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Meccatronica, l’edificio produttivo apre alle aziende

Taglio del nastro, oggi, alla presenza del vicepresidente Olivi e del sindaco Miorandi

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Quasi 20 mila metri quadrati di superficie complessiva, tre piani di cui uno costruito in legno, 389 giorni per realizzarlo, massimo livello di sostenibilità ambientale certificato Leed e Arca.
Ad appena 13 mesi dalla posa della prima pietra l’edificio produttivo della Meccatronica, primo tassello del costruendo Polo, è una realtà.
 
L’opera, commissionata da Trentino Sviluppo, è stata inaugurata oggi, giovedì 12 dicembre, alla presenza del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi, del sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, del presidente di Trentino Sviluppo Diego Laner e dei vertici di Collini Lavori, l’impresa che nella realizzazione del compendio ha guidato una cordata di 29 aziende locali.
L’edificio, costato 20 milioni 389 mila euro, è la prima tessera del mosaico che sta trasformando il Polo Tecnologico di Rovereto, tra i più longevi BIC italiani, in una innovativa piattaforma produttiva orientata alla meccatronica dove aziende, enti di ricerca, università e scuole condivideranno spazi, tecnologie e saperi.
 
«Un giorno importante per il Trentino – ha sottolineato Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore allo Sviluppo economico e Lavoro – con il quale vogliamo aprire una stagione dell’innovazione, una grande sfida non solo per la città di Rovereto ma per l’intero territorio. Perché il Polo della Meccatronica altro non è che lo spazio d’incontro tra i luoghi che generano saperi e le imprese. Tra quell’innovazione radicale che nasce dai centri di ricerca, dalla presenza dell’università, delle scuole superiori e professionali, e l’innovazione incrementale che silenziosamente si sviluppa dentro le stesse imprese. Crediamo in un Trentino costruito come una multiforme rete produttiva che ha in alcuni poli tecnologici e scientifici il punto di riferimento da cui irradiare saperi e conoscenze».
 
«La Meccatronica - ha concluso Olivi – è tra le filiere in cui il nostro territorio può vantare eccellenze industriali, manifatturiere ed artigianali molto importanti. E’ inoltre uno dei comparti che meglio stanno reagendo alla crisi, che esporta di più, ma per essere competitivo ha bisogno di alimentarsi di conoscenza. Per questo il Polo non finisce qui: il prossimo tassello sarà la costruzione degli edifici delle due scuole, ITI Marconi e CFP Veronesi, che vorremmo poter inaugurare entro la legislatura».
 
Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo, ringraziando quanti si sono spesi con impegno e professionalità nella realizzazione dell’opera, ha posto l’accento sui contenuti.
«Questa è la scatola – ha osservato Laner - ora dobbiamo far sì che possano entrarvi imprese particolari, in grado di essere d’esempio per migliorare l’efficienza produttiva di tutte le imprese del settore che operano in Trentino. Entro la prossima primavera arriveremo ad avere l’edificio riempito per circa la metà della sua superficie e stiamo coltivando ottimi contatti a livello provinciale e nazionale per attrarre iniziative di alto livello».
 
Soddisfazione è stata espressa anche da Andrea Miorandi, sindaco di Rovereto («Una grande opportunità per la città. Un polo industriale che può essere un importante faro guida, rispetto al quale abbiamo voluto fare la nostra parte inserendolo in un masterplan più ampio di riqualificazione urbanistica dell’intera area») e Sergio Collini, titolare dell’impresa Collini Lavori, che ringraziando quanti hanno lavorato in cantiere ha voluto ricordare le 29 ditte trentine coinvolte, a testimonianza di come questo investimento pubblico si sia rivelato una leva in grado di trasferire risorse e lavoro sul territorio.
Mentre la task force guidata da Rino Tarolli intensifica quindi i contatti con l’obiettivo di attrarre in Trentino importanti realtà da fuori provincia, nel Polo Meccatronica di Rovereto la «casa delle imprese» apre le porte alle aziende interessate ad insediarsi.
 
Primo a trasferirsi nel nuovo edificio produttivo è stato il Bonfiglioli Mechatronic Reasearch, il centro di ricerca della multinazionale emiliana nato a Rovereto nel 2011 e che oggi dà lavoro a 20 persone.
Nel nuovo cuore produttivo della Meccatronica, Bonfiglioli occupa complessivamente quasi 3 mila metri quadrati, raddoppiando di fatto la superficie del precedente sito produttivo da dove escono i riduttori a gioco ridotto di nuova generazione (TQ) interamente «made in Rovereto».
 
Altre sei aziende meccatroniche, già ospitate nel Polo Tecnologico di via Zeni, sono pronte a trasferirsi nei nuovi spazi.
Tra loro Carl Zeiss, specializzata nella progettazione di sistemi ottici di precisione, e il Centro Ricerche Ducati Trento, che negli ultimi mesi ha industrializzato le sofisticate biciclette elettriche intelligenti e che nella giornata inaugurale odierna ha visto la presenza di Guidalberto Guidi, presidente Ducati Energia e già vicepresidente nazionale di Confindustria.
 
Nell’edificio troverà posto anche Industrio, l’acceleratore privato al quale è affidato il compito di sostenere la nascita di startup innovative.
 
