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Lavorare a 3.000 metri: l’esperienza trentina a Courmayeur

Trentino Sviluppo invitata da Aifos ad intervenire al seminario tecnico sul Monte Bianco

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Non è facile gestire la sicurezza di chi lavora in cantieri a 3.000 metri di altitudine, in condizioni meteo e logistiche spesso precarie.
Non è semplice ma assolutamente possibile, anzi doveroso. Ha suscitato grande interesse l’esperienza trentina presentata al seminario nazionale «La sfida per giungere in vetta 2.0» organizzato a Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco, da AiFOS, Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro.
A illustrarla è stata l’Area Impianti Turistici di Trentino Sviluppo - accompagnata da tecnici di Provincia, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e Centrofor - forte di un importante bagaglio di esperienza con i suoi 800 chilometri di piste gestite e 240 impianti a fune.

Il seminario tecnico di Courmayeur, tenutosi ai 2.173 metri di altitudine del Pavillon du Mont Fréty, lungo la Funivia SkyWay del Monte Bianco, è stata un’occasione importante per lo scambio di buone pratiche nella gestione dei cantieri ad alta quota.
Gianni Baldessari (foto di copertina), direttore dell’Area Impianti Turistici di Trentino Sviluppo, nel suo intervento ha illustrato i modelli e le attenzioni nella gestione dei cantieri, dalla scrupolosa scelta di professionisti di grande qualità ed esperienza ai modelli di previsione e gestione di ogni possibile rischio.
È stato anche inquadrato l’ambito di attività di Trentino Sviluppo, società di sistema della Provincia autonoma di Trento che detiene partecipazioni in 16 società funiviarie, operanti in 14 diversi ambiti sciistici, e la proprietà di 240 impianti sui quali ogni anno si registrano 70 milioni di passaggi. Funivie e seggiovie ed altri impianti di risalita che complessivamente danno lavoro a 409 persone e producono 50,6 milioni di euro di ricavi l’anno.
 

Pejo 3000.

Ma sono stati i casi concreti presentati da Trentino Sviluppo a catturare l’attenzione dei convegnisti.
Il nuovo impianto «Alba di Canazei – Col dei Rossi», con opere complessive per 18,6 milioni di euro, 14 mesi di durata dei lavori, 2,3 chilometri di estensione del cantiere che si è spinto fino ad una quota di 2.400 metri, coinvolgendo nella realizzazione 14 imprese ed 11 studi professionali; zero infortuni sul lavoro.
Il nuovo impianto «Tarlenta - Rifugio Mantova», nella ski area di Pejio, con opere per un valore complessivo di 17,7 milioni, una durata dei lavori di 12 mesi, 2,9 chilometri di estensione del cantiere fino ad una quota massima di 3.000 metri, con 15 imprese coinvolte, 11 studi professionali, anche in questo caso zero infortuni.
Oppure il nuovo impianto «Passo Paradiso - Passo Presena», nella ski area del Tonale, del valore di 12,5 milioni di euro, 9 mesi la durata del cantiere, 2,4 chilometri la sua estensione per una quota massima di 3.000 metri, 18 imprese e 16 studi professionali coinvolti, zero infortuni.
Stessa scrupolosa attenzione per la sicurezza, e nessun infortunio, anche nel caso dei lavori di realizzazione dei collegamenti funiviari Molveno Pradel e Pinzolo-Campiglio.

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