciando ad una legge che non ha futuro.
 
Rossi: questa legge è un post su facebook.
Il capogruppo del Patt dichiarando la non partecipazione al voto ha detto che non si tratta di giocare una partita ma di avere la possibilità di legiferare su una materia.
Poi si discute del merito. Qui, invece, si decide di chiudere senza averne la possibilità.
Rossi ha detto che il Trentino deve avere la possibilità di fare leggi su questa materia tanto che sono state fatte le richieste in commissione dei 12.
Lunedì la Commissione si riunirà e Rossi ha detto che porterà avanti la norma di attuazione.
Si deve impegnare quest’Aula, ha concluso, su fatti concreti e non sui post su facebook come questa legge.
 
Marini: bene l’apertura alla partecipazione popolare.
Marini del Misto ha detto che l’apertura della Giunta al suo odg a una partecipazione popolare sugli effetti di questa legge lo ha indotto ad astenersi su questa legge.
 
Dalzocchio: le aperture domenicali non rendono il mercato più dinamico.
Mara Dalzocchio capogruppo della Lega ha detto che Covid ha dimostrato che si vive bene anche con i negozi chiusi la domenica e i danni economici non ci sono perché la gran parte dei negozi ha tenuto aperto solo per fronteggiare la concorrenza dei grandi centri commerciali.
Sul tema della Consulta, Dalzocchio, ha ricordato che la sentenza è stata fatta in un momento economico diverso, mentre oggi è dimostrato che l’apertura domenicale non rende il mercato più dinamico.
 
Degasperi: voto sì perché devono prevalere i diritti dei lavoratori.
Filippo Degasperi di Onda Civica Trentino ha dichiarato il sì al ddl pur consapevole che toccherebbe allo Stato intervenire su questa materia.
Giusto cercare di aprire la porta ma, ha aggiunto, chi ci ha provato ha trovato la Corte costituzionale.
Ma alla fine devono prevalere i diritti dei lavoratori.
 
Leonardi: astensione perché serve un equilibrio tra diritti e mercato.
Giorgio Leonardi di FI, dichiarando il voto di astensione, ha ricordato la discussione sulla legge Olivi sul commercio che non ha mai condiviso e le cui ricadute negative soprattutto sul piccolo commercio si sono viste.
Ma ha aggiunto che si dove cercare un equilibrio tra mercato e lavoratori e richiamandosi al fatto che il suo partito ha sempre avuto posizioni favorevoli alla libertà di impresa ha ribadito che il commercio ha bisogno di un riequilibrio complessivo.
 
Guglielmi: sì perché è una norma autonomista.
Luca Guglielmi della Lista Fassa, pure avendo un’impostazione liberale, ha detto di votare sì anche perché per la Val di Fassa poco cambia.
Una legge, ha aggiunto, che non verrà votata dal Pd per il solo motivo che l’ha proposta il centro destra.
Fare appello a una norma nazionale, inoltre, non ha senso perché un’autonomia come la nostra deve avere il coraggio di provare.
 
 Gli ordini del giorno 
Approvati due ordini del giorno di Marini, uno impegna la Giunta a favorire l’introduzione di una normativa statale e la ripresa del ddl di iniziativa popolare e un tavolo di lavoro tra Giunta, categorie e associazioni di categoria.
Sì all’ordine del giorno Ossanna che impegna la Giunta a attivarsi in accordo con Bolzano presso il Governo perché venga approvata una norma di attuazione sugli orari dei negozi.
Zeni del Pd, pur favorevole alla norma di attuazione, ha detto che un sì a questo odg fa cadere la posizione di Fugatti perché si dichiara la non competenza nel momento in cui si promuove una norma.
Rossi del Patt ha detto che questo odg è l’unico che il suo gruppo voterà.
Sì anche all’altro odg di Ossanna col quale si chiede di valutare il parametro del flusso del traffico per le località turistiche tra i criteri per l’individuazione dei comuni turistici.

Sì anche all’odg di Alessia Ambrosi della Lega la quale si è chiesta se questo sia il momento storico per prendere un’iniziativa come questa e ha ricordato che le crisi non si risolvono con le chiusure.
Per questo ha detto di aver presentato un odg che consente deroghe importanti sulle aperture inserendo anche i comuni che, pur non essendo mete di grandi afflussi, sono però crocevia di traffico sui quali insistono punti vendita che traggono beneficio dalle aperture domenicali.
Degasperi ha dichiarato di votare decisamente no all’odg perché dice l’esatto contrario del ddl.
 
No all’odg Ghezzi che intendeva impegnare la Giunta a non trascurare Rovereto considerandola città strategica per lo sviluppo economico e turistico e concordando le chiusure con l’Apt della Vallagarina, il Comune di Rovereto e la Comunità di valle.
Un no, ha aggiunto il capogruppo di Futura, che rappresenta, dopo la Valdastico, un ulteriore schiaffo alla Città della Quercia.
Guglielmi, definendo «becera propaganda» la proposta di Ghezzi ha espresso il suo no deciso all’odg.
Sì, invece, all’odg sempre di Ghezzi che impegna la Giunta a promuovere anche con l’Università di Trento una giornata di approfondimento sulle realtà e sulle problematiche del lavoro festivo anche con riferimento e confronto con altre realtà dell’Euregio.
Guglielmi non ha partecipato al voto.
 
 Gli emendamenti 
De Godenz ha presentato il suo emendamento, accettato dalla Giunta, che estende da 15 a 18 le giornate di deroga e si è allargata la gamma delle categorie merceologiche.
No invece ai due emendamenti con i quali Olivi chiedeva, nelle more tra l’approvazione della legge e delibera sulle località turistiche, che ci potesse essere un’interlocuzione con i territori e la commissione consiliare.
No anche all’odg di Sara Ferrari che intendeva introdurre la valutazione dei servizi di conciliazione famiglia-lavoro nei comuni a elevata densità turistica dove i negozi rimarranno aperti nei festivi.

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