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Il Trentino punta a diventare il primo «smart territory» d’Italia

Varato il progetto «103 startup», volto a richiamare in Trentino il fiore dei giovani più dotati di idee al mondo e a fare business

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Si chiama «103 Startup» ed è un progetto che punta a creare in Trentino, nei prossimi quattro anni, oltre cento nuove aziende innovative nel settore delle Itc-tecnologie della comunicazione e informazione.
Il progetto segna un ulteriore passo avanti nel percorso intrapreso dal Trentino allo scopo di trasformarsi in uno dei primi «smart territory» d’Italia, un territorio che, con la sua Università e i suoi centri di ricerca, investe nell'economia dell'intelligenza e nell'innovazione.
Prova ne è il fatto che è diventato nodo di rete italiano (e unico per tutta l'Europa meridionale) dell'Eit-European institute of technology.
 
Al progetto contribuisce, tra gli altri, il «Gruppo Earlybird Venture Capital», nato in Germania nel 1997 e attivo nel sostegno di startup innovative.
 
«Il Trentino ha già una base produttiva solida – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai presentando stamani l'iniziativa (nella foto la conferenza stampa) – e di questo siamo contenti: ma è necessario consolidarla attraverso robuste iniezioni di innovazione.
«Con questo progetto noi diciamo a giovani aspiranti imprenditori non solo trentini, ma italiani, europei e anche del Sud America: venite in Trentino ad aprire la vostra azienda.»
 
Il progetto, che verrà presentato prossimamente in Italia e all'estero con un road show, prevede la messa a disposizione di un vero e proprio spazio fisico, un «hub» dove le giovani imprese possano muovere i primi passi.
Un'apposita commissione valutatrice composta da soggetti che operano sul mercato valuterà in 4 anni circa 2.000 progetti. Ai migliori andranno i finanziamenti pubblico-privati e gli altri servizi a supporto dell'idea di impresa, a partire dall'alloggio per i giovani imprenditori provenienti da fuori Trentino.
 
La Provincia, che ha già stanziato 20 milioni di euro (provenienti da finanziamenti europei) per lo sviluppo di imprese giovanili, mette a disposizione per questa specifica iniziativa 7 milioni di euro, già sul budget di «Trento Rise», partner operativo dell'iniziativa, più altri 6-7 per la fase successiva.
Analoghi fondi saranno mesi a disposizione per altre filiere rispetto a questa delle Ict.
Al progetto parteciperà anche la Fondazione Haref.
 
L’idea di favorire la nascita e la crescita di Startup è sorta fin da quando la politica economica della Provincia ha deciso di investire nella ricerca e sviluppo.
Il capitalizzare il frutto di tanti investimenti in ricerca è uno degli sbocchi naturali che ha portato al progetto «103 Startup».
Come abbiamo visto sopra, si tratta di favorire i giovani che hanno idee nuove e innovative, dotandoli di strumenti finanziari, di consulenza imprenditoriale e di quant’latro possa trasformare i sogni in realtà.
 
Non è un’idea volta solo a dare sbocco alle nuove generazioni, ma anche per attirare in Trentino il fiore dei giovani cervelli che esistono a questo mondo.
Il precedente più illustre cui si sono ispirati gli ideatori del progetto lo troviamo in Cile, dove lo Stato è riuscito ad attirare migliaia di interessati, al punto di investire qualcosa come 40 milioni di dollari.
 
Naturalmente, il Trentino al momento si ferma alla metà del progetto Cile, ma il conteggio che ha portato a 103 ipotesi di nuove Startup è l’equilibrio tra la volontà di credere nel progetto e la concreta disponibilità del capitale iniziale.
Come dire che si sta andando per approssimazioni successive, sulla base appunto delle esperienze altrui.
Il conteggio, ci è stato detto, nasce dall’ipotesi che in quattro anni giungano in Trentino 2.000 domande in tal senso, delle quali solo 103 supereranno il filtro impostato su fattibilità e le prospettive di ogni singola idea.
 
Ovviamente il Presidente Dellai si è dichiarato entusiasta all’idea che la Provincia debba col tempo investire ben più dei 20 milioni iniziali, perché vorrebbe dire che si è riusciti fare del Trentino una Silicon Valley di seconda generazione.
Ma diamo tempo al tempo, in modo – ad esempio – che il polo scolastico e tecnologico che dovrebbe sorgere a Piedicastello al posto dell’ex Italcementi sia in grado di dare spazio e vitalità ai giovani desiderosi di provare.
 
Anche se non è mai stata citata in chiaro Trentino Sviluppo Spa, è chiaro che il grosso della gestione del progetto della passare da lì.
Due infatti sono i campi che dovranno lavorare al meglio per la riuscita del progetto. Quello del reperimento delle risorse finanziarie e quello della giusta valutazione della fucina delle idee.
La Provincia dal canto suo, è ben disposta a investire nel settore iniettando nei progetti la stessa quantità di quattrini che i privati saranno interessati a mettere in termini di capitale. Se ci credono loro, ci può credere anche la Provincia.
 
Detto in parole più è povere, la Provincia è intenzionata a investire per richiamare in Trentino le migliori idee e far sì che diventino imprese radicate sul territorio.
Anche perché la parte più importante del progetto consiste nell’opera di persuasione che i promotori dovranno fare in Italia, in Europa e nel Mondo (la road show, appunto) per invogliare i giovani giusti a provare a trasformare le idee in imprese.
Un piano ambizioso, ma nel quale cominciamo a crederci anche noi.

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