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Passato e futuro delle energie rinnovabili in Alto Adige

Tra ricerca e sviluppo: tavola rotonda per i dieci anni dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC

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Sono trascorsi solo dieci anni, ma guardandosi alle spalle sembrano molti di più.
Dal 2005, anno di nascita dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC, lo sviluppo del settore energetico in Alto Adige ha fatto passi importanti.
Per esempio, in dieci anni gli impianti fotovoltaici installati in provincia sono passati da poche decine a quasi 8000.
L’evento organizzato giovedì 4 giugno per il decimo compleanno dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC è stato l’occasione per ripercorrere le principali tappe dello sviluppo del settore energetico in Alto Adige e per discutere delle sfide future nel campo delle energie rinnovabili.
Negli ultimi 10 anni lo sviluppo del settore energetico in Alto Adige e la ricerca sulle energie rinnovabili hanno camminato di pari passo.
Nel 2005 gli impianti fotovoltaici installati in Alto Adige raggiungevano una potenza di 650 chilowatt, la Provincia gettava le basi per fondare l’Agenzia Casa Clima e l’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC muoveva i primi passi con tre collaboratori e una sala riunioni provvisoriamente adibita a ufficio.
Oggi gli impianti fotovoltaici altoatesini hanno una potenza di oltre 230 megawatt, Casa Clima ha all’attivo la certificazione di più di 5000 edifici e l’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC conta 70 collaboratori impegnati in 30 progetti di ricerca a livello locale e internazionale con un budget complessivo di oltre 60 milioni di euro.
Nell’arco dei dieci anni, la partecipazione a questi progetti ha permesso all’Istituto di acquisire oltre 24 milioni di euro da diversi programmi di ricerca Europei.
Questi fondi sono stati utilizzati in parte per le attività di ricerca dirette dell’istituto, ma sono anche stati redistribuiti sul territorio: oltre 8 milioni di euro sono confluiti verso partner altoatesini e oltre 6 verso partner dell’Euregio.
Il parallelo tra sviluppo del settore energetico e ricerca sulle energie rinnovabili è stato il filo conduttore dell’evento che si è svolto giovedì 4 giugno all’EURAC.
 
Per festeggiare il suo decimo compleanno l’Istituto per le Energie Rinnovabili ha organizzato un incontro per discutere di quanto è stato fatto finora in Alto Adige e di quali sono le sfide per il futuro.
«Mentre nei primi anni il nostro scopo era quello di dimostrare che le energie rinnovabili potevano essere una soluzione valida, oggi questo non è più necessario. Ora la sfida è quella di sviluppare nuove applicazioni e di individuare il mix di tecnologie che permettano di gestire al meglio sistemi energetici in cui una parte sostanziale dell’energia deriva da fonti rinnovabili», spiegano Wolfram Sparber e Alexandra Troi, rispettivamente direttore e vice-direttrice dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC.
«Il rapporto con il territorio e con la città contraddistingue molti dei nostri progetti di ricerca. È il caso di Sinfonia, un progetto che portiamo avanti con diversi partner come il Comune di Bolzano e l’IPES e che prevede, tra l’altro, il risanamento energetico di 400 appartamenti in modo da dimezzarne il consumo energetico», proseguono Sparber e Troi.
All’incontro sono intervenuti i rappresentanti di due centri di ricerca europei che hanno parlato di risanamento energetico degli edifici su grande scala e di piani energetici regionali.
A completare il quadro i contributi di rappresentanti dell’industria e della pubblica amministrazione.
«È una grande soddisfazione vedere come un istituto nato con tre collaboratori abbia potuto espandersi e richiamare anche da fuori regione ingegneri e architetti con competenze specifiche. Oggi contiamo cinque gruppi di ricerca specializzati in sistemi fotovoltaici, efficienza energetica degli edifici, risanamento degli edifici storici, sistemi di riscaldamento e raffrescamento sostenibili e sistemi energetici regionali», conclude Werner Stuflesser, presidente dell’EURAC.

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