 Per le imprese una «casa» flessibile e di qualità
Il nuovo edificio produttivo, il cosiddetto «corpo L», misura complessivamente 19.700 metri quadrati di superficie, dei quali quasi 17.200 mq a disposizione delle imprese che vi si possono insediare occupando spazi produttivi (13.200 mq) e uffici (4.000 mq).
L’opera - il cui progetto definitivo è il risultato del lavoro di un gruppo misto di progettazione costituito da due tecnici di Trentino Sviluppo (ing. Michele Ferrari e ing. Michele Pellegrini) e tre tecnici esterni a supporto (arch. Massimo Scartezzini per la parte architettonica, ing. Luca Oss Emer per la parte statica e ing. Vanni Pedergnana per la parte impiantistica) - si compone di due corpi (A e B) disposti su due livelli e di cinque edifici in legno adibiti ad ufficio.
Una struttura in grado di garantire un’elevata flessibilità di utilizzo, grazie ad una maglia strutturale di 6 metri per 12 metri, all’altezza rispettivamente di 6 metri al piano interrato e 5 metri a piano terra, e alle portate dei solai, in grado di sostenere rispettivamente fino a 3.000 e 600 chilogrammi a metro quadrato.
Il piano seminterrato (7.300 mq) ha una destinazione produttiva «pesante», potendo ospitare macchinari importanti per peso e dimensioni, oltre ad uffici e spogliatoi annessi.
Il piano terra (5.900 mq) ha invece una destinazione produttiva «leggera» con annessi uffici e spogliatoi.
Il primo piano (4.000 mq) è destinato ad ospitare uffici ed è impreziosito da 2.500 mq di tetto verde con giardini, terrazzi e spazi per la socializzazione con una splendida panoramica sui vigneti antistati.
Alla sua realizzazione hanno collaborato diverse ditte, tra cui 29 imprese del territorio, guidati dalla «capocommessa» Collini Lavori Spa.
I lavori, iniziati il 19 ottobre 2012, si sono conclusi in appena 389 giorni naturali consecutivi.
Costo complessivo dell’opera: 20.389.944 euro.
Alcune curiosità: si sono gettati 15.000 metri cubi di calcestruzzo, circa 2.000 le autobetoniere che sono entrate in cantiere (ed uscite passando dal sistema di lavaggio delle ruote, per contenerne l’impatto ambientale), 2.000 le tonnellate di ferro utilizzato per le armature, posati 11.000 metri quadrati di muri doppia lastra in calcestruzzo armato e 1.200 metri cubi di pannelli in legno XXL.
 
 Un polo produttivo dal cuore green
L’impostazione del cantiere secondo i protocolli Leed ed ARCA, prima realtà produttiva ad ottenere un livello tanto elevato sia nella certificazione di sostenibilità ambientale che per quanto riguarda performance e qualità della struttura in legno, ha reso necessario utilizzare materiali ad elevate caratteristiche termiche ed acustiche, quali i muri a doppia lastra del tipo Thermowand, che includono uno strato isolante dello spessore di 12 centimetri in grado di garantire elevati livelli di isolazione termica, e la costruzione di cinque edifici in legno con pannelli prefabbricati X-Lam.
Si tratta della più grande sopraelevazione in legno mai realizzata in Trentino.
Per costruirla sono stati impiegati 7.400 metri quadrati di pannelli X-Lam realizzati in uno stabilimento trentino, che a sua volta per produrli ha utilizzato 1.500 metri cubi di assi di abete Fiemme certificato FSC.
C’è poi il legno utilizzato per costruire le 410 finestre, ma anche i 5.855 mq di listoni, i 4.000 mq di tavolato, i 798 mq di perline in legno di abete e i 163 metri cubi di travi utilizzati per la copertura.
Il tutto all’insegna della sostenibilità.
Da un’elaborazione realizzata dai ricercatori di CNR-Ivalsa è stato infatti calcolato che i 2.100 metri cubi di legname «in piedi» utilizzati per realizzare la parte strutturale dell’edificio Meccatronica corrispondono alla quantità di legno che ricresce nei boschi trentini in 18 ore e 36 minuti.
Detto in altri termini, in meno di una giornata le foreste trentine producono in maniera del tutto naturale e sostenibile l’intera quantità di legno necessaria per costruire l’intera sopraelevazione in legno.
 
 Sicurezza e regolarità anzitutto
Il cantiere della Meccatronica che ha fatto scuola anche per quanto riguarda la qualità del lavoro e delle relazioni sindacali, grazie all’accordo pilota, primo in Trentino, che ha preceduto l’avvio dei lavori ed è stato sottoscritto da organizzazioni sindacali, imprese esecutrici, Trentino Sviluppo e Provincia autonoma di Trento.
Tra le peculiarità un info-point, che durante i 13 mesi di lavori è stato luogo di incontro fra lavoratori e rappresentanze sindacali, appositi strumenti telematici per la sicurezza ed il controllo degli accessi, formazione periodica dei lavoratori e pagamento degli stipendi tramite bonifico bancario per prevenire possibili irregolarità.
Attenzioni che hanno pagato, dato che nel cantiere, che è arrivato ad impiegare fino a 130 operai, non si è registrato alcun incidente significativo.

